Creato da bluaquilegia il 06/01/2014

la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

 

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un bastone, una pietra, una felce

Post n°314 pubblicato il 06 Maggio 2019 da bluaquilegia

 

JAIME SABINES

XVII


Mi abituai a tenerti e a portarti
come si porta un braccio, il corpo, il capo.
Non diverso da me, neanche lo stesso,
quando son triste, eri la mia tristezza.

Eri, quando cadevo, eri il mio abisso,
quando mi alzavo, la mia forza d'animo.
Eri brezza e sudore e cataclisma
ed eri il pane caldo sulla tavola.

Amputato di te, a metà fatto
uomo od ombra di te, solo tuo figlio,
l'anima smantellata, aperto il petto.

al tuo dolore offro un crocifisso:
ti do un bastone, una pietra, una felce,
i miei figli e i miei giorni, ed io mi affliggo.

 

 

Versi da - JAIME SABINES,
LE POESIE DEL PEDONE, ANTOLOGIA POETICA
traduzione di Emilio Coco
Introduzione e selezione di MARCO ANTONIO CAMPOS
RAFFAELLI EDITORE, 2017
(i versi fanno parte de ALGO SOBE LA MUERTE DEL MAYOR SABINES
e si trovano alle pagine 1118 e 119 della raccolta)

 

 

 

 

 


HEART'S ANN E NANCY WILSON

Stairway to Heaven (Led Zeppelin)

 

Ann and Nancy Wilson from Heart perform a triumphant "Stairway to Heaven" as a tribute to 2012 Kennedy Center Honorees Led Zeppelin.

 

 

 

 

GIAN

Personale rifessione.


Accogli nella mano destra
il dolore.
Nell'altra incerta placa
l'inquietudine.
Insegnami, comunque sia
a capire
che ogni cosa serve
a quello che verrà.

 

 

 

WOODENSHIP

MA 

 

Difficile fare dell'altro il proprio
(ma il poeta lo fa).
Più facile far di se stessi parti estranee
(ma l'egocentrico lo fa)
accomunandole a qualcosa che ci
appartiene ma non è nostro.
Così nessun rispetto per stessi
(autolesionismo da sempre),
figuriamoci per altri:
a dir poco solo un"crocifisso"da donargli
(fede che non è conforto ma supporto)
per togliergli il fiato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 









epimetea

sono un impasto di versi e poco.
il riferimento più puntuale è il dolore.
perché non dovrebbe esserlo?
non serve grattare troppo la mia pelle
per trovare sogni e miserie.
ho un paio di certezze:
l'incompiutezza mi piace,
l'equivoco no.
non accetto di entrare nelle dinamiche
del giudizio.
sono un impasto di poco e versi.

 

 
 
 
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