restonudoe manifesto

prima di tutto documentarsi


I collaboratori sono il 9,14% degli occupati. In Italia ci sono1.177.000 collaboratori coordinati e continuativi e a progetto; 106.000collaboratori occasionali, 311.000 partite Iva individuali e 400.00associati in partecipazione. g Non più giovani. Il 68% ha trai 30 e i 59 anni. Solo il 21% ha un’età inferiore ai 30 anni. g Alta è lapresenza femminile. Cresce il numero delle donne precarie: sonoil 48,2% dei parasubordinati, mentre tra i lavoratori stabili rappresentanoil 36%. Se in Italia la precarietà caratterizza sempre più il lavoro,il prezzo maggiore lo pagano le donne. g Cresce il numero deicommittenti. Negli ultimi anni, il numero dei committenti è cresciutodel 91%. Il ricorso alle collaborazione interessa tutti i settori merceologicie tutte le attività, nel privato e nel pubblico. Ciò testimonia il fallimentodella legge 30 che non ha contrastato le false collaborazioni, ma le haincentivate e legalizzate. g Diminuiscono i compensi, già magri,dei collaboratori. Mentre nel 2003 il compenso medio dei collaboratoriera di 12.938 euro lordi l’anno, nel 2004 è sceso a 10.880 (datibilancio consuntivo fondo Inps). I compensi dei lavoratori parasubordinatinon sono vincolati a minimi stabiliti per legge o per contratto e ogni voltache si alza l’aliquota contributiva diminuiscono compensi: gran partedelle imprese scarica sul collaboratore l’aumento dei costi previdenziali.E dopo cento anni, si riaffacciano vecchie discriminazioni: le collaboratriciguadagnano circa la metà degli uomini: 6.700 euro lordi l’anno.i lavoratori precari di NIdiL-CgilLE CINQUE RICHIESTE DEI LAVORATORI PRECARI5appello dei precari al centro-sinistralecinquerichiestedeilavoratoriprecari1. CANCELLAZIONE DELLA LEGGE 30Va superata radicalmente la Legge 30 e invertita la filosofia su cui si fonda. Il lavoronon è una merce. Per evitare abusi devono essere definiti criteri che distinguanoil lavoro dipendente da quello parasubordinato. La nuova legge dovrà anche rimandare,ai contratti nazionali di lavoro, la possibilità di definire regole, limiti e tempi di utilizzo deicontratti non standard. La contrattazione collettiva è garanzia di solidarietà e impediscela concorrenza sleale tra le aziende che scaricano costi e rischi d’impresa sui lavoratori.2. COMPENSI EQUIIl 91% dei lavoratori parasubordinati ha un unico committente e non lo ha cambiatonegli ultimi 3 anni, lavora presso l’azienda e ha un orario di lavoro definito. Il lavoroatipico non deve costare meno di quello dipendente. Gli attuali compensi dei precari,determinati unilateralmente dai datori di lavoro, mortificano professionalmente edeconomicamente milioni di lavoratori e ne pregiudicano anche il futuro previdenziale.3. PIENO DIRITTO A MATERNITÀ E A MALATTIATutte le collaboratrici in maternità devono aver diritto all’astensione obbligatoria dallavoro e a quella anticipata in caso di gravidanza a rischio. Devono percepire almenol’80% dell’ultima retribuzione, e non perdere il compenso in caso di gravidanza a rischio.Inoltre, ammalarsi senza perdere il reddito è un diritto di tutti. I parasubordinati devonoavere l’indennità di malattia, oggi prevista solo in caso di ricovero ospedaliero.4. INCLUSIONE NEL WELFARE NAZIONALEI lavoratori precari devono aver diritto: al sostegno al reddito nei periodi di disoccupazionee nel passaggio da un lavoro all’altro; alla contribuzione figurativa per i periodi di nonlavoro; al reale ricongiungimento di tutti i contributi previdenziali versati superandoi limiti della totalizzazione voluta da Maroni.È un diritto anche l’accesso al credito: i parasubordinati devono poter ottenere unmutuo per la casa e per acquistare strumenti di lavoro. È possibile creare un fondonazionale di garanzia utilizzando, ad esempio, una quota dell’aliquota contributiva Inpse prevedendo la partecipazione delle Fondazioni bancarie.5. INCLUSIONE NEL WELFARE LOCALEI lavoratori parasubordinati sono gli unici esclusi dalle politiche attive del lavorodi regioni e province. Proprio a loro, invece, è necessario garantire l’accesso allaformazione professionale pubblica e destinare specifiche misure di orientamentoe riconoscimento professionale.I lavoratori precari, anche attraverso leggi Regionali, devono poter accedere a creditiagevolati e contributi destinati allo sviluppo della propria attività.Nell’accesso ai servizi pubblici normati da graduatoria (asili nido, mense, trasporti,edilizia pubblica, assegni-casa, ecc.) i collaboratori, considerati lavoratori autonomi,subiscono forti penalizzazioni. Il lavoro parasubordinato deve essere equiparatoa quello dipendente, come del resto già succede per il fisco. Senza questa misura,i processi di esclusione sociale si accentuano. Il welfare locale non può rinunciarea salvaguardare la coesione sociale che, oggi, rischia di venire meno.SUL SITO WWW.NIDIL.CGIL.IT INOMI DI TUTTI IPOLITICI CHE FIRMERANNO L’APPELLO DEI PRECARI.SARANNO SEGNALATE ANCHE LE LORO AZIONI AFAVORE DEI LAVORATORI PRECARIwww.nidil.cgil.it