SICILIA TERRA NOSTRA

FIAT RIVOLUZIONE


FIAT RIVOLUZIONE
L’anno si è chiuso col botto: l’accordo di Mirafiori ( che deve ancora essere ratificato dal voto dei lavoratori della fabbrica) dopo quello di Pomigliano costituisce se non proprio una rivoluzione almeno una novità senza precedenti in un Paese sempre restio ad ogni tipo di cambiamento.Non c’è dubbio che l’uomo nuovo di questa svolta sia l’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, protagonista di una rivoluzione nel rapporto tra impresa e sindacato o meglio sindacati. E se CISL, UIL hanno compreso che la situazione del mercato globale è tale che per mantenere aperte le sfide al nuovo mondo c’è bisogno di cambiamenti radicali a cominciare dal superamento del contratto collettivo nazionale di lavoro la FIOM non è disposta ad accettare l’accordo; anzi ha definito illegittimo anche l’accordo di Pomigliano ratificato dalla maggioranza dei lavoratori con un referendum perché a suo modo non è nella disponibilità dei dipendenti di Pomigliano ( e se sarà, di Mirafiori) tirarsi fuori dal contratto nazionale: i diritti non possono essere negoziabili.Se fosse davvero così la FIOM avrebbe ragione però è bene precisare che gli accordi non ledono in alcun modo i diritti dei lavoratori se non quei “diritti” presenti solo in Italia che da sempre hanno costituito una zavorra sulla via dello sviluppo. Se in Germania i salari sono quasi il doppio è perché i contratti vengono stipulati a livello aziendale e ciascuna impresa, nella fattispecie automobilistica, riesce a gestire meglio la produzione. La bassa produzione è stata ed è la causa principale di una crescita troppo bassa anche in assenza di una crisi globale come quella che stiamo attraversando.Una parte della sinistra ( Fassino, D’Alema, Marini, Ichino) si è detta favorevole all’accordo; peccato che qualcuno vorrebbe rottamarla. Forse sarebbe il caso di rottamare le idee più che le persone…Maggiore flessibilità di contrattazione tra azienda e lavoratori non più legati da un contratto nazionale che pone condizioni uguali per tutti ma contratti che tengono conto del mercato e con i lavoratori per la prima volta liberi di esprimere la loro opinione ( azienda per azienda) sui salari, sui turni, sull’utilizzo degli impianti. E’ questa la rivoluzione in atto. Il mondo del lavoro nella sua grande maggioranza si sta mostrando pronto a questa sfida; chi non ci sta (CGIL-FIOM, la sinistra antagonista di Bertinotti e Vendola ma anche parte del Pd come Cofferati) resta arroccato ad un mondo che non c’è più ( che poi è quello che ci ha portato in questa situazione disastrosa). E allora che rivoluzione fiat!