la sete verde

stanze private di poesia


 PATRIZIA VALDUGAQUARTINELa sento la mia vita, me la imparo,  fino al fegato adesso, fino al fiele;  oh nera un tempo enorme senza chiaro,  fedele della notte più infedele.Vuota il tuo sacco, su',  parla, poetessa: io fiorisco e mi sfoglio e rigermoglio per dare la procura di me stessa a chi non può o non vuole quel che voglio.Dicevo: Amore mio, vorrei annegare nell'acqua chiara dei tuoi occhi chiari, finire finalmente di aspettare giovani giorni, cari giorni chiari.Per me dentro di me oltre la mente il suo corpo su me come una coltre ma oltre il corpo in me furiosamente in me fuori di me oltre per oltre...Oh, l'inutilità di questi affanni la conosco a memoria, inutilmente; e nel peso degli utili e dei danni connetto notte a notte e niente a niente.Osceno e sacro l'amore delibera stessa sede per sé e per gli escrementi. Se non mi leghi io non sarò mai libera, né casta mai se tu non mi violenti.Io mi arrendo, congedo i miei soldati,  la mia legione di sogni e di versi.  Combattete per altri disarmati,  vincete in verità, miei sogni in versi.     
   LORN - Anvil -      GIAN: versi privatiProfuma e sa di vermiglio la passione, battito d'ali di paradisea.Respiro salmastro e penetrantesulla penombra della rena sofficein un fremito corporaleche non distinguose di vita o di morte. monsieur K: pensieri di pensieri privati"vincete in verità, miei sogni in versi"Ho lottato e ora viene la resa, ma voi, sogni miei, siate i germi di questa mia splendida malattia.Sono sempre stato dell'idea che non ci sia verso che valga la pena di essere letto se non è stato prima vissuto, madame, tutti gli altri, quelli che non mischiano l'inchiostro al sangue e al sudore, non hanno la forza sufficiente per imprimersi nell'anima di chi legge e rimangono sulla carta, utili solo alla vanità del poeta come i sogni conservati nei cassetti lo sono alla nostalgia del sognatore, quella per il non vissuto.            fuck notaserri le labbra mentre mi vedi di fango morbido, quando ammettola realtà più semplice. osservandoti,mentre dal fango ti generi, ascoltandoti,  eco primordiale ti passa dalle piante dei piedi deflagrando in urlo liberatorio.smettiamo di essere uno e unomanciata di atomi, materia ed immagine di materia.