la sete verde

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KENKO HOSHIORE D'OZIO -Nel vuoto di ore oziose prendo la pietra da inchiostro e tutto il giorno mi perdo ad annotare a caso le sciocchezze che mi passano per la mente, e un ebrezza misteriosa mi assale-.                                                                    Kenko HoshiPENSIERO NUMERO 134Un certo monaco dell'aula del Fiore della Legge in cuiè la tomba dell'imperatore in ritiro Takakura, prese unavolta uno specchio e si scrutò minuziosamente il volto: al vedere la penosa bruttezza del suo aspetto si sentì profondamente sopraffatto dal disgusto e persino lo specchio gli fece ribrezzo, sì che dopo di allora per lo sgomento non ne prese più in mano un per molto tempo,e non ebbe più alcun rapporto con gli altri. Ho sentito cheincontrava i confratelli soltanto alle funzioni: altrimentise ne stava chiuso nella sua stanza. Un comportamento così mi è parso davvero encomiabile.Anche colore che sembrano persone intelligenti si limitanoa valutare i comportamenti altrui, ma non conoscono affattose stessi. Se però non si conosce se stessi, non si ha il giustometro per conoscere gli altri. Potremo quindi dire che l'uomoche conosce se stesso conosce il senso delle cose.Invece, se non si realizza che si è brutti, che si è sciocchi,o di valere poco nell'arte, o di essere di infima condizione,né si capisce che si è vecchi o minati dalla malattia, che la morte è vicina e che le nostre devozioni sono vuoti conati,se non si capiscono le proprie lacune, a maggior ragionenon ci si renderà conto delle critiche degli altri. Eppureil proprio aspetto si può vedere in uno specchio e contandosi può conoscere l'età: non si è quindi del tutto all'oscurodella propria persona, tuttavia verrebbe da dire che non essendoci rimedio alcuno, tanto vale non saper nulla. Invece non è questo il punto: non si tratta di cambiar facciao cercare di ringiovanire. Piuttosto, se ci si rende conto di valere poco, perché non ritirarsi subito?Se si capisce di essere vecchi, perché non concedersi un pieno riposo? Se si comprende di essere tiepidi nella praticareligiosa, perché non farsene carico?Il generale è mortificazione stare in mezzo alla gente di cuinon si gode il favore. Ma prestare servizio a Corte se si ha un brutto aspetto o si è poco dotati, stare tra personedi grande cultura se si è ignoranti, prender posto accantoai maestri se non si vale niente nella loro arte, rivaleggiarecon chi è nel pieno degli anni se si è già canuti, e piùancora, desiderare cose che non si raggiungeranno mai,dolersi di ciò che non è alla nostra portata, aspettare qualcosache non arriverà, e aver soggezione degli altri o adularli: ecco, tutto questo non è una mortificazione che ci viene inflitta daglialtri, siamo noi che umiliamo noi stessi trascinati dalla nostra cupidigia.E se non abbandoniamo tali bramosie è perché non abbiamo capito che il grande evento che concluderà la nostra vita è già qui ed incombe su di noi.  DA Ore d'Ozio, Marsilio Editore - 2014     Bach English Suite No 2 in A minor BWV 807 Glenn Gould - Prelude            superhardfucknota:zen carezza all'ego