IGOR CANNONIERI"DOPPIO INVIO""Il bosco è un manto d'oro per la terra rossa, guerriera blasonata. Vi cammino attraverso come il chimo nell'intestino. Il bosco mi cambia.Il brulichio degli insetti tra le foglie è lo stesso del mio respiro, la luce tagliata via dai rami gioca con me come fossi uno specchio: proprio allo stesso modo, a me piacerebbe fare la gibigiana con le parole. M'addentro nel fitto. Cammino, cammino. Ancora, sulla strada le ritorno, cammino. C'è una nuova calma che sopraggiunge, quasi una stasi. Una piccola onda che lambisce la terra rossa senza svegliare chi dorme, senza eccitare chi è sveglio: si sparge questa calma burrosa nella quale mi ungo a ogni passo. Non era così, quand'ero piccolo. Da bambino, mio padre e il Re Sole banchettavano insieme nel mio lobo sinistro. In quello destro, i ragazzini miei amici erano fidatissimi compagni di eroiche, favolose imprese. Mi chiedo perché tutto questo non è più. Me lo chiedo, e scopro che "perché" è un quesito obsoleto. Il buon senso dice piuttosto che qualcosa è rimasto, qualcosa è cambiato, e qualcosa non c'è più. Nulla di straordinario. La mia vicenda è la vicenda d'ognuno: sono stato bambino, va be', e allora? Il bambino non è altro che uno stadio allotropico dell'uomo. (1984) Anche scritto al presente, il passato non riesce del tutto a dissimularsi.E' come quell'unico vestito buono che negli anni le persone parsimoniose hanno...". brano tratto da "DOPPIO INVIO", editore CATTEDRALE 96 Garibaldi Ancona, (pagine 10 e 11)
sublimerie a settembre
IGOR CANNONIERI"DOPPIO INVIO""Il bosco è un manto d'oro per la terra rossa, guerriera blasonata. Vi cammino attraverso come il chimo nell'intestino. Il bosco mi cambia.Il brulichio degli insetti tra le foglie è lo stesso del mio respiro, la luce tagliata via dai rami gioca con me come fossi uno specchio: proprio allo stesso modo, a me piacerebbe fare la gibigiana con le parole. M'addentro nel fitto. Cammino, cammino. Ancora, sulla strada le ritorno, cammino. C'è una nuova calma che sopraggiunge, quasi una stasi. Una piccola onda che lambisce la terra rossa senza svegliare chi dorme, senza eccitare chi è sveglio: si sparge questa calma burrosa nella quale mi ungo a ogni passo. Non era così, quand'ero piccolo. Da bambino, mio padre e il Re Sole banchettavano insieme nel mio lobo sinistro. In quello destro, i ragazzini miei amici erano fidatissimi compagni di eroiche, favolose imprese. Mi chiedo perché tutto questo non è più. Me lo chiedo, e scopro che "perché" è un quesito obsoleto. Il buon senso dice piuttosto che qualcosa è rimasto, qualcosa è cambiato, e qualcosa non c'è più. Nulla di straordinario. La mia vicenda è la vicenda d'ognuno: sono stato bambino, va be', e allora? Il bambino non è altro che uno stadio allotropico dell'uomo. (1984) Anche scritto al presente, il passato non riesce del tutto a dissimularsi.E' come quell'unico vestito buono che negli anni le persone parsimoniose hanno...". brano tratto da "DOPPIO INVIO", editore CATTEDRALE 96 Garibaldi Ancona, (pagine 10 e 11)