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Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 21 Giugno 2007 da sgsal

La Carovana dell'Acqua fa tappa a Salice

www.acquabenecomune.org

Lunedì 25 giugno ore 20,00
PIAZZA PLEBISCITO





L'evento prevede l'intervento di alcuni relatori che cercheranno di  spiegare i punti della legge di iniziativa popolare sulla ripubblicizzazione dell'acqua per la quale si stanno raccogliendo firme in tutta Italia. Si parlera' anche di questioni legate all'acquedotto pugliese.

I relatori che interverranno sono:

-Margherita Ciervo (comitato territoriale del contratto mondiale sull'acqua)

-Teresa Fiocco (referente comitato provinciale in Lecce)

-Padre Gianni Capaccioni (missionario comboniano)

-Stefano Margiotta (Docente incaricato di Geologia Applicata Università di Lecce)

-Renato Di Nicola (Abruzzo social forum)

-Corrado Oddi  (fp-Cgil forum nazionale acqua pubblica)

In caso di maltempo. L´evento si svolgerà nel Centro Polifunzionale in via Turati.

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 13/07/07 alle 15:12 via WEB
accolgo con grande piacere l'invito fattomi da gabriele nella risposta al mio commento post-elettorale, e lo faccio su un argomento che da sempre mi stimola ed è oggetto delle mie considerazioni politiche (e su cui mi piacerebbe confrontarmi con i lettori del blog): la SINISTRA ITALIANA e la QUESTIONE SOCIALISTA. Ho avuto piacere a leggere le considerazioni in merito fatte da "un socialista e basta", soprattutto perchè giunte alle porte di un appuntamento (a cui purtroppo non fa eco una adeguata risonanza mediatica) cruciale per la storia presente e futura dei socialisti italiani: la costituente. Dopo aver diviso l'atomo i dirigenti socialisti sembrano FINALMENTE aver cambiato rotta. Se per pura comodità elettorale o per effettiva necessità storico-politica ce lo diranno “i posteri”. Sta di fatto però che siamo al cospetto di un importante avvenimento che si inserisce all’interno dell’ancor più importante fenomeno di scomposizione e ricomposizione di tutto il sistema politico italiano, iniziato proprio dalla sinistra con l’apertura dei cantieri di PD, “COSA ROSSA” e, appunto “COSTITUENTE SOCIALISTA”. La storia dei socialisti italiani è stata da sempre caratterizzata da “diaspore”, scissioni, divisioni ( “oso” citare Pertini il quale ironizzava dicendo che se su un isola deserta ci fossero solo tre socialisti, questi creerebbero tre correnti diverse) a partire da quella del 1912 con l’espulsione dei riformisti Bonomi e Bissolati, passando per quella del 1921 (con la fondazione del PCI) fino ad arrivare alla drammatica frantumazione prodotta da Tangentopoli, sicuramente la più dolorosa non solo per i socialisti ma per tutta la sinistra italiana, che da allora vive con le pesanti anomalie di essere orfana (unico caso in Europa) di un partito socialista, da un lato, e di essere guidata (caso più unico che raro) dagli sconfitti della storia in seguito alla caduta del muro di Berlino (cioè dal PCI-PDS-DS). Una sinistra italiana che fino ad ora non ha avuto il coraggio (se non con l’apprezzabile ma non troppo convinto tentativo di Fassino al congresso di Roma del 2005) di fare i conti con tutta la PROPRIA STORIA, che non può limitarsi soltanto a quell’esperienza che va da Togliatti a Berlinguer (la cui eredità va ovviamente raccolta e il cui spessore politico va ovviamente riconosciuto, come, però, bisogna riconoscerne gli errori – vedi referendum scala mobile, ad esempio-) ma che per forza di cose deve considerare personalità quali Turati, Nenni, Saragat, e Craxi, soprattutto in un periodo in cui della parola RIFORMISMO si fa un grande uso. Mi permetto di rispondere all’ “anonimo concreto” il quale sicuramente dice il vero quando afferma che la gente ha bisogno di “cose palpabili” e riscontrabili direttamente, ma mi sento di rivendicare con forza invece la necessità di avere una identità e una definizione politica e di riferirsi, ove necessario, a esperienze passate pur rimanendo (e su questo sono d’accordo) con lo sguardo sempre verso il futuro. La crisi degli ultimi anni è dovuta a mio avviso proprio dalla mancanza di definizioni chiare, precise e non ambigue: c’è bisogno di avere degli orizzonti entro cui muoversi dei metodi con cui operare per non correre il rischio di una maggiore deriva personalistica del sistema politico italiano e di una definitiva riduzione dei partiti a semplici luoghi geometrici. Non mi sembra che espressioni quali RIFORMISMO, LAICITÀ, DIRITTI CIVILI ad esempio, siano solo dei vuoti contenitori per “politicanti” (sono curioso di vedere nel nuovo PD come verranno conciliate le posizioni sulla proposta di legge sui CUS). Né mi sembra che da queste si possa prescindere nel determinare i nuovi rapporti all’interno della sinistra. Non condivido, ad esempio, la proposta fatta da SD per la costruzione di gauche plurielle che parta dai comunisti di Diliberto e arrivi fino ai partiti e agli uomini della COSTITUENTE (De Michelis, Boselli, ecc.): troppo marcate le differenze sulle riforme (legge Biagi, riforma dell’ordinamento giudiziario) e sulla politica estera. Credo, comunque, che dal CONFRONTO su tali tematiche bisogna partire per tessere i nuovi rapporti all’interno di una sinistra rinnovata, esaltando i punti comuni come il condiviso impegno su laicità e diritti civili, temi su cui il nostro Paese risente mai come ora di un’imbarazzante arretratezza. LUIGI PALAZZO
 
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