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Eunice Odio; la poetessa che sfidò Fidel...


 Ricevimento di un amico.Lo seguo,lo precedo nella voceperché ho,come il fumo spopolato,vocazione di acquerello.Raccontamicome sono lì le cose di consumo:libri,rose,tintinnii di rondini.A parte tutto questogli domandodei manghi geologiciche lo bordeggiano di polpa,e di un nuovo fiume,senza guardarlo,con popoli di suonoe longitudine di Arcangelo.Dimmi anche qualcosa del piccolo litoraledove recentemente il giorno,come un celeste animale bifronte,si accampò in due acquarie si colmò di pesci.O se lo ricevettero unanimi gli albericome quando elessero la prima allodola dell'annoe il giorno della fioritura.Riassumimi ora che tremobenignamentedietro una rondine,ora che mi propongono pubblicamenteper nudo di farfallae sto come le rosedisordinando l'aria.da Questo è il bosco e altre poesie, Eunice Odio, Via del Vento Edizioni, trad. di Tomaso Pieragnolo Eunice Odio nacque a San Josè in Costa Rica il 9 ottobre 1919 da una famiglia piccolo borghese.. Dopo aver frequentato le scuole primarie e secondarie a San Josè mettendosi in evidenza per la vivacissima intelligenza e la rapida capacità di apprendimento, arricchì la propria formazione con lo studio approfondito della poesia moderna, viaggiando per tutta l'America Centrale, Cuba e gli Stati Uniti. Di ritorno in Costa Rica nei primi anni quaranta, alcune sue poesie furono lette alla radio nazionale con lo pseudonimo di Catalina Mariel; dal 1945 al 1947 pubblicò i suoi testi nel Repertorio Americano di J.G. Monge e nei periodici La tribuna e Mujer y Hogar . La sua vita fu segnata inizialmente dal mutuo disprezzo che divise con i suoi concittadini e che la allontanò definitivamente dalla sua patria, seguita da una esistenza errabonda e impulsiva alla ricerca di un equilibrio che contenesse un sentire sempre estremo e una passione bruciante, caratteristiche che la resero per la società di allora una donna spigolosa e problematica, spirito libero e creatore, anticipatrice dei tempi in quanto padrona di se stessa, non sottomessa alle convenzioni piccolo borghesi e maschiliste dell'epoca. Nel 1957 si trasferì in Messico dove visse fino alla morte (tranne una permanenza di due anni negli Stati Uniti) e dove lavorò come giornalista culturale, critico d'arte e traduttrice dall'inglese, pubblicando racconti, saggi e rassegne in riviste specializzate, sviluppando per questo paese e la sua storia mitica un amore profondo e creativo. Nel 1962 diventò cittadina messicana e dal 1964 collaborò con la rivista venezuelana Zona Franca . I suoi ultimi anni furono amareggiati dall' aspra polemica con la sinistra messicana che mal reagì ai suoi critici articoli nei confronti di Fidel Castro, isolandola professionalmente e ostacolando la sua carriera giornalistica. Alimentò quel periodo della sua esistenza con l'alcol e una collera lacerante che ancor più la separarono dal mondo. Morì il 23 marzo  1974 mentre preparava una antologia dei suoi migliori testi ( Territorio del alba y otros poemas ) che ebbe edizione postuma nello stesso anno. La morte la colse in assoluta solitudine, tanto che il suo corpo fu trovato nel bagno di casa dieci giorni dopo il decesso.