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PER UN'AMICA DAVVERO SPECIALE

Riesco a sentirti. I tuoi pensieri mi attraversano, la tua malinconia mi accompagna, il tuo dolore mi trafigge. Sei lontana, Amica di questi anni amari, ma io continuo a sentire con te ogni palpito. Nessuna distanza sarà mai abbastanza, perché nel momento esatto in cui ci siamo detti di sì, non siamo più stati due persone diverse, ma un'unica vita. Vita da piangere, vita da tacere, vita da sorridere, vita da camminare. Impercettibilmente insieme. Stretti da un filo doppio, ovunque sei.

 

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TRIBUTO A KATELUNA

 

 

« Sul dibattito della sessualitàUna piccola rimembranza »

Leggendo le poesie di Yeats

Post n°25 pubblicato il 05 Giugno 2011 da shtekel

The Second Coming

Turning and turning in the widening gyre
The falcon cannot hear the falconer;
Things fall apart; the centre cannot hold;
Mere anarchy is loosed upon the world,
The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere
The ceremony of innocence is drowned;
The best lack all convictions, while the worst
Are full of passionate intensity.

Surely some revelation is at hand;
Surely the Second Coming is at hand.
The Second Coming! Hardly are those words out
When a vast image out of Spiritus Mundi
Troubles my sight: somewhere in sands of the desert
A shape with lion body and the head of a man,
A gaze blank and pitiless as the sun,
Is moving its slow thighs, while all about it
Reel shadows of the indignant desert birds.
The darkness drops again; but now I know
That twenty centuries of stony sleep
Were vexed to nightmare by a rocking cradle,
And what rough beast, its hour come round at last,
Slouches towards Bethlehem to be born?

 

Traduzione

IL SECONDO AVVENTO

Roteando nel giro che si allarga
Non può il falcone udire il falconiere;
Crolla ogni cosa; il centro più non tiene;
Anarchia pura esplode contro il mondo;
La marea di sangue si innalza e ovunque
La cerimonia dell'innocenza è spenta;
Manca ai migliori ogni convincimento
E per i malvagi più intensa è la passione.

Di certo sopraggiunge una rivelazione;
Senza dubbio il Secondo Avvento si avvicina.
Secondo Avvento! A queste parole
Dallo Spiritus Mundi sorge immane un’immagine
A turbarmi la vista: tra sabbie di un deserto
Un corpo di leone con la testa di un uomo,
Vacui gli occhi e spietati come il sole,
Le lente cosce avanza mentre intorno
Volano ombre infuriate di uccelli del deserto.
Di nuovo cala il buio, ma ora mi è chiaro
Che venti secoli di sonno simile a pietra
Sconvolse come un incubo l’ondeggiare di una culla.
E quale rozza bestia, giunto infine il suo tempo,
striscia verso Betlemme per esser partorita?

 

Quella che il poeta descrive alla fine della prima strofa è per noi oggi esperienza quotidiana.
I migliori mancano di ogni convinzione, il cinismo inquina l’ironia. I cretini si infiammano di parole vuote nelle loro prediche parlamentari o televisive. I fanatici di ogni dio assassino levano la loro voce per promettere mortifera salvezza.

Il gruppo dirigente anglo-americano ha trascinato il mondo occidentale in una spirale di guerre senza uscita, senza possibilità di vittoria né di armistizio. Perché lo abbia fatto non siamo in grado di dirlo. L’idiozia religiosa e il calcolo cinico di enormi guadagni immediati per le corporation che detengono il potere.
Le ragioni sono da approfondire, ma il risultato è certo.
Dopo cinque anni dall’inizio di una guerra di vendetta contro la popolazione civile di un paese poverissimo, gli Stati Uniti stanno entrando in una spirale di violenze criminali e folli che non hanno altro paragone storico se non il nazismo hitleriano. Le rappresaglie contro i civili sono l’unica risposta che gli americani sanno dare contro un nemico che non sanno affrontare a viso aperto.
“Siamo tutti americani” gridarono nel 2001 tutte le persone che si sono svegliate allibite di fronte a quella tragedia,io quella mattina ero a casa,aspettando una telefonata da New York che non sarebbe mai arrivata,come tante altre di altre persone che lì hanno perso un amico,un parente o semplicemente qualcuno che conoscevano. Ma oggi  la verità è evidente: la guerra in Afghanistan è persa, come la guerra in Iraq.
Immanuel Wallerstein scriveva  che,guardando a Washington,gli viene in mente Weimar. La crisi politica americana non si è risolta con il cambio di regime nel 2009. Troppo tardi per il regime change. Quel che Bush ha fatto non può essere disfatto in un mese o in un anno. Perciò l’aggressione all’Iran, pur essendo del tutto folle dal punto di vista della razionalità strategica, può essere dietro l’angolo, con tutte le conseguenze del caso – crisi energetica, escalation terroristica nelle città europee.

Quella che potremmo definire la disfatta occidentale in Medio Oriente non è che una parte dello scenario: la novità che nessuno si aspettava è l’emergere deciso ed aggressivo del fascismo putiniano al confine d’Europa. Il pericolo sovietico non era che un elemento stabile dell’equilibrio del terrore della guerra fredda. Il pericolo russo dell’era putiniana è un elemento incontrollabile, in un gioco di terrore che non è più bipolare.
La fine del comunismo non ha significato assolutamente una vittoria della democrazia nel paese di Dostojevsky. L’eliminazione degli intellettuali, dei giornalisti, dei dissidenti, l’interdizione di ogni manifestazione politica, il concentramento del sistema mediatico e industriale nelle mani di una mafia che controlla lo stato e i servizi segreti: questo è ciò che è seguito all’abbattimento dello stato sovietico. Non propriamente il trionfo della democrazia. Infine, nell’incontro di Monaco Putin ha detto parole che l’intero occidente ha finto di non capire: la Russia è ritornata sulla scena della guerra, e prepara il riarmo delle frontiere con l’Europa. La guerra fredda è nuovamente qui, ma in condizioni di multipolarità conflittuale.

Il collasso dell’Occidente iscritto nella traiettoria che stiamo ormai vivendo rende probabile lo scatenarsi della bestia fascista in Europa.
La violenza dei fanatici crociati di Copenhagen è uno dei segnali di una voragine spalancata. In Italia la democrazia è già stata dichiarata impraticabile. A larga maggioranza è stata sospesa la libertà di voto in Parlamento, per difendere la democrazia contro "la magistratura rossa!" che attende il suo turno.

Lo sguardo allucinato di William Butler Yeats vede le cose in una fosca luce di redenzione mistica. La seconda venuta, Cristo che ritorna.
Lenin interpretò a modo suo questa profezia cristologia:
“Trasformare la guerra imperialista in guerra civile rivoluzionaria.“
Per noi, oggi, la seconda parte di quella frase non significa più niente. Nulla significa infatti l’espressione guerra civile rivoluzionaria.
Ma la prima parte dobbiamo riproporla: la guerra imperialista va trattata come l’occasione di un rivolgimento delle prospettive.
Quali prospettive si vanno disegnando? Il collasso dell’Occidente non implica affatto un collasso del capitalismo. Il capitalismo sta per entrare in una fase recessiva che sarà disastrosa per l’Europa e per gli Stati Uniti. Ma le economie più apertamente criminali (come quella russa) o più apertamente schiavistiche (come quella cinese e indiana) sono destinate a prendere il posto egemonico che fù dell’Occidente.

Dall’Europa può venire il segnale di un movimento di nuovo genere, fondato sulla diserzione generalizzata, sull’abbandono, sulla passività, sulla non partecipazione, sulla fuga dalla scena sociale competitiva.
Un’ondata di depressione profonda e smisurata potrebbe spegnere l’incendio per mancanza di legna da ardere.
C’è un compito culturale che dobbiamo svolgere: dobbiamo divenire disfattisti professionali, sabotatori nonviolenti. Dobbiamo spiegare ai giovani che la gara è truccata, e nella competizione non vinceranno niente. Dobbiamo convincere il maggior numero di persone a disertare. Disertare il lavoro, disertare il consumo, disertare la partecipazione politica.

La seconda venuta potrebbe esser questa: l’abbandono della scena della storia da parte di una maggioranza dei suoi attori, il rinserrarsi in comunità che si organizzano per proteggersi dall’incedere della dominazione psicopatica.

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IL MIO SOGNO

Il viandante

Davanti a un incrocio di strade deserte
 mi sono voltato a guardarmi indietro,
lungo era stato il cammino fin li',
dalle terre felici da cui ero partito,
dalle terre felici ero stato scacciato.

Troppo grandi i tuoi sogni,mi avevano detto,
troppo vicino alla luce sei voluto andare,
troppo grande l'amore che avevo voluto,
troppo in fretta l'amore l'avevo perduto.

E in mezzo al deserto mi sono trovato,
nessun uomo nero mi aveva guidato,
nessun uomo bianco mi aveva seguito,
questo fu' il prezzo da Lei pattuito.
"nove mesi e ancora nove dovrai camminare,
per aver solo un briciolo di quello che fu' il tuo amore".
Questa la maledizione che mi fu' pronunciata,
da chi.da lontano,mi nego' la mia amata.

Ma nel deserto non fui mai da solo,
altri viandanti camminavano con me,
tanti,quanti gli uccelli in volo.
Ognuno ha una storia da raccontare,
ognuno ha una pena che lo porta a soffrire.
come pietra essa pesa sulla loro coscienza,
di chi,troppo spesso,non ha avuto clemenza,
come corda ci lega a questo luogo tetro,
nessuno di noi puo' tornarsene indietro.
questo,ahime',e' il nostro destino,
continuare da soli sul nostro cammino.

E davanti all'incrocio mi sono fermato,
sentendo un profumo del mio passato
davanti a me lei!e' finito qui il viaggio?
avanti di un passo e scompare il miraggio!
di colpo le gambe mi hanno ceduto
con la faccia nella sabbia sono caduto
il mio spirito di nuovo svuotato,
dall'ombra di chi tanto,tanto avevo amato.

Le forze ho raccolto e mi sono rialzato
ancora una volta mi sono pulito,
ancora una volta mi sono asciugato,
dalle lacrime il mio volto rigato,
dal dolore il mio cuore ferito.

Appoggiato a una pietra mi addormentai,
e un'antica figura nel buio sognai,
di luce il suo corpo era stato tessuto:
la luce del mio amore,il mio amore perduto.
dal suo androgino corpo mi gunse una voce,
un canto di vita,un soffio di luce,
"coraggio viandante!il tuo viaggio non puo' finir qui!
tanti ti aspettano lungo il cammino,
ben altre sprprese ti riserva il destino!

 
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