Signori si nasce!

Antonio de Curtis non volle sentire "A'Livella"


 "Anche quella sera, non si mise a fischiettare, ma aspetto' diligentemente che il regista gli dicesse che non aveva piu' bisogno di lui. Quando questo avvenne , prese accordi per la scena successiva, prevista dopo due giorni, e quindi si accomiato' dalla troupe alla sua maniera andando a salutare tutti, accompagnato dall'autista che gli bisbigliava nell'orecchio il nome delle persone, che non poteva riconoscere a causa della quasi totale cecità . (il set era "Il padre di famiglia").In macchina l'autista gli porse un pacchettino. <> disse Totò che ancora si lamentava con un po' di esagerazione per il caldo e la fatica. Era la prima copia di un disco contenente "' A livella", una sua celebre poesia che parla della morte e che aveva inciso per la Fonit Cetra. Nei giorni precedenti, aveva fatto telegrafare alla casa discografica per avere notizie sull'uscita del disco, a cui teneva molto, ma ora che la prima copia era nelle sue mani sembrava non glie ne importasse piu'. <>. Un presentimento, diranno poi i cronisti. Comunque Totò mostrò di non gradire l'arrivo di quel disco che parlava della Morte livellatrice, di fronte alla quale cadono tutte le differenze sociali e le vanità umane". (fonte "Il pianeta Totò - Ammesso e non concesso" di Giancarlo Governi ).Nella foto Totò e Carlo Cafiero (l'autista del principe) fonte antoniodecurtis.org