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BUONI AMICI


Una volta Ananda, uno dei più fedeli discepoli di Shakyamuni, chiese: " Sembra che avere buoni amici e progredire insieme a loro sia come essere a metà strada sulla via del Budda. E' corretto questo pensiero?". Shakyamuni rispose: "Ananda, questo pensiero non è corretto. Avere buoni amici e progredire insieme a loro non è la metà della via del Budda, ma la totalità della via"Nichiren Daishonin descrive così l'importanza del sostegno di un amico: "Un albero che è stato trapiantato non vacillerà, anche in presenza di forti venti, se vi è un solido palo che lo sostiene. Ma anche un albero cresciuto nella sua sede naturale può crollare se le sue radici sono deboli. Anche una persona debole non cadrà se coloro che la sostengono sono forti, ma una persona di otevole forza, se si trova sola, potrebbe perdere l'equilibrio lungo un sentiero accidentato. Quindi il miglior modo per ottenere la BUddità è quello di incontrare uno zenchishiki, un buon amico".Nel Buddismo i buoni amici sono conosciuti come zenchishiki, o buone influenze, mentre akuchishiki è ruferito alle cattive influenze."Cattivi"amici sono quelli che incoraggiano le nostre debolezze, favoriscono la tendenza alla lamentela e all'inerzia e che, magari inconsapevolmente, ci allontanano dai nostri obiettivi. Con le parole di Nichiren: "i cattivi amici sono coloro che con le blandizie, l'inganno, l'adulazione e l' eloquenza conquistano i cuori delle persone ignoranti e ne distruggono l'intrinseca bontà".Anche quando le intenzioni sono buone, il grado dell'influenza positiva sugli altri può variare.Tsunesaburo Makiguchi, fondatore della Soka Gakkai, usava il seguente esempio: nel caso in cui un amico abbia bisogno di denaro, darglielo è un atto di piccolo bene, mentre aiutarlo a trovare lavoro è un atto di medio bene. Tuttavia, se sta soffrendo a causa della sua tendenza karmica alla pigrizia, allora questo tipo di aiuto non farà altro che perpetuare questo aspetto negativo. In questo caso, la vera amicizia sta nell'aiutare quella persona a cambiare la propria natura pigra che è la causa profonda della sua sofferenza. Un vero "buon" amico è qualcuno che ha la compassione e il coraggio di dirci anche quelle cose che preferiremmo non sentire, con le quali però dobbiamo confrontarci se desideriamo sviluppare e migliorare noi stessi.In termini buddisti, il migliore zenchishiki è quello che ci porta a rafforzare la fede e la pratica con il fine di trasformare il karma.A proposito del sovrano che lo aveva perseguitato, esiliato ripetutamente e cercato di decapitare, Nichiren scrive: "In questa esistenza ho potuto avere fede nel Sutra del Loto e ho incontrato un sovrano che mi ha permesso di liberarmi dalle sofferenze di nascita e morte in questa vita. Come posso stupidamente serbargli rancore per l'insignificante male che mi ha fatto?".Questo esprime un concetto chiave del Buddismo. Grazie al grande potere di trasformazione della pratica buddista, anche i "cattivi" amici possono avere una buona influenza se facciamo della nostra relazione con essi un'opportunità per esaminare, riformare e rafforzare le nostre vite e realizzare la rivoluzione umana.L'obiettivo è quello di non soccombere alle influenze negative che incontriamo. e piuttosto di sviluppare la saggezza e il tipo di compassione onnicomprensiva espressa da Nichiren quando scrive che il suo primo desiderio è condurre all'illuminazione il sovrano che lo aveva perseguitato. D'altra parte più tendiamo a lamentarci e a dare la colpa agli altri, più a lungoritardiamo la nostra trasformazione karmica.