LA LEZIONE DEI BEVITORI DI Tè
Non sarà un movimento ultraconservatore come lo definisce quasi sistematicamente (nel peggiore dei casi anche razzista) l’inviata del Tg3 Giovanna Botteri ma certamente è difficile catalogare il fenomeno Tea Party che negli States ha contribuito in maniera determinante a minare la Presidenza Obama nelle ultime elezioni di Mid term. E’ stato spesso ridicolizzato come movimento di antipolitica e populista ma la realtà è ben diversa. Contrariamente a certi santoni nostrani pseudo filosofi in versione clownesca ( sostenere che in Italia negli ultimi 15 anni c’è stato il liberismo selvaggio è roba da circo prima ancora che da cabaret e testimonia ignoranza o malafede) questi bevitori di tè sono persone che leggono ( si è mai visto in Italia nelle manifestazioni striscioni in cui si invitava a leggere qualche autore? Al massimo, nel migliore dei casi c’è stampata qualche forca…) e che propongono un nuovo modo di fare politica: escludere il governo dalle scelte che riguardano il loro futuro. Un ritorno alla centralità dell’individuo. Certamente si troverà tra di loro qualche persona a dir poco stravagante, anche ultraconservatore ma ciò che unisce trasversalmente questa marea di movimenti è il ritorno alla Costituzione anzi la protezione della Costituzione come previsto tra i punti fondamentali i del Contract From America vero e proprio manifesto dei Tea Party. E la cosa che più colpisce è il fatto che non chiedono soltanto un taglio indiscriminato delle tasse ma associano al taglio delle tasse il taglio della spesa pubblica! Da noi invece si protesta perché il governo dovrebbe spendere di più…e per giunta senza soldi…E ci permettiamo di irridere chi ha le idee chiare e crede nella libertà.