SICILIA TERRA NOSTRA

SENZA UN LIMITE ALLE TASSE I CONTI NON TORNANO


SENZA UN LIMITE ALLE TASSE I CONTI NON TORNANO
Mentre si discute ancora della inutile stangata estiva e si cercano correzioni alla manovra come le classiche toppe peggio del buco ( nella certezza che non verranno prese in considerazione le sensate proposte alternative di un gruppo di parlamentari capeggiati da Antonio Martino) in Parlamento giace già una proposta di legge molto seria e che proprio in questi giorni è stata rivitalizzata nel vertice franco-tedesco: il pareggio di bilancio da inserire nella Costituzione.Da sempre un chiodo fisso del compianto ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi la proposta di legge che è stata depositata da alcuni parlamentari di tutti gli schieramenti politici primo fra tutti Nicola Rossi ( non a caso ex Pd ora nel gruppo misto) con l'appoggio di quasi tutto il mondo liberale ( per quanto infinitesimale qui in Italia...) presenta un clamoroso vuoto: non specifica un tetto alle tasse! Certamente chi  ha avanzato la proposta non può essere accusato di statalismo ma immaginate che pericoloso assist si potrebbe offrire ad un qualunque governo "manovratore"  per cui "le tasse sono bellissime" e magari con i loro elettori indignati nelle piazze per reclamare altre tasse! Il pareggio di bilancio implica che non si può spendere più di quelle che sono le entrate ma si può spendere tanto elevando la tassazione. «Fra una spesa pubblica pari al 30% del pil con un deficit del 5% ed una spesa del 60% del pil con bilancio in pareggio, preferirei di gran lunga la prima» ha giustamente osservato Antonio Martino. Non è un caso che escludendo Antonio Martino e pochi altri liberisti nessuno ha ipotizzato ( nemmeno per sbaglio!) che per contenere il debito pubblico la via maestra è quella dei tagli e delle riforme strutturali. Tutti impegnati a cercare dove trovare i soldi, che siano transazioni finanziarie o patrimoniali, soldi "scudati" o calciatori e con la sinistra che alla fine protesta (giustamente) contro il "contributo di solidarietà" perché a pagarlo sono i benestanti... Le idee sono le più fantasiose ma il risultato non cambia: senza tagliare le spese, col debito che ci portiamo da decenni e con i relativi  interessi da pagare, per raggiungere il pareggio di bilancio occorreranno sempre più tasse! Lo capirebbe pure un bambino di scuola elementare ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire...per cui si aspetta sempre l'uomo della provvidenza, l'apprendista stregone di turno. Ogni aumento delle tasse implica una perdita di libertà; se non si mette un freno alla tassazione in Costituzione per rincorrere il pareggio di bilancio nel giro di pochi decenni tutto ciò che guadagniamo dovremo cederlo allo Stato. D'altra parte anche la gente pare approvare questa deriva statalista: canti, balli, feste notturne, Bella Ciao hanno salutato la vittoria dei referendum che porteranno ad un aumento della tassazione generale ( e con una impareggiabile faccia di bronzo Bersani, dopo avere cavalcato la demagogica campagna referendaria,  nella sua controproposta alla manovra propone la liberalizzazione dei servizi pubblici......). Con questa prospettiva l'Unione Sovietica è dietro l'angolo.