La mia storia

Uno degli altri sogni

sono le 9:13   Ho dormito abbastanza, fino alle 3:30 sul divano e poi a letto. Desidero ricordare anche gli altri due sogni che hanno avuto un ruolo importante nella mia vita. Il primo è quello di cui non ricordo la data, ma penso di poterlo collocare parecchi  mesi prima del sogno del 79, dove alzavo il tappeto e scoprivo di essere sospesa nel vuoto. E' un sogno molto breve: mi trovavo in una stanza in penombra dove c'era una bella culla con una parte rialzata da dove scendevano dei veli bianchi, io mi avvicinavo sicura che dentro la culla ci fosse un neonato, forse il mio (questo particolare non lo ricordo) comunque io mi avvicinavo alla culla per sollevare il velo e vedere il bambino, ma quando ho sollevato il velo non c'era nessun bambino, ma ho visto solo una bella farfalla che liberata dal velo, volava via. Ricordo di aver provato una sensazione mista di tristezza, malinconia e delusione. In quel periodo mi era capitato di sentire tra le varie canzoni, una cantata da Patti Pravo e ricordo anche che evitavo di ascoltarla perchè c'era una frase che mi dava molto fastidio: " In questa stanza senza culla....."  metto il link :

 http://www.youtube.com/watch?v=Fo9jM8WrZeY

Credo che quel sogno volesse dirmi che io nel mio profondo non accettavo di proseguire con il mio rapporto con Mic senza dargli il figlio che desiderava; devo dire che lui non aveva mai posto questo problema, ma era un pensiero tutto mio. Dopo quel sogno abbiamo fatto dei tentativi più mirati, nel senso che io prendevo la temperatura ecc. Ogni mese una delusione... fino al 'vaffa...' del 79. Ho conosciuto l'angoscia che viene alle donne che desiderano essere madri e mi sono sentita di essere molto solidale con loro. Ricordo che telefonai alla Rai per protestare perchè il conduttore che presentava un programma (alla radio di mattina, verso le 8, prima o dopo il radiogiornale e durante la trasmissione c'erano delle telefonate in diretta) come prima cosa chiedeva :" Signora, ha figli?"; Ho telefonato 'incavolata' e all'operatore che mi ha risposto  ho detto che non era una domanda da fare perchè il conduttore non metteva in conto quanto dolore avrebbe provato chi a quella domanda avrebbe dovuto rispondere NO. Nel mio porre questo problema c'era molta forza e determinazione perchè in quel momento io non parlavo solo per me, ma per tutte le donne che erano state private di quello che chiamano ' dono della maternità'. Tanto parlai infervorata che alla fine mi chiesero se ero disposta a discuterne direttamente in trasmissione. Non ho potuto farlo perchè il giorno dopo dovevamo partire per l'Olanda e lì nel campeggio... l'ho raccontato nel post n° 31 del 15 marzo. Ora mi devo preparare per andare in campagna e l'altro sogno lo racconterò nel prossimo post.  sono le 10:28