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C'è chi nasce dall'incontro
assolvente di seme e ovulo
e chi, come me, nasce dalla morte
di un embrione che ha condotto
i suoi passi duecento e oltre
verso il confine di una foglia verde.
Crisalide da detenuta con falso delitto
del tempo, da espiare.
Scoppia e inonda
con polveri dii legno, di abete le ali del sistema che avevo creato.
Se tu stai tremando, io mi sconquasso.
Farnetico come in preda a febbri secolari di desiderio insonne
che a niente conduce che niente crea, che solo smuove lapilli e detriti.
Detriti di rabbia per la madre che traffica con i miei sentimenti di sognatrice.
L'unico riscatto è entrare dentro il secondo, terremotare i bianchi vini dell'idiozia,
tacere sui pregiudizi e lottare, ancora gridare contro il controllo.
Navigante verso nuove parole che non siano:
resta, torna, amami, accettami.
Ma siano:
inventami, schiavizzami, liberami, imbrattami.
Con delizie di dolciumi comprati apposta per me.