Signori si nasce!

Lino Banfi:" La comicità di Totò era musica".


Ringrazio il maestro Lino Banfi, la figlia Rosanna e la manager del sig. Banfi P. Comin per la grande disponibilità.Lino Banfi attore, comico, conduttore televisivo, scrittore, cantante, sceneggiatore, doppiatore e ambasciatore dell' UNICEF italiano, intervistato in esclusiva, telefonicamente, da Gianfranco Ponte racconta i suoi esordi ed il suo amore per il principe della risata Totò. 
foto linobanfi.it1- Lei inizio’ la sua carriera artistica affidando le risorse della sua comicità irruente e immediata al suo dialetto canosino, oltre che alla sua parlata buffa e originale.  Come nacque questa idea? A parte che non era proprio canosino, era un misto pugliese un po storpiato da me per cercare di farmi conoscere. Io ebbi la prima opportunità televisiva per potermi  esprimere in pochi minuti intorno al 69 – 70  allora  venivo dall’ avanspettacolo dal cabaret e allora dissi che dovevo inventarmi qualcosa di mio se volevo diventare famoso conosciuto. Finchè faccio una parte in film è tutto normale. Ripensai che da ragazzini prendevamo in giro a Canosa quei contadini che non sapevano parlare bene l’italiano, sbagliavano qualche termine, tutto questo ci faceva sorridere a noi ragazzi allora studenti. Questi quando parlavano di fronte a Don Giovanni o a Don Michele,chi si toglieva il cappello da un lato chi dall’ altro.. questi tipi mettevano soggezione a questa gente che non aveva studiato per cui usavano dei termini che non sapevano bene,non parliamo dei condizionali e dei congiuntivi, si perdevano continuamente. Vedevo che questi ricchi ridevano  ed io dicevo se loro ridono di loro che non sapevano parlare bene anche io un giorno potro’ fare finta di non parlare bene di fare degli errori allora la gente riderà.  2 - Il suo incontro con Totò come nacque?Io facevo avanspettacolo con Graziano Jovinelli, padrone dello Jovinelli, lui era molto amico di Totò si incontravano spesso. Graziano raccontava, a noi attori, sai l’altra sera è venuto il principe, il principe? Si è venuto nel palchetto mio. Graziano aveva un palchetto dove poteva vedere lo spettacolo senza essere visto dalla platea. Era un palchetto strategico per cui ogni tanto passavano Totò o la Magnani, questi grandi personaggi e davano  un occhiata alle compagnie di allora. E mi disse sai che ti ha visto anche a te lavorare. Ha detto questo ragazzo è simpatico, addirittura dissi, grazie mi batteva il cuore solo all’idea. Graziano mi disse sei un bravo ragazzo, fresco di studi sei pulito parli bene non sei come tanti altri ti mando a casa di Totò con un biglietto di raccomandazioni. E andai a casa di Totò, una sera credo era il ’64 o inizio ’65. 
foto wikimedia 3- Quando il principe la vide che impressione ebbe? L’impressione del principe fu ottima. Non credo che si sia ricordato di avermi intravisto,quella volta allo Jovinelli. Però Graziano sul bigliettino scrisse è un bravo  ragazzo e simpatico e’ un attore bravo pulito. 4- Come nacque la storia del suo cognome Banfi? Totò mi disse:" Graziano mi disse delle cose belle di te, come ti chiami? Ed io dissi:" Mi chiamo Pasquale Zagaria. In arte mi chiamo Lino che è il diminuitivo di Pasquale", e lui mi faceva cenno come dire giusto,e Zaga che è il diminuitivo di Zagaria. E lui subito mi disse cambialo! Dico perché principe? Perchè i diminuitvi dei nomi portano bene quello dei cognomi portano male. Ed io me ne andai con questo dubbio. Ecco perché sono un morto di fame. Alla prima compagnia che feci pensai a questa cosa e l’amminastratore che era anche un maestro elementare,senti' che volevo cambiare cognome e disse :”Che cognome scrivo sul manifesto?”.Boh che mi frega quello che vuoi.Questo disse senti io prendo il registro dei miei alunni lo apro il primo cognome che capita ti do. E capito’questo ragazzo che si chiamava Aurelio Banfi della quinta elementare di allora.Dissi suona bene Lino Banfi proviamo a scriverlo e così e’ rimasto. 
fot wuz.it 5 - Ogni tanto pensa a Totò?Io si spesso. Tante volte. Ho la foto sua sulla mia scrivania in piu’ dei fotografi mi hanno fatto un fotomontaggio, degli amici miei, fotografi bravi, sulla scena della lettera con Totò e Peppino e hanno messo anche me li come se io stessi abbracciato a Peppino ad ascoltare Totò che sta dettando. Sembra che sto proprio li’ nel film ma ahime’ e’ solo fotomontaggio. 6 - Come spiega il mito Totò?E’ musica, la comicità  è come la musica. Le note della musica sono sette su queste note hanno scritto Chopin, scrive il maestro jazz, del piano bar,scrivono opere sinfonie, scrive Gershwin da queste sette note. Tutto sta come usi quelle sette note. Così è la comicità. La comicità di Totò era musica. Tu stavi li' e capivi che stava parlando un grande musicista. Lui quei tempi musicali li ha insegnati a tante generazioni.  
foto magazine.padiglioneitaliaexpo2015.com/  Gianfranco Ponte