SICILIA TERRA NOSTRA

REFERENDUM,PAURA DI CAMBIARE


 PAURA DI CAMBIARE
Contrariamente agli slogan in voga in questi giorni ( "il vento è cambiato", "senti che bel vento") sembra difficile confutare il risultato della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno: il paese non vuole il cambiamento! Magari vuole un'alternanza ma non un'alternativa credibile e che lo possa portare fuori dalle secche. Le occasioni per bocciare i vari governi Berlusconi in tutti questi anni non sono mancate ma vedere il governo travolto sulle uniche ( o quasi) leggi ( aldilà del legittimo impedimento che comunque sarebbe decaduto ad ottobre) che andavano nella direzione giusta fa molto riflettere.E mentre il voto sul nucleare era ampiamente previsto perché condizionato ancora una volta da un incidente ad una centrale nucleare ( forse sarebbe meglio non farne più di referendum sul nucleare...non ci credo ma...) colpisce la valanga che si è abbattuta sul tentativo di liberalizzare il mercato per i servizi pubblici a cominciare dalla gestione dell'acqua. Anzi sembrerebbe che proprio i quesiti sull'acqua abbiano spinto a questa straordinaria partecipazione di voto più che quello sul nucleare ( tra l'altro chi avrebbe mai scommesso che in Italia si sarebbe costruita anche una sola centrale??), trainata praticamente da tutti i partiti.Da Forza nuova ai comunisti italiani, dall' MSI a Vendola, da Fini ( di cui un suo esponente aveva proposto la legge!), Casini e Rutelli a Bossi e Di Pietro, dalla Destra di Storace a Grillo passando per tutta la galassia di movimenti ( che poi sono sempre gli stessi...) e dei "popoli viola" di tutti i colori e di tutte le chiese. Per ultimo ci si è messo pure il Papa senza che alcuno degli indignati in servizio permanente ( sempre pronti a criticarlo ogni qualvolta si è espresso su temi etici) abbia aperto bocca o scritto qualche critica per la sua "ingerenza".... Figurarsi; in questa occasione alla sinistra è andato bene pure il "voto di scambio"...magari risparmiando su un bel paio di scarpe o andando gratis in qualche balera.Di fronte a tale schieramento è stato pressoché inutile cercare di argomentare seriamente su cosa si stava realmente votando. Ancora oggi si parla di "privatizzazione dell'acqua"...e vedere passare in tv o sulla rete certi spot non può che mettere tristezza: non credo si sia mai raggiunto un livello culturale così basso. Sulla paura della gente i partiti hanno avuto gioco facile per riappropriarsi del giocattolo che gli stava sfuggendo dalle mani: dove avrebbero altrimenti piazzato i politici trombati, i loro familiari, gli amici e amici degli amici??? Non c'è nemmeno bisogno di disturbare Tomasi di Lampedusa per dire che tutto deve cambiare perché tutto rimanga come prima: l'acqua continuerà a disperdersi perché non ci sono i soldi per gli investimenti; costerà sempre troppo poco per chi ne consuma tanta e per chi continuerà a guadagnarci sopra ( chissà perché gli stabilimenti balneari offrivano spiagge gratis a chi avesse votato....); saranno più facili le infiltrazioni mafiose in mancanza di trasparenza; gli enti che si occuperanno della gestione pubblica diventeranno "serbatoi" clientelari. Tutto questo perché? Perché ancora oggi il profitto viene visto come il male assoluto; è la rivincita dei nostalgici dell'Unione Sovietica che non stanno solo a sinistra: la scuola di stato ha permeato le nostre menti di odio verso il mercato. Il Dio Stato deve governare ogni cosa: siamo liberi ma servi.Eppure questi discorsi di due secoli fa esistono ancora e sono attuali soltanto in Italia; la gestione delle acque anche ad opera di privati è ormai una realtà mondiale che va dall'Avana (!) fino a Londra. Spesso si citano a sproposito Parigi, Berlino ma nessuno dice che in quei paesi le tariffe si pagano e sono pure molto più alte delle nostre e comunque la questione non è tra pubblico e privato ( ripeto, la gestione!) ma l'opportunità che sia il pubblico che il privato debbano confrontarsi sul mercato. Chi offre condizioni migliori avrà la gestione del servizio; chi sbaglia va fuori. Istituendo magari una Authority indipendente.Purtroppo la facile demagogia ha preso il sopravvento e gli apprendisti stregoni alla padre Zanotelli sono stati gli unici protagonisti del (mancato) dibattito.Può anche darsi che il vento sia cambiato ma all'orizzonte si vedono soltanto scogli.