Un Chaud Esprit

Post N° 22


Sono rimasto li, solo, con quell'anello in una mano e nell'altra...niente. Ecco cosa rimane della mia relazione. Niente. Quasi un anno insieme, quasi una vita unica. Facevamo l'amore ogni giorno. Quel sesso rude che però racchiude in se tutta la dolcezza che un uomo può offrire. Ora
invece solo il vuoto. Amavo sentirmi toccare da quelle mani calde, percorrevano la mia gamba, per poi inevitabilmente finite nella fessura delle mie natiche. Si facevano strada quelle lunghe dita sicure. Scavavano dentro di me per farmi provare piacere, dolore, godimento. Mi sussurrava all'orecchio quanto avesse voglia di scopare e strusciava il suo cazzo arrapato sui miei fianchi. Mi implorava di aprirgli i pantaloni e sfiorarglielo con le dita. Poi si faceva meno insicuro ed io mi inginocchiavo a succhiarglielo con gran fame. Fame di quel pisellone grosso e caldo. Eccitato e bisognoso di cure. Eravamo spesso nella sua casa in campagna a consumarci l'uno nell'altro. E solo quando il suo bianco sperma mi bagnava riuscivamo ad avere un attimo di tregua. A lui piaceva stare sopra. Così che potessi graffiarmi la schiena con i fili d'erba e graffiargliela  a sua volta con cattiveria, quando mi penetrava senza ritegno. Credevo di amarlo, alla fine avevo scelto lui. Sapevo già di sbagliare in partenza. Sono malato di cazzo. E lui lo sa. Così tutto ciò che mi rimane è il suo unico gesto d'amore. Quell'anello che per Alex valeva più di qualsiasi parola. Quell'anello donato dopo una lunga giornata d'amore passata in riva al fiume. Quell'anello che ho deciso di gettare nelle più recondite ferite dell'oscurita. Per ricominciare a volare.