GIOVANI PER IL PD

Post N° 28


Le Foibe - 10 febbraio GIORNATA DEL RICORDO
C'è ancora troppo da sapere su una pagina della storia cui appare esserci una disinformazione generalizzata. Anche questa volta cercheremo di porre l'attenzione dei nostri visitatori su di una tragedia che deve servire a sensibilizzare la moralità collettiva, al fine di perseguire sempre, con costanza, con determinazione, come unico obbiettivo, quello della Pace. La storia ci insegna che la guerra ha sempre tirato fuori la parte peggiore dell'uomo, la storia ci insegna a non ripetere gli errori del passato. E' per questo che occorre non dimenticare. Di seguito proponiamo delle brevi informazioni per capire cosa sono state le foibe.  Consigliamo ai nostri lettori un interessante sito internet  che tratta la vicenda in maniera molto approfondita e documentata: http://digilander.libero.it/lefoibe/indexx.htmL'uso delle foibe come occultamento di cadaveri durante e alla fine della seconda guerra mondiale avvenne in due periodi. Il primo, successivo all'8 settembre 1943, cioè all'Armistizio tra Italia e Alleati, si svolse in Istria e Dalmazia e uccise alcune centinaia d'italiani. Il secondo, successivo alla fine della guerra, si svolse principalmente a Trieste tra l'1 maggio e il 12 giugno 1945 e a Gorizia nello stesso periodo, con l'uccisione di diverse migliaia di persone, molte delle quali gettate vive nelle foibe. La foiba più conosciuta, anche perché nel 1992 è stata dichiarata monumento nazionale, è quella di Basovizza (a pochi chilometri da Trieste, una delle poche foibe restate in territorio italiano). Questi baratri venivano usati per l'occultamento di cadaveri con tre scopi: vendicarsi di nemici personali, magari per ottenere un immediato beneficio patrimoniale; dominare e terrorizzare la popolazione italiana delle zone contese; eliminare gli oppositori politici e i cittadini italiani che si opponevano alle politiche del maresciallo Tito. Inoltre nel periodo in esame le foibe vennero usate anche per "seppellire" i cadaveri degli scontri fra i combattenti e talvolta anche dei morti nei bombardamenti.Negli anni '60 il sindaco di Trieste, Gianni Bartoli, sulla base dei dati dell'ufficio anagrafico, stilò un elenco di 4.122 scomparsi. Secondo il professor Spazzali il numero degli infoibati dovrebbe aggirarsi attorno ai 4.500/5000. Per il tenente colonnello inglese De Gaston, capo del Patriots Office (testimonianza riportata da Paolo Caccia Dominioni in "Alpino alla Macchia") "I soli infoibati furono circa 9.800, di cui oltre 4000 civili, donne e bambini compresi." Da un’indagine minuziosa del Centro studi adriatici raccolta in un albo pubblicato nel 1989 le vittime sono 10.137: 994 infoibate, 326 accertate ma non recuperate dalle profondità carsiche, 5.643 vittime presunte sulla base di segnalazioni locali o altre fonti, 3.174 morte nei campi di concentramento jugoslavi. Non solo fascisti: erano presi di mira tutti coloro che si opponevano al disegno dell'annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia, compresi molti antifascisti, membri del Cln che avevano fatto la Resistenza al fianco dei loro assassini. La "caccia al fascista", infatti, si esercitò, perfino con maggiore precisione, nei confronti di antifascisti, i componenti dei Comitati di Liberazione Nazionale di Trieste e di Gorizia, e gli esponenti della Resistenza liberaldemocratica e del movimento autonomistico di Fiume. Dunque, infoibati perché italiani. Lo sostiene anche lo storico Giovanni Berardelli: "La loro principale colpa era quella di essere, per la loro nazionalità, un ostacolo da rimuovere al programma di Tito di annessione del Friuli e della Venezia Giulia". Da cui l'odierna accusa di genocidio o di pulizia etnica."Le foibe - sintetizza il professor Spazzali - furono il prodotto di odii diversi: etnico, nazionale e ideologico. Furono la risoluzione brutale di un tentativo rivoluzionario di annessione territoriale. Chi non ci stava, veniva eliminato".