Creato da bluaquilegia il 06/01/2014

la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

Messaggi di Febbraio 2019

e l'ignoto trasmuta nel canto

Post n°299 pubblicato il 26 Febbraio 2019 da bluaquilegia

 

 

WEBERN VARIAZIONI
di Anton Friedrich Wilhelm von Webern

 https://youtu.be/iJfF1THDnuY 

qui per ascoltare l’esecuzione di

MAURIZIO POLLINI, 2002, Parigi 

 

 

 

 

 

MARK STRAND
LE VARIAZIONI WEBERN


Il suo flusso improvviso
che scova via i rami,
tarda estate che balena verso
l'immagine della propria assenza
*
Nel cuore del nulla,
nei vuoti radiosi,
persino la lingua dello svanire
lascia se stessa alle spalle
*
Nuvole, alberi, case,
nel sentimento che destano
all'approssimarsi del buio, paiono
frammenti di un'altra vita
*
Si può setacciare quel che resta -
la polvere di frasi pronunciate una volta,
le rovine di una passione -
ogni volta è di meno
*
La voce che si abbassa,
la voce che si volge
e prolunga il filo
del senso, il filo del suono
*
Quei viali di luce
che scorrevano tra le nuvole
qualche attimo fa sono scomparsi,
e d'improvviso è buio
*
Chi resterà ad imbastire e
a cucire il sudario del canto,
le case tornate al loro posto, le piante
che sorgono da un'ombra purpurea?
*
Non troppo tardi per vedere se stesso
passeggiare sulla spiaggia la sera,
con che naturalezza viene il mare,
si spande, si ritira, scompare
*
Con che naturalezza respira,
e la mezzaluna levatasi tardi,
estratta dalla tenebra, guarda giù
e pare soffermarsi sulle onde
*
Sotto la luna e le stelle,
che sono quel che sono sempre state,
cosa dovremmo essere se non noi stessi,
in questa luce, che non è luce dicibile?
*
Cosa dovremmo sentire se non la voce
che dovrebbe essere nostra darsi forma,
la voce segreta dell'essere che ci dice che il luogo
in cui scompariamo è il luogo in cui siamo?
*
La visione del proprio passare passa,
i giorni scorrono in altri giorni,
la voce che cuce e imbastisce
riprende la sua opera
*
E tutto trasmuta e trasmuta
e l'ignoto trasmuta nel canto
che è ciò che è noto, ma cosa a sua volta
ne sia del canto, non sta a noi dirlo



Versi (extra ordinari) da L'UOMO CHE CAMMINA
UN PASSO AVANTI AL BUIO
poesie dal 1964 al 2006,
Mondadori Editore, alle pagine da 378 a 383

 

 














Om Mani Padme Hum





GIAN: VERSI DI_VERSI su tema di Mark Strand

Viversi o di riviversi
attendendo metamorfosi
di ragnatele agli angoli
della bocca dell'immoto,
per non essere più
perpetuo crocìdio
obbligati alla vita.





















super hard fuck nota

la figura musicale simmetrica
è la tensione massima, la geometria
tende a tale perfetta semplicità 
che la ragione
non riesce ad immaginare.
l'ascolto sensibile ed intuitivo può
disegnarne vaga percezione.

 

 
 
 

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