la sete verde

lo stupore scevro da equilibrio


NINA CASSIANBACHMi osserva da presunti ritratti,come un soffice organo i capelli gli rivestono la testa:non so neanche se appartengono a lui questi cilindrici boccoli d'argento,perché in fondo nessuno sa in quale luogo della terra si siano propagatila carne, i nervi e le ossa del modesto organista,gli occhi ciechi del più chiaroveggente,e mentre incediamo sulla terra germanica forse sotto i nostri passi c'è Bache che lui ci sia è certo, ovunque l'uomo inizi a camminare.Fin dove si stendono movimenti contrari la mia attenzione erra come su scale viventi, dove sale e scende il pensiero,perché tra due suoi che si susseguonoc'è un'alleanza fondamentale come tra due molecole di uranio,come tra la "e" e la "a" della severa parola "idea";tra due suoni c'è la lotta dei contrari corpo a corpo,punto contrappunto, balenare di voci senza requie,con incidenze trionfalicome una dichiarazione dei diritti dell'uomo,del diritto di rallegrarti con lucidità, di soffrire con lucidità,di rendere felicità e dolore gradini della conoscenza.Fin dove si stendono movimenti contrari le mie mani si vengono incontro,si affrontano e dipartono, attente come strumenti di un chirurgo.esplorano turbate un cervello umano,finché sui tasti freddi come stallatiti non mi appare un germanico inverno,filtro di tutte le stagioni, scintillante sintesi;case dalla superfici nitide, sbarrate da travi color caffècome segni di addizione e moltiplicazione,un'intera matematica familiare,e grondaie dalle cui labbra pendono lunghe sillabe di ghiaccioe l'ogiva del gelo e la guglia gotica sulla quale canta il gallo segnavento con la sua cresta di latta.Disciplinato inverno!E in una casa ventuno bambini con i capelli legati sulla nuca da un nastrocha la mattino improvvisano all'armonium,ventuno bambini che imparano a sottomettere ai canoni esatti della forma di fugail sorriso, l'impazienza, lo stupore scevro da equilibrio -e, regnante su quest'ordine di vita, un nume tutelare, lui in persona, Bach,col grande volto e i capelli tubolari,Bach-padre, il padrone di casa. Così attraverso l'alito pungente della nevee il vapore intimo del caffellatteho intravisto un'immensa famiglia orchestra, un milione di bambini cantarecon voci fresche come neve novella in un mondo pacificato, un grande coro di bambini presidiare il futuroannunciato con certezzalo splendore e la purezza della terra.Ho visto dunque un consolidato inverno musicaleche rischiara l'animo torbido della foresta tedescae una casa dove la bellezza ha il gusto della vita domesticasenza perdere in fascino e vigore,una casa dove tutti gli orologi procedono senza erroriper ordine invisibile del tempoe dove il genio siede a tavola,spezza il pane in dodici partie lo distribuisce all'umanità.Dodici suonirisvegliati dalle loro minuscole culle d'avorio,dodici suoni che indicano la verità,come i dodici rintocchi dell'orologio indicano mezzodì e mezzanotte;dodici suoni che lavorano come cazzuole e martelli a una costruzione impeccabile,a un minuzioso edificio di stati d'animo sovrapposti,un piano di quiete sopra uno di travaglioe sopra un altro ancora di certezza,perché il padre si è preso cura dei figli, suoi eredi nei secoli,eredi innumeri di beni innumeri: dodici suoni.E le proposizioni incise un tempo nel ramecon la precisione delle linee di Durer e mistero della penombra di Rembrandtpassano oggi, naturalmente, a un'eternità di platino -perché ognuna di esse è una sentenza contro la fosca Inquisizione,contro le oscure condanne, il corteggio delle maschere e gli insetti caudati,una Laus rationis, di grandioso e duttile rigore, e quando il padre piange e nelle sarabande placide il suono giace avvolto in abbellimenti e gruppetti,isolato come una lacrima in paramenti di brina,è perché molti dei suoi figli sono morti,perché, nella Passione, il figlio suo è stato crocifisso,il figlio suo terrestre che la sera è tra i compagni, a cena,che conosce il rosso canto del vino("... Bevetene e mangiatene tutti..."),la leggiadria e la forza della donna,la devozione dell'amico("... Benché mi convenisse morir teco, però non ti rinnegherò...");la crudeltà dei mercenari quando fanno il proprio mestiere("... Poi, sputandogli addosso, presero la canna e gliene percotevano il capo..."),l'uomo è cresciuto nella stima e nella dignitànell'amore per i suoi simili -e per questo il genitore plenitudinarioappartiene a coloro che vogliono ristabilir la dignità e la coincidenza tra verità e bellezza,all'inesausto mondo dialettico, che vuole conferirsensibilità alle cifre e orientare ogni speranza,a coloro che provano a rispondere ogni giorno alle domande, punto contrappunto, e qui vorrei abbandonare la poesiagiunta a bollore, quando si fa musica e inchinarmi sotto l'arco voltaico del criterio contemporaneoa lui, al Grande Laico, JohannSebastian!versi da C'E' MODO E MODO DI SPARIRE Poesie dal 1945 al 2007,a cura di Ottavio Fatica, Traduzione di Anita Natascia Bernacchia e Ottavio Fatica, ADELPHI Editore, alle pagine da 52 a 59SEVERAL - agnizione:Azad Nanakeli, memoria e rilievo
JOHANN SEBASTIAN BACH(BWV 572)interprete Marie Claire AlainJOHANN SEBASTIAN BACH(BWV 564)interprete Albert Schweitzer JOHANN SEBASTIAN BACH(BWV 988)interprete GUSTAV LEONHARDT JOHANN SEBASTIAN BACH(BWV 988)interprete Wilhelm Kempff small fuck notapoesia della gratitudine,della consapevolezzadel nulla scontato, perpetuo.ogni nota, di ogni segno d'amore,investe l'animo di una nobiltà, che poi è l'unica nobiltà,insorgente dalla coscienzaframmento di galassie.