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Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 10 Febbraio 2007 da sgsal

La Santa Sede all'attacco del ddl sulle coppie di fatto. Benedetto XVI chiede
ai politici di non andare contro il diritto naturale. I vescovi: "Minacciata la società"
Dico, l'offensiva della Chiesa
Il Papa: "Sono preoccupato"

Radio Vaticana: "Scalfiscono l'istituto del matrimonio"

ROMA - Dopo le cautele l'affondo. La Chiesa reagisce in modo duro al disegno di legge sui diritti dei conviventi in un crescendo di allarmi e scatena una vera e propria offensiva mediatica. Il Papa si dice "preoccupato" e invita i politici "a tener conto del diritto naturale", Radiovaticana denuncia: "Scalfisce l'istituto del matrimonio" mentre i vescovi accusano: "Una minaccia per la società". E l'Osservatore Romano spara: "Ferita la famiglia".

Il primo a parlare, ricevendo l'ambasciatore della Colombia presso la Santa Sede Juan Gomez Martinez, è stato Benedetto XVI. "E' necessario - ha detto il Papa - appellarsi alla responsabilità dei laici presenti negli organi legislativi, nel governo e nell'amministrazione della giustizia, affinchè le leggi esprimano sempre i principi e i valori che sono conformi al diritto naturale e che promuovano l'autentico bene comune".

Il Papa non menziona il Ddl approvato dal consiglio dei Ministri ma le sue parole risultano chiare. Dopo aver ricordato l'importanza del lavoro della chiesa cattolica per la riconciliazione nazionale, la pace e la giustizia, il Papa ha poi manifestato la sua preoccupazione "per le leggi riguardanti questioni molto delicate come la trasmissione e la difesa della vita, la malattia, l'identità della famiglia e il rispetto del matrimonio".

Secondo Benedetto XVI, persistono, inoltre, "altri problemi nella società che attentano contro la dignità delle persone, l'unità della famiglia, un giusto sviluppo economico e un'appropriata qualità della vita". Tenendo conto di queste difficoltà, il Papa ha invitato, pertanto, "a continuare nello sforzo per conseguire la concordia e la crescita armonica della nazione". Queste aspirazioni, infatti, ha proseguito il pontefice, "si realizzano pienamente solo quando Dio è considerato il centro della vita e della storia umana".

Più esplicita è l'agenzia di stampa dei Vescovi. "I cosiddetti 'Dico' - scrive la Sir - appaiono destinati a produrre sul cruciale piano delle politiche sociali e di solidarietà problemi più gravi di quelli che si ci si ripromette di affrontare". "Il testo normativo a proposito dei "diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi" - prosegue il testo - definito e approvato dal consiglio dei Ministri di giovedì scorso e avviato, ora, verso l'iter parlamentare minaccia, infatti, di incidere pesantemente - per intenzioni palesi e per conseguenze prevedibili - sul futuro della nostra società nazionale sia dal punto di vista giuridico, sia a livello culturale e di costume sia, infine, nella concreta ricaduta sulla vita delle famiglie italiane".

Infine interviene anche Radio Vaticana. L'emittente della Santa Sede affida il commento a Francesco D'Agostino, presidente dei giuristi cattolici che dice: "Il Dico vuole istituzionalizzare le convivenze sessuate: per questo appare alternativo rispetto al matrimonio". "Si vuole - ha spiegato D'Agostino - regolare un particolare tipo di convivenze: questa è l'idea di fondo e la percepiamo nell'articolo uno perchè si parla di convivenze a base affettiva. E' un'espressione ambigua. La normale affettività familiare, ad esempio tra genitori e figli, è una cosa diversa". Secondo D'Agostino, "porre accanto al matrimonio un altro istituto introduce fortissimi elementi di squilibrio perchè le future coppie si porranno l'alternativa tra ricorrere al Dico o al Matrimonio". E questo, ha scandito, "scalfirà soprattutto il matrimonio civile, istituzione sociale che merita rispetto e tutela".

(9 febbraio 2007
)

Fonte: Repubblica.it

 
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