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La lettera dei giovani democratici a Veltroni

Post n°65 pubblicato il 03 Aprile 2008 da sgsal

Lettera dei ragazzi delle formazioni giovanili dei ds e della margherita e delle associazione della società civile al segretario del Partito Democratico Caro Walter, la passione che ha spinto tre milioni e mezzo di italiani a partecipare, poco più di un mese fa, alle primarie del nostro nuovo partito, sta dando i suoi frutti. Le ragioni che animavano quel travolgente fiume di persone hanno impresso una spinta davvero innovatrice nel centrosinistra, nella maggioranza, nell’intero sistema politico nazionale. Ci siamo dati un nome impegnativo, abbiamo una nuova sede, un gruppo dirigente che racconta bene il senso della nuova stagione che vogliamo intraprendere. Abbiamo una leadership forte ed autorevole. E ora anche un nuovo simbolo, al quale sono affidate le più profonde speranze di cambiamento di una intera generazione. Essere giovani nel 2007 non è facile. Le certezze con le quali sono cresciuti i nostri genitori non ci sono più. [UTF-8?]L’Europa è un orizzonte politico ancora incompiuto, la globalizzazione distribuisce in maniera iniqua i suoi frutti e le sue possibilità, i cambiamenti climatici minacciano il futuro del pianeta, la democrazia è un patrimonio ancora troppo poco condiviso. Ma è più difficile essere giovani in Italia. Viviamo in un Paese affaticato, stanco, incapace di investire sui suoi talenti, di valorizzare le sue infinite risorse. Un Paese in cui avere meno di trent'anni è un limite, in cui il merito troppe volte non conta e la competizione è un tabù. Un Paese che non spinge a dare il meglio di sé e che consuma il suo futuro, un anno dopo l’altro. Che lascia in panchina o manda all’estero i suoi fuoriclasse. Soprattutto, un Paese in cui il sacrosanto patto di solidarietà tra le generazioni è costruito sul consolidamento di tante iniquità. La precarietà è il tessuto delle nostre vite, l’accesso al mercato del lavoro è faticoso, la ricerca sottovalutata, le ambizioni artistiche represse. La prospettiva di costruire una famiglia e un futuro di indipendenza, il diventare adulti, è il principale diritto civile negato nel nostro Paese. Ancora più difficile, inoltre, è avere voglia di politica, di buona politica, in un contesto simile. Abbiamo a che fare con un sistema ingessato e bloccato, spesso totalmente autoreferenziale, incapace di rinnovarsi e di coinvolgere le giovani generazioni. Una politica ripiegata sui talk show televisivi e i lanci d’agenzia, che ignora i canali di comunicazione innovativi e snobba i media utilizzati dai più giovani. [UTF-8?]Un’arte nobile ridotta spesso ad argomento per addetti ai lavori. Una politica che ha smesso di incidere sui grandi temi, ma che non sa neanche proporre ricette coraggiose e soluzioni per i problemi delle persone. Nonostante tutto questo, in Italia c’è una generazione pronta a farsi sentire, che vuole bene al suo Paese, ma che lo vuole diverso, che è pronta a credere nel futuro, che reclama politica. Una generazione che ha, insieme, la forza dei grandi sogni e la concretezza necessaria a misurarsi con i problemi di ogni giorno. Che prova a combattere la precarietà sul lavoro, insieme alla fame nel mondo. Che vuole spazio, che chiede cielo e terra. La scommessa che ti proponiamo è proprio questa: ascoltare questa generazione, incontrarla, stimolarla, valorizzarla. Darle un ruolo da protagonista nel percorso che stiamo costruendo. Una grande scommessa collettiva. Per chi porta l'entusiasmo di cominciare una strada e per chi, avendone fatta, ha molto da insegnare. Questa, per noi, è la sfida: tenere insieme questa generazione di nuovi italiani e i ragazzi di tutto il pianeta. Offrire una proposta, un'idea della società e del mondo, che sappia parlare ai ragazzi che combattano la criminalità organizzata e chiedono legalità nel Mezzogiorno, come ai giovani monaci birmani che sfilano per la democrazia. Che sia valida per i nostri coetanei impegnati nel volontariato, come per i due miliardi che hanno affollato, quest’estate, i concerti di Live Earth, il grande progetto ambientalista di Al Gore. Vogliamo costruire insieme i Giovani Democratici, lo spazio generazionale del nostro partito. Vogliamo farlo con modalità davvero nuove, che permettano di non perdere le potenzialità dei movimenti giovanili, nei quali molti di noi sono cresciuti, ma che, allo stesso tempo, non si portino dietro i difetti di realtà spesso inadeguate. Con forme che garantiscano il coinvolgimento delle centinaia di migliaia di ragazzi che hanno partecipato alle primarie del 14 ottobre, ma che permettano di andare molto oltre. Vogliamo uno spazio comune per i tanti, tantissimi giovani, che vogliono iniziare una nuova storia. Quelli per i quali il Partito Democratico è l’inizio di tutto, non la fine di qualcosa. Per questo dobbiamo lanciare una grande mobilitazione nel Paese. Sulle questioni concrete, sui temi che riguardano il futuro degli oltre quindici milioni di under 30 e, quindi, il futuro di tutto il Paese. Perché è questo il bello della nostra generazione e delle sue battaglie: nel Paese delle corporazioni, saremo quelli che lottano per l’interesse generale, che si battono per la coesione sociale, per uno sviluppo davvero sostenibile. Immaginiamo, con il tuo sostegno, di dar vita alla costruzione del movimento giovanile secondo modalità davvero innovative. Con le primarie innanzitutto, con la rete, con le infinite possibilità del web. Vogliamo andare incontro a questa generazione nei luoghi dove vive: scuole, università, spazi del tempo libero, del lavoro. E’ arrivato il momento di sperimentare davvero. La considerazione che il vino nuovo non può essere messo negli otri vecchi vale anche per noi. Soprattutto per noi. C’è bisogno della nostra fantasia per osare una politica più lieve ma anche più ambiziosa, per usare parole che siano allo stesso tempo forti, chiare, ma anche un po’ più umili e vicine alle persone. Per ripartire dalle domande che la vita presenta ogni giorno, più che dalle formule politiche. E' la sfida di un impegno deciso ma sorridente, faticoso e di una leggerezza audace. Lo dobbiamo ad una generazione che ha dimostrato tante volte che si può crescere senza avere paura del futuro, che si può diventare grandi assumendosi le proprie responsabilità, scommettendo su di sé e sulle proprie qualità. Ad una generazione che non vuole delegare responsabilità, ma vuole giocare la propria partita da protagonista. Ci sono tanti campioni fra i ragazzi di questo Paese. Diamogli la possibilità di dimostrare quanto valgono, in un’Italia che non lo fa abbastanza, sotto la bandiera del nostro bel tricolore democratico. Gianluca Lioni Luigi Madeo Luciano Nobili Pina Picierno Michele Samoggia Mattia Stella Roberto Speranza Fausto Raciti

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/04/08 alle 21:06 via WEB
Caro Marco (e cari lettori), mi rendo conto che ormai potremmo stare a discutere per ore giorni settimane sull'argomento senza raggiungere una visione comune. Visto, però, che ci hai tenuto a tirarmi in ballo per farmi palesare su questo blog delle considerazioni che ti avevo già fatto “a quattr’occhi”, ti rispondo, come sempre, con massima sincerità e disinteressata franchezza. Ho già avuto modo di esprimere la mia considerazione nei tuoi confronti e il piacere per quei “momenti di discussione o di svago”, e ne approfitto per ribadirlo. Detto ciò, però, non posso non notare che le “cadute di stile” sia facile solo apputarle alle terze persone e sia, al contrario, difficilissimo evitarle quando si tratta di avvalorare un’argomentazione che per essere avvalorata ha evidentemente, bisogno delle stesse; e nel tuo intervento di cadute di stile ce ne sono un bel po’. Parto dalla prima, che considero la più scorretta e che più mi ferisce: la tua citazione di una frase, tra le tante, che fu pronunciata (a causa di fraintendimenti) nei miei confronti in un asprissimo scontro che sfociò anche in poco piacevoli considerazioni a livello personale. E qui mi fermo perché non ha senso, tuo malgrado (e nonostante mi ritenga “parte lesa” dalla vicenda), riaprire una questione privata che, tra l’altro, è stata chiarita (con una persona a cui tu sai bene io tengo). Quanto al resto, leggo nel tuo intervento un sincero coinvolgimento quando parli del forum. Coinvolgimento che è altrettanto sincero nel sottoscritto come tu e chi si è avvicinato al forum potete constatare. Ti propongo però una prospettiva diversa da cui guardare la mia partecipazione e il mio impegno nel forum (che, a mio avviso, vale anche, se non di più, per Alessio, e non me ne voglia se lo prendo a esempio). Per anni, infatti, siamo stati abituati a vedere per lo più un atteggiamento disfattista tra le varie "fazioni" così che se a me sta simpatico il consigliere di opposizione X non potrò mai e poi mai partecipare a un'iniziativa promossa dall'amministrazione guidata da Y, e viceversa. Per quanto mi riguarda posso dire senza ombra di smentita di essere stato da sempre avverso a questa logica illogica e, talvolta, di averlo anche dimostrato. Mi è sempre piaciuto confrontarmi, discutere, giungere ad un’opinione sempre sulla base di un mio riscontro personale e giudicare sempre e solo in base ad un unico criterio: il bene del paese. Ora, diciamocelo onestamente, quando si è iniziato a costruire il forum, poiché promosso dall’attuale maggioranza fin dalla campagna elettorale, era molto più facile per qualcuno della Sg parteciparvi che per chi come me non ha una posizione apertamente o necessariamente favorevole o avversa sull'operato di quest'amministrazione (proprio per le ragioni di cui sopra). E ancora più difficile, suppongo, lo è stato per Alessio il quale era stato addirittura candidato alle scorse amministrative all'interno di una lista concorrente all'attuale coalizione di maggioranza. Così come lo è stato per tutte quelle persone "neutre" o apertamente schierate “da qualche altra parte” le quali hanno collaborato alla nascita del Forum e ad eleggerne il consiglio. Ritengo che tutti questi siano stati dei FORTI elementi di credibilità per il Forum. Elementi di cui non tieni conto mi sembra…Né alcuno si è mai posto il problema se politicamente fosse una scelta più o meno giusta fare il forum. L’unico criterio di valutazione che mi sono posto fin dall’inizio è stato quello, lo ribadisco, del bene comune e dell’utilità dell’iniziativa. Ora, chiarito questo, entro nello specifico della questione. Premetto che mi dispiace che non esista un video, una registrazione audio o un resoconto stenotipografico della prima seduta del consiglio. E mi dispiace perché ciò avrebbe impedito il proliferarsi di polemiche che non sono mai piacevoli ma che si protraggono (a mio avviso inutilmente) proprio a causa di questa mancanza. Detto questo ribadisco che quelle espresse nella prima seduta del consiglio (delle quali sono ancora convinto), non erano delle considerazioni sul “contenuto” ma sulla “forma”. Non di merito ma di METODO. Quanto avvenne quella sera non ha nulla di illegittimo. Tutto è stato fatto legittimamente e nel rispetto della legalità. Ma siccome si è voluto porre fin dall’inizio un discorso anche di MORALITÀ, da questo punto di vista avevo (ed ho tutt’ora) delle perplessità. E se c’è una cosa di cui sinceramente mi dispiaccio è l’ostinazione a negare un qualcosa che, ripeto, non è illegittima, ma che io non considero molto “’ngarbata”. Quando si arriva e si fa un discorso che nel significato vuol dire “ragazzi, noi 8 (che siamo maggioranza) tutti insieme diciamo che questo è il presidente” (e allora dissi di non avere nessuna riserva di carattere personale nei confronti di Gabriele, anzi), o quando si arriva a mettere contro in una votazione due persone provenienti da uno stesso gruppo (e questa è una gran furbata e lo sai, marco…perché il discorso delle schede bianche non regge in quanto “LIBERO MOVIMENTO” qualunque fosse stato l’esito della votazione avrebbe espresso il vice-presidente), o quando addirittura si arriva sulla votazione del segretario a contraddire anche quanto si era detto subito dopo l’esito delle votazioni, cioè di coinvolgere i non eletti….quando si arriva a ciò…non si può avere la presunzione di non ricevere delle critiche! Un’altra considerazione da te fatta che ritengo non molto generosa nei miei confronti, caro marco, è quella in merito a dei miei ipotetici pregiudizi nei vostri confronti (mi riferisco alla Sg)…proprio questo a me non puoi dirlo caro marco, non foss’altro perché ho già scritto su questo blog, e ho lasciato dei commenti (mettendoci sempre la faccia, ossia il mio nome e cognome) nemmeno troppo scontati e facili dalla mia posizione, talvolta anche di elogio nei confronti del vostro operato. Concludo dicendoti che per quanto mi riguarda quella è comunque una storia chiusa e che, nonostante il mio fortissimo dissenso rispetto a “quella sera”, continuo a partecipare e a impegnarmi all’interno del forum quanto e più di prima (e ne approfitto per invitare i lettori a partecipare ai “CONFRONTI TRA CULTURE” e alla FESTA DEI POPOLI) insieme a tutte le belle persone (guelfi o ghibellini che siano) che si stanno dando da fare e con cui ho davvero un piacere enorme a collaborare…perché (parafrasando lo slogan di LIBERO MOVIMENTO che ti è piaciuto così tanto da farlo tuo in un precedente commento) NOI CI STIAMO PROVANDO…E TU? Saluti. Luigi Palazzo
 
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