Creato da rossca05 il 15/09/2008

settembre 2008

riflessioni personali

 

 

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Post n°35 pubblicato il 19 Novembre 2015 da rossca05

today is not a good day for me and yes, I've friend but no one is here for listen to me.

I've no word to say, I'm alone, it's the last thing that I can say and now I don't know if I want to love someone else. 

no poems, no words, no italian language today for me

 
 
 

oggi 27.10.2015

Post n°34 pubblicato il 27 Ottobre 2015 da rossca05


 

XIV - ALLA LUNA 

 O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile,
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri! 

 

(G. Leopardi,  "Canti")

Pensavo che forse una breve felicità è sempre meglio che nessuna felicità,

e credo di essere felice adesso, anche se non so quanto possa durare

qundi: "ancor che triste, e che l'affanno duri"

 

 

 
 
 

20 settembre 2015

Post n°33 pubblicato il 20 Settembre 2015 da rossca05

Non conoscevo questa poesia, oggi l'ho sentita per la prima volta.

 

Lucania

 

Al pellegrino che s'affaccia ai suoi valichi,

a chi scende per la stretta degli Alburnio

fa il camminodelle pecore lungo le coste della Serra,

al nibbio che rompe il filo dell'orizzonte

con un rettile negli artigli, all'emigrante, al soldato,

a chi torna dai santuari o dall'esilio, a chi dorme

negli ovili, al pastore, al mezzadro, al mercante

la Lucania apre le sue lande,

le sue valli dove i fiumi scorrono lenti

come fiumi di polvere. 

 

Lo spirito del silenzio sta nei luoghi 

della mia dolorosa provincia. Da Elea a Metaponto,

sofistico e d'oro, problematico e sottile,

divora l'olio nelle chiese, mette il cappuccio 

nelle case, fa il monaco nelle grotte, cresce 

con l'erba alle soglie dei vecchi paesi franati.

 

Il sole sbieco sui lauri, il sole buono 

con le grandi corna, l'odorosa palato,

il sole avido dei bambini, eccolo per le piazze! 

Ha il passo pigro del bue, e sull'erba 

sulle selci lascia le grandi chiazze 

zeppe di larve.


Terra di mamme grasse, di padri scuri 

e lustri come scheletri, piena di galli 

e di cani, di boschi e di calcare, terra 

magra dove il grano cresce a stento 

(carosella, granturco, granofino) 

e il vino non è squillante (menta

dell'Agri, basilico del Basento) 

e l'uliva ha il gusto dell'oblio,

il sapore del pianto.

 

 In un'aria vulcanica, fortemente accensibile, 

gli alberi respirano con un palpito inconsueto; 

le querce ingrossano i ceppi con la sostanza del cielo. 

Cumuli di macerie restano intatte per secoli: 

nessuno rivolta una pietra per non inorridire. 

Sotto ogni pietra, dico, ha l'inferno il suo ombelico. 

Solo un ragazzo può sporgersi agli orli 

dell'abisso per cogliere il nettare 

tra i cespi brulicanti di zanzare 

e di tarantole.   

 

Io tornerò vivo sotto le tue piogge rosse.

tornerò senza colpe a battere il tamburo, 

a legare il mulo alla porta, 

a raccogliere lumache negli orti. 

Udrò fumare le stoppie, le sterpaie, 

le fosse, udrò il merlo cantare

sotto i letti, udrò la gatta 

cantare sui sepolcri?  


(Leonardo Sinisgalli)

 

 
 
 

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Post n°32 pubblicato il 12 Settembre 2015 da rossca05

questa canzone è per me, per il mio foglio vuoto e la parete bianca della mia stanza. L'ho cercata per tutto il tempo della telefonata e alla fine l'ho trovata. ma è per me, quindi va tagliata

 

Mio angelo, io non seppi mai quale angelo

fosti, o per quali vie storte ti amai

o venerai, tu che scendendo ogni gradino

sembravi salirli, frustrarmi, mostrarmi

una via tutta perduta alla ragione, quando

facesti al caso quel che esso riprometteva,

cioè mi lasciasti.

[...]

(Amelia Rosselli, Documento 1966-1973)

 

 

 

 

 

 
 
 

non so perché oggi mi giravano in testa le sue parole

Post n°31 pubblicato il 12 Settembre 2015 da rossca05

voi ch'ascoltate in rime sparse il suono

di quei sospiri ond'io nudriva 'l core

in sul mio primo giovenile errore

quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono,

del vario stile ch'io piango e ragiono

fra le vane speranze e 'l van dolore,

ove sia chi per prova intenda amore,

spero trovar pietà, nonché perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto

favola fui gran tempo, ove sovente

di me medesmo meco mi vergogno;

e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,

e 'l pentersi e 'l conoscer chiaramente

che quanto piace al mondo è breve sogno.

 

(F. Petrarca, Il canzoniere)

 

 

 

 
 
 

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