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Ricetta della settimana!

Post n°16 pubblicato il 16 Ottobre 2007 da adrianare2000
 
Foto di adrianare2000

CAPUNATA DI MILINCIANI

E’ na ricetta antichissima, ca si prepara ‘n tutta la Sicilia, anchi si ccu quarchi variazioni. Nuantri vi dammu chidda classica: tagliati a pizzudda quattro feddi milinciani niuri ccu tuta la scorcia, mintitili nni lu scolapasta, salatili assai, mentitici un crupiecchiu e un pisu di ‘ncapu e lassativi accussi ppi quarchi ura a sculari, fin’a quannu nun hannu pirdutu lu sucu amaru.

Tagliati fini fini du’ cipuddi e suffriggitili nni l’uogliu. Quannu saranno trasparenti, iuncitici du’ pumadoru senza peddi e senza simenta, tutti du’ tagliati fini.

Dopu quarchi minutu, a la sarsa iuncitici 200 gr di ulivi bianchi in salamoia e tagliati a pizzudda, 150 gr di chiappari frischi e dissalati, 2 civa di accia ca aviti a lavari e tagliari puru iddi a pizzudda.

 Mintiti lu Sali e faciti cociri tutti cosi a focu lientu. Lavati ppi canticchia li milinciani asciucatili e friitili. Iuncitili a lu sucu e facitili cociri ancora ppi quarchi minutu. Poi ppi finiri iuncitici ‘nna cucchiarata e mezza di zuccaru e ‘nu bicchieriddu d’acitu di vinu, arriminati e lassati arrifriddari.

 

CAPONATA DI MELANZANE

E’ una ricetta antichissima che si prepara in tutta la Sicilia, sia pure con alcune varianti.

Vi diamo la versione classica:

tagliate a dadi quattro belle melanzane nere con tutta la scorza, mettetele in un colapasta, salatele abbondantemente, pressatele con un coperchio ed un peso e lasciatele così per qualche ora, in modo che perdano il loro liquido amaro.

Affettate finemente 2 cipolle e soffriggetele in olio. Quando saranno trasparenti, unite 2 pomodori pelati senza semi e tagliuzzati. Dopo qualche minuto, alla salsa aggiungete 200 gr di olive bianche in salamoia tagliate a pezzi, 150 gr di capperi dissalati, 2 cuori di sedano ben lavati e anch’essi tagliati a pezzi. Aggiustate di sale e lasciate cuocere a fuoco basso. Passate un attimo sotto l’acqua corrente le melanzane, asciugatele e friggetele. Unite alla salsa e cuocete ancora per qualche minuto. Completate con 1 cucchiaio e mezzo di zucchero ed un bicchierino di aceto di vino, mescolate e lasciate raffreddare.

 

 

 
 
 

Mozia... la sua storia

Post n°15 pubblicato il 12 Ottobre 2007 da adrianare2000
 
Foto di adrianare2000

E’ l’VIII secolo a.C. e un gruppo di coloni fenici provenienti da Tiro sbarca in una piccola isola al largo dell’attuale costa di Marsala. Il posto non si rivelerà solo bello e con clima invidiabile, no! Le acque che la circondano racchiudono un segreto… un crostaceo che se ben utilizzato da mani abili, dona una bellissima tonalità di porpora adatta alle fibre tessili! I fenici oltre che un popolo di guerrieri e navigatori, erano abili commercianti e così fecero della scoperta un motivo in più di guadagno Cominciando a produrre sull’isola manufatti tessili che commerciavano in tutto il Mediterraneo! Chiamarono l’isola Mothia  che in lingua semita significa  Filanda!

L’isola prosperò e divenne famosa in tutto il mondo di allora. Ma questa sua fortuna, divenne al contempo il motivo della sua disfatta e distruzione per mano di un altro popolo bramosi di terra e ricchezza che stava colonizzando la parte orientale della Sicilia… I Greci!

Così i cartaginesi fecero erigere una possente cinta di mura a difesa dell’isola. Due torrioni affiancavano la “Porta Nord” e la “Porta Sud”, uniche vie di accesso alla cittadella. Imbarcazioni  della flotta cartaginese proteggevano  l’isola da possibili attacchi nemici.
Le colonie greche nel frattempo si fanno sempre più forti e Siracusa tra esse è la più potente. Nel 397 a.C. il tiranno di Siracusa sferrò un attacco micidiale sull’isola con ben 700 navi e oltre 100.000 soldati. per aiutare i moziesi da Cartagine partirono 100 navi comandate dall’ammiraglio Imilcone… Ma nonostante  questo le forze nemiche erano di gran lunga superiori. Mozia cadde. Venne bruciata e i suoi abitanti trucidati. I pochi superstiti scapparono verso la vicina Lilibeum … Mozia non sarà più Fenicia!
Quando i Romani conquistarono la Sicilia si ricordarono di Mozia e della sua porpora, colore molto caro ai Romani! E fu così che l’isola divenne una piccola sottoprovincia romana utilizzata da Roma come Filanda e i suoi terreni sfruttati come vigna. Famosa è infatti l’uva grillo oggi utilizzata per la creazione del Marsala!  Qualche ricco signore Romano, magari il commerciante che aveva in mano la produzione tessile, fece costruire la sua villa rendendola bella e sfarzosa… La cosiddetta  “villa dei Mosaici”!
Con la caduta di Roma anche l’isola perse la sua importanza. Mozia venne abbandonata e i suoi timidi resti lasciati in preda all’erosione del tempo, dimenticata da tutti!
Nel 1101 dei monaci basiliani  vi costruirono una chiesa in onore di San Pantaleo, loro santo patrono, cambiando così il nome all’isola per alcuni secoli.
Nel 1906 Giuseppe Whitaker, grande studioso di archeologia e di botanica, acquistò l’isola e fece cominciare gli scavi . Ci vollero venti anni per riportare alla luce quei resti oggi visibile a tutti, che rendono Mozia un museo archeologico a cielo aperto.
Nel 1927 Giuseppe Whitaker pubblicò un saggio da lui scritto durante quei venti anni “
Mothia, a Phoenician colony in Sicily”
Alla sua morte l’isola divenne proprietà della fondazione culturale Whitaker che oggi ha la sua sede a Palermo nella splendida Villa Malfitano, vecchia residenza della famiglia Whitaker!




 
 
 

Visitiamo L'isola!

Post n°14 pubblicato il 12 Ottobre 2007 da adrianare2000
 
Foto di adrianare2000

Seduta su di una barca guardo Mozia e mi sembra quasi impossibile che  un’isoletta così piccola  possa nascondere  tanta storia…
Una leggera brezza marina ci accompagna dalla costa marselese fino a Mozia. Intanto un carretto  carico di uva grillo tirato da uno sciecco (asino) percorre, come tradizione vuole,  la mitica strada lastricata posta proprio sotto il pelo dell’acqua!  Se non sapessi che sotto i suoi zoccoli c’è una stradina antica di secoli, penserei ad un miracolo che lo fa camminare sull’acqua.
Arriviamo a Mozia e subito una pioggia di profumi e odori misti mi avvolge. Mi guardo intorno e la trovo bella e selvaggia. Qui il tempo sembra non sia mai trascorso e l’unico segno di civiltà moderna è la villa che Giuseppe Whitaker fece costruire per meglio seguire i lavori, oggi adibita a museo archeologico!
Attraverso un sentiero percorriamo il periplo dell’isola. I resti della Mozia fenicia sono oggi visibili nei resti della possente cinta muraria e delle torri. Della torre orientale è ancora in buone condizioni anche le  scalinata di accesso.
Proseguendo ci imbattiamo nella mitica “Porta Nord”. Rimango affascinata a guardarla e mi scopro a immaginarmi le sentinelle sulle torri a fianco che gridano l’allarme alla vista della flotta nemica.
Alle spalle della porta si può ancora vedere la strada lastricata di ciottoli che arriva alla spiaggia e prosegue poi per 7 km sotto il pelo dell’acqua congiungendo così l’isola alla terra ferma in contrada Birgi.
Con un paio di scarpe di gomma è possibile ripercorrere la strada e vivere così di questa bella esperienza. Non capita certo tutti i giorni di potere camminare sulle acque!
Oltrepassando la porta Nord si ci trova in zona Capiddazzu. Qui ad accoglierci sono i resti di alcune costruzioni tra cui un edificio a tre navate che ha tutta l’aria di aver avuto funzioni religiose!
Da qui si torna verso la riva e lo scenario cambia. Siamo nella Necropoli arcaica. Pietre tombali contenenti piccole urne sono a dimostrazione che i moziesi, come i fenici, usavano il sistema di incenerimento dei cadaveri.
Rimango col fiato sospeso quando capisco di trovarmi nell’area del Tophet, cioè la zona sacra dove i fenici svolgevano i rituali sacrificali lasciando poi i vasi contenenti  i resti dei sacrificati immolati (in particolari primogeniti maschi). Un brivido di suggestione mi percorre la schiena…
Ricominciamo a camminare e a un certo punto è possibile vedere in mezzo l’isoletta di Schola, la più piccola dell’arcipelago dello Stagnone, caratterizzata da tre casolari senza tetto.
Proseguendo quello che affascina ora i miei occhi è il Cothon , un piccolo bacino artificilae di forma rettangolare collegato al mare aperto da un canale, il cui utilizzo è ancora al centro dei dibattiti degli studiosi. L’ipotesi più plausibile è che il Cothon fosse usato come porticciolo per imbarcazioni leggere che trasportavano le merci dall’isola alle navi così pronte a salpare.
Subito dopo il porticciolo vi è la Porta sud un po’ più mal messa rispetto alla prima ma di cui sono ancora individuabili le due caratteristiche torri ai lati.
Attraversando la porta si vede poco più avanti gli elementi verticali di quella che doveva essere la CASERMETTA.
poco dopo ecco i timidi resti della villa greco-romana chiamata “Casa dei mosaici”. I mosaici pavimentali di evidente manifattura romana in ciottoli bianchi e neri  che rappresentano scene di zoomachia davvero di alto livello. Non so perché ma tra quei tresti di arte fenicia, questi splendidi mosaici mi sembrano un po’ invadenti come una cupola brunelleschiana in una costruzione moderna in acciaio! Nonostante la loro bellezza, questi mosaici sono la prova di come un popolo conquistatore cambia radicalmente le abitudini del popolo che sottomette (anche se questa volta mozia non era più abitata dai moziesi di cultura fenicia!). Come termine di paragone potrei portare la bella cattedrale di Palermo… ogni nuovo signore, ogni nuovo viceré, ci faceva aggiungere un pezzo che poco aveva da condividere con lo stile iniziale della costruzione!
Ma torniamo alla nostra visita…
Eccoci tornati al punto di partenza: Il museo archeologico Whitaker.
Alle spalle del museo c’è la CASA DELLE ANFORE. La costruzione deve il suo nome al cospicuo numero di anfore e manufatti di ceramica rinvenuti al suo interno.
Il museo invece è il riassunto della storia di Mozia. Al suo interno ci sono manufatti ritrovati nelle necropoli di Mozia e della vicina Birgi. Vasi punici di forma semplice, ceramiche corinzie  e attiche  a figure rosse e nere.

Stupenda è la collezione di testine di terracotta e sculture di marmo di manifattura greca tra cui spiccano le famose statue della Grande Madre e dell’Efebo, meglio conosciuto come il Giovinetto di Mozia, con la sua aria superba e la sua veste a piegoline. La statua fu rinvenuta pressocchè intatta nel 1979 e risale  ad una datazione del V secolo a.C.
La visita è finita. Guardo l’orologio e calcolo che occorrono all’incirca un’ora e mezza per visitare l’isola… meno di dieci minuti a raggiungerla … in totale  questi sono stati i tre quarti d’ora di passeggiata meglio spesi della mia vita!
Se vi trovate in quel di Marsala (comune che tratteremo la prossima settimana!), spendete anche voi tre quarti d’ora per visitare Mothia, il museo archeologico sotto le stelle!

 

 
 
 

Arrivare, mangiare, dormire...

Post n°13 pubblicato il 12 Ottobre 2007 da adrianare2000
 
Foto di adrianare2000

Come arrivare a Mozia è davvero facile! Il difficile è avere voglia di andarsene da un posto incontaminato e suggestivo come questo!
Qui sotto vi riportiamo tutte le principali indicazioni per raggiungere l'isola...

Autotrasporti 

da Marsala
Piazza del Popolo,  servizio SMA  Marsala Mothia   
Autoservizi Salemi 
www.autoservizisalemi.it
da Trapani servizio AST  linea Trapani 
www.aziendasicilianatrasporti.it  Tel. 0923 21021
Autoservizi Segesta   www.segesta.it (0923/20066)
Autoservizi Lumia  autolinee@autolineelumia.it (0922/20414)  

Rete viaria:
A29 da Palermo

Imbarcadero:
imbarcazioni private “Pugliesi” – Piazza Piemonte e Lombardo n. 10 – 91025 Marsala (TP)
tel. 347 3430329 / 347 7790218-  Fax. 0923 713880
www.ariniepugliese.com / info@ariniepugliese.com

Orario partenze: da   Novembre a Febbraio dalle 9.00 alle 16.00
                         da   Marzo a ottobre  dalle 9.00 alle13.30 /14.30 alle 19.00


Linee ferroviarie: 
www.fs-on-line.com  
Tel. 892021 call center trenitalia

Linee marittime:

 http://www.gruppotirrenia.it  Tel. 0923 545433
Siremar www.siremar.it tel. 0923 545455  (isole Egadi e Pantelleria)
linea Conatir  (Livorno Trapani) conatir@virgilio.it Tel. 0923 546288
Sangestour direttore@sanges.tour.it (Trapani/Formia) Tel. 0923 542470
Linea Lauro  Tel. 0923 24073
Ustica Lines  Tel. 0923 22200

Linee aeree:

Aerostazione  “ Sen. Vincenzo Florio” di Trapani – Birgi, (Tel .0923 842502) posto a 13 Km da Trapani
Compagnia Aerea: AirOne – Tel 800900966 – www.flyairone.it
Aerostazione Falcone Borsellino di Palermo 

Informazioni turistiche:
 www.apt.trapani.it 

Risolto il come arrivare, ora rimangono il "Dove alloggiare e mangiare!"
Visitare Mothia è un'ottima scusa per passare un pò di tempo nella vicina Marsala e, perchè no, visitare magari anche tutti gli altri centri marini della costa trapanese che sono qualcosa di veramnete bello e suggestivo!
Per tanto vi segnaleremo alcuni B&B sperimentati da noi per  voi... del resto qualcuno doveva pur sacrificarsi!

B&B Santa Venere alla Badia
Via Badia c/da Dammusello, 573, marsala (Trapani) - 0923 989 025 www.santaveneraallabadia.it

Realizzato in una villa ottocentesca circondata da uno splendido giardino dai profumi mediterranei, Santa Venera alla Badia è l’ideale per chi cerca un momento per coccolarsi!

B&B Villa Sparta
Contrada Amabilina, 3, 91025 Marsala (TP) – 0923 980000 www.villasparta.com 

Nato dai resti di un’antica costruzione siciliana d’epoca offre ai suoi visitatori
un tuffo nei ricordi del passato e il piacere di una pausa dalla stress quotidiano.

Camera singola                  60/90   euro

Camera doppia                  80/120  euro

Pranzo/cena (per persona) 20/30 (alcolici esclusi)

 Hotel delle palme
Via Trapani, 330, 91025 Marsala (Sicily) - 0923 739046 

Questo delizioso Hotel gode di una vista panoramica sull’isola di Mozia e dello Stagnone L’ideale per chi cerca il giusto connubio di semplicità e confort, per una parentesi chiamata vacanza!

Camera Singola 90/80

Matrimoniale 110/120

Ristorante con menù à la carte

Trattoria Garibaldi
Piazza Addolorata, 1, 91025 Marsala (TP) - 0923 953006

L’antica Cucina Samperi
Contrada Fornara, 306, 91025 Marsala (TP) - 0923 741733

Ristorante Mothia
Contrada Inversa Ettore, 13, 91025 Marsala (TP) - 0923 745255

Per cercare altre soluzioni clicca su www.hotel-sicily.it

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

I 390 comuni delle nove province!

Post n°12 pubblicato il 11 Ottobre 2007 da adrianare2000
 
Foto di adrianare2000

La Sicilia conta ben 390 comuni ognuno dei quali racchiude una storia raccontataci dalle sue vie, dai monumenti, dalle usanze!
Ogni venerdì "Sicilia Bedda!" visiterà per voi uno di questi deliziosi paesi, accompagnandovi man mano alla scopertà di luoghi talvolta troppo piccoli anche solo per essere citati ma che sono di fatto vere perle del mediterraneo e della storia italiana!
Immiginate già di passeggiare per le vie barocche delle cittadine iblee, di soffermarvi a guardare la costa trapanese con le sue acque cristalline. Pensate ai profumi dei paesi di montagna e alla freschezza del pesce azzurro che vive nei nostri mari!
Lo sapevate che la Sicilia detiene ben il 30% dei beni culturali italiani regalo dei popoli che nel corso dei secoli si sono succeduti, che in preda alla bramosia hanno lottato per averla e conquistandola, come sedotti da una bella donna il cui nome era Sicilia!
Domani cominceremo da una piccola isola al largo della costa di Marsala, nel trapanese... Domani siamo a MOTHIA!

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: adrianare2000
Data di creazione: 08/10/2007
 

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