la sete verde

di perfezione proprio non se ne parla per tipi come noi


MARK STRAND - IL TEMPO VENTUROINessuno se ne rende conto, ma l'architettura del nostro tempodiventa l'architettura del tempo venturo. E lo sfolgoriodella luce sulle acque non è niente accanto ai mutamenti forgiati nel profondo, proprio come la nostra esistenza èniente rispetto alla pulsione continua delle cose verso il baratro.Nessuno può fermare il flusso, ma nemmeno può avviarlo.Il tempo scivola via; i nostri dolori non trasmutano in poesie,e l'invisibile rimane tale. Il desiderio è svanito,ha lasciato solo una traccia di profumo sulla scia,e così tante persone che amavamo se ne sono andate,e non c'è voce che giunga dallo spazio, dalle spiredi polvere, dai tappeti di vento a dirci che così èche doveva andare, che se solo sapessimoquanto le rovine sopravvivranno non ci lamenteremmo affatto.IIDi perfezione proprio non se ne parla per tipi come noiquindi perché accanirsi per migliorare lo stesso vecchio sé quanto il paesaggioha aperto le braccia e ci ha dato santuari stupendiverso cui dirigerci? I grandi motel del West aspettano,nel cortile di non si sa chi un cane primigenio spera che passeremo in auto,e sulla superficie gommosa di un lago i bagnanti che ballonzolano come boefanno cenni di saluto. La strada arriva proprio alla porta, e allora battiamocelaprima che il mondo qui attorno prenda fuoco. La vita vorrebbe essere piùdel peso del corpo che a fatica si trascina di stanza in stanza.Una camminata nella foresta ci farà bene, come pure un girofra le cascine. Pensa ai polli tutti impettiti, alle mucche che fanno ciondolare le mammelle, e scacciano le mosche con la coda.E si possono immaginare prismi di luce estiva che si frantumanosul silenzioso sonno caliginoso del contadino e di sua moglie.IIISarebbe potuta essere un'altra storia, quella previstainvece di quella verificatasi. Vivere così,sperando di emendare ciò che è stato falso o reso illeggibile,non è quello che volevamo. Credere cha la storia progettatasarebbe stata come un giorno nel West quando tuttoè instancabilmente presente - i monti che gettano lunghe ombresulla valle dove il vento canta il suo motivo circolaree gli alberi ribattono con un secco applaudire di foglie-era senz'altrotroppo semplice, e miope. Perché presto le foglieanneritisi, sarebbero cadute, e la neve che annulla tuttoavrebbe ovattato il cammino e noi, pale alla mano, ci saremmo incontratie chinati a raschiare il marciapiedi fino a pulirlo. Che altro ci sarebbe statocosì avanti nel giorno per noi se non il desiderio di fare ammendae ricominciare, la compassione del sole mentre scompare?da: "L'UOMO CHE CAMMINAVA UN PASSO AVANTI AL BUIO", pagg. 311-315
 
  YANN TIERSEN - Comptine d'un autre ete : L'apres midi  blocco nota:  more beautifulpercepisco, tra le parole, il disegno del vuotoprofondo ed assoluto, tanto colmo e ricettivoda emozionarmi profondamente:gli occhi si riempiono di lacrime, si stringe il nodo in gola,  ed è magnifico che, in questa "condizione umana", si aprano varchi improvvisi, generati da parole di altri uomini intenti al viaggio, parole che consentono visioni spettacolari,improvvise e bellissime di infinitaaccoglienza. per un attimo, di frontea questo vuoto, conforto. intrinseca a questo incontro fortuito la consapevolezza che, altrettanto velocemente,il ricordo della sensazione provatasvanirà senza riuscire ad attecchire nel terreno della memoria (*).01 (*) testo di Gialal al-Din Rumi, Poema degli atomi.