SICILIA TERRA NOSTRA

REFERENDUM


REFERENDUM
Da sempre la democrazia è terreno fertile per demagoghi e apprendisti stregoni di tutti i colori e almeno in questa ideale classifica l'Italia non può che occupare una delle primissime posizioni. Ogni tornata elettorale ci offre l'occasione di scalare la classifica e l'imminente referendum del 12, 13 giugno potrebbe, continuando di questo passo, portarci al vertice. Chiariamo subito che essere d'accordo su una legge o volerne la sua abrogazione è una posizione legittima e l'istituto referendario garantito dalla Costituzione è forse quello che meglio consente ai cittadini di controllare l'operato del parlamento. Non si tratta quindi di criticare il referendum o coloro che con convinzione voteranno come riterranno opportuno quanto il modo truffaldino con cui i promotori dei quesiti referendari cercano di presentare l'oggetto dei referendum.Non contenti di avere usufruito in tutti questi mesi di una informazione a senso unico sfruttando popolari trasmissioni televisive senza alcun contraddittorio adesso hanno pure il coraggio di criticare la rai per mancanza di informazione.In realtà si è trattato proprio di mancanza di informazione in quanto la rai si è limitata a propagandare il punto di vista dei referendari. Sarebbe davvero ora di discuterne anche se francamente mi pare tardi; nell'attesa di sapere se i referendari avranno il coraggio ( ma sì che l'avranno!) di far credere agli italiani che voteranno sul nucleare chi convincerà i cittadini che nessuno ha mai voluto privatizzare l'acqua né gli impianti per la distribuzione e che il controllo delle spa e delle tariffe sarà sempre in mano pubblica vinca o no il sì ai referendum ?E' davvero triste vedere la scarsa considerazione che i promotori dei referendum hanno nei confronti del corpo elettorale. Le leggi possono essere giuste o sbagliate ma soprattutto migliorate così come il decreto Ronchi e per far questo c'è bisogno di un serio dibattito. Piuttosto che fare uscire i privati dalla gestione della distribuzione dell'acqua sarebbe più utile fare uscire l'ideologia che da parecchi anni tiene fermo il paese. Innanzitutto per l'ennesima volta occorre ribadire che l'acqua NON è un bene pubblico così come un tavolo non è una macchina; è possibile almeno parlare la stessa lingua adoperando un qualsiasi vocabolario?? Per stessa ammissione dei promotori dei referendum l'acqua non è un bene pubblico essendo un bene limitato e quindi a rilevanza economica ma è un bene essenziale, vitale per l'umanità. Bisogna fare in modo di eliminare gli sprechi o meglio le perdite che nel nostro paese sfiorano il 40%!! E per far questo c'è bisogno di investimenti in un momento in cui "in cassa" non ci sta nemmeno un euro... Si parla di 60 miliardi in vent'anni.Anche se non è un bene pubblico ( per definizione) l'acqua è un bene prezioso che continuiamo a pagare troppo poco rispetto agli altri paesi europei e questo incentiva gli sprechi mentre per eliminare le perdite servono appunto investimenti; l'ingresso dei privati potrebbe ammortizzare i costi che altrimenti ricadrebbero tutti sulle spalle dei contribuenti; fare finta che i soldi piovano dal cielo non giova alla risoluzione del problema.Ciò non toglie che ci possano essere gestioni virtuose come quella di Milano ( ma chi ci dice che un privato non possa fare anche meglio?) ma non sarebbe giusto riconoscere che in alcune realtà del meridione che "vedevano" l'acqua( quando era completamente gestita dal pubblico) tre volte al mese adesso ce l'hanno tutti i giorni? Poiché nessuno ha in mano la verità sarebbe utile affidarsi al mercato: sia il pubblico che il privato dovrebbero confrontarsi con il mercato; « siccome ogni individuo sa poco e, in particolare, raramente sa chi di noi sa fare meglio, ci affidiamo agli sforzi indipendenti e concorrenti dei molti, per propiziare la nascita di quel che desidereremo quando lo vedremo» diceva Hayek. E poi è peggio il profitto che genera ricchezza e che permette sempre di investire e migliorare il servizio oppure la gestione clientelare dei vari politici che utilizzano l'acqua come "serbatoio" di consensi (dove sarebbero bastati 10 dipendenti se ne ritrovano 100 in alcune realtà...) generando sprechi e scaricando tutto sulla tassazione generale?Piuttosto che confrontarsi sui problemi concreti i promotori di questi referendum preferiscono nascondersi dietro l'ideologia; vedere alcune iniziative degne del bunga bunga ( come per esempio le fontanelle chiuse qualora non passasse il sì) non rende onore a questi demagoghi e apprendisti stregoni. Bisognerebbe avere più rispetto per le persone che liberamente sceglieranno o meno di andare a votare. Chi crede nella forza delle proprie idee non ha bisogno di mistificare la realtà o pensa che questo sia il paese degli asini che volano o che magari votano?