In Esistente

Le buone cose di pessimo gusto


Il mio primo marito era un animale.Non da compagnia, purtroppo.Neanche da letto, purtroppo un'altra volta.Riusciva a parlare della sua infanzia per ore. Sembrava quasi che avesse vissuto solo da bambino. A sei anni aveva incontrato Gesù in bagno. A otto Mahatma Gandhi dentro l'armadio della camera dei genitori.E sì che era un visionario.Pazzo?No, autosuggestionato dal suo ego smisurato.Cosa avvessero da dirgli poi di così importante da manifestarsi in forma evaporizzata non è dato saperlo. "Ero piccolo, non ricordo altro che un freddo quando mi posarono la mano sulla testa, ma un calore al cuore, un calore al cuore, Maru, che non ti dico ..."E non mi disse infatti.E non era un pacifista. Aveva sempre la bocca piena di guerra armata, rivoluzione violenta, soppressione dei popoli dell'est.Si definiva comunista per via di quel padre partigiano e sempre arrabbiato, capace di non parlare a una persona seduta alla stessa tavola se dimostrava un minimo di lungimeranza verso zingari o albanesi. Per riacquistare un po' di quiete, e di senso di convivialità, bastava tirare un sacramento verso ebrei o americani e così conquistare un "due cucchiaini" quando si doveva zuccherargli il caffè.Perchè me ne innamorai?Semplice. Perchè era bellissimo. Un Adone, biondo, magro da spaventare, con la sua fedele chesterfield a danzare tra le labbra come intermezzo fra un intolleranza e un'altra.Ed era un donnaiolo. Di riflesso.Anche se ho già detto che a letto non era un granchè. Veloce, senza fantasia.Ma guardarlo dormire era estasi pura e poi ... mia madre mi diceva sempre, da piccola : "Guardati da chi Dio segna", intendendo i disabili,quindi lui che era così bello doveva essere una sicurezza ... ma forse anche dai segnati da troppa perfezione fisica bisogna guardarsi.Poi un giorno mise incinta un'altra donna. Ma questa è, ovviamente, un'altra storia.