Signori si nasce!

Enzo Garinei: "Totò per noi attori deve essere uno sprone per essere bravi come lui"


Enzo Garinei attore teatrale, televisivo e cinematografico, è uno dei principali caratteristi del panorama italiano interistato in esclusiva telefonica da Gianfranco Ponte
foto images.movieplayer.it 1) Attore di teatro, cinema e tv. Enzo quando capisce che sarebbe diventato il grande Garinei?Ci sono voluti un pò di anni. All'inizio c'era la passione. Quando ho pensato di diventare attore è stato quando mi sono isciritto al teatro dell'università nel 1948/49 non avevo neanche vent'anni. Era appena finita la guerra. Mi scrissi all'università per la chimica farmaceutica. Non per diventare farmacista, ma tutti i Garinei avevano una laurea. Avevamo un'importante farmacia a Roma. Ritrovo di giornalisti,scrittori, attori. Quando iniziai avevo dei meravigliosi amici: Marcello Mastroianni, Giulietta Masina, Enrico Maria Salerno, tanti sconosciuti allora e che poi chi piu' chi meno ha avuto successo. Ai tempi eravamo legati da amicizia, non come ora. Una volta diplomato iniziai a lavorare ero nelle grazie di qualche regista di cinema, di teatro, stima e poi autostima. Mi accorgevo di essere simpatico di piacere, la gente si ricordava di me quando mi incontrava. E li mi accorsi di essere una pedina importante nell'ambiente del cinema nel teatro e anche nel doppiaggio. Il rapporto col pubblico mi piace di piu', ma anche il doppiaggio. Doppiai Stanlio quando Sordi la diede ad Hardy. Feci il provino e divenni la sua voce. Doppiai anche i Jefferson.2) Una vita per lo spettacolo. Cosa le ha insegnato il teatro?Mi sono sempre sacrificato ricordandomi però di avere una famiglia. La famiglia ci serve per coltivarci quell'angoletto per non essere piu' l'attore ma l'uomo. 
foto www.tusciaweb.it3) Il suo primo debutto al cinema con Totò nel film " Totò le Mokò" cosa ricorda di Totò e dei momenti vissuti sul set?Totò era già Totò. Non è stato il primissimo film . Avevo fatto il film "Signorinella" tratto dalla canzone. E subito dopo fu "Totò le Mokò". Di lui si dicono tante cose che era freddo, distaccato, che si desse arie, che era solitario. Non è vero. Era un uomo che aveva fatta la gavetta. Era un gran signore. Quando noi lo vedevamo lo vedevamo sotto forma di Totò, ci faceva ridere sempre. A fine lavoro si svestiva, si metteva il suo bell'abito, aveva il suo autista si metteva in macchina e se ne andava. A lui piaceva essere chiamato principe e quando ci rivolgevamo a lui dicevamo << ben arrivato principe, come sta principe>> Ci ha inseganto tantissimo, i tempi comici. Dovvamo stare semre attenti. Perchè quando si girava lui era in grado di cambiare tutto. Noi dovevamo assecondarlo. A lui faceva piacere. Molti chiedevano a lui aiuti e a tutti dava qualcosa dava anche, dava  500 £, che ai tempi era mezzo stipendio. Lui mi chiamava il dottorino, sapeva che mi stavo laureando <<  e' arrivato o' dottorino >> e mi metteva la mano sulla spalla,facevo parte del gruppo di attori che lui amava avere intorno quando lavorava.4) Totò improvvisava o seguiva un copione?Il copione lo seguiva perchè era una traccia imposrtante. Il suo personaggio lo portava avanti, anche dal punto di vista psicologico. A teatro devi seguire il copione, è più difficile improvvissare. Era un improvvisatore quando succedeva. Poteva capitare che in alcuni film non improvvissasse nulla come invece per altri si. In teatro lo vidi improvvissare. Mario Castellani e Peppino de Martino lo assecondavano aumentando i successo di quella scena. 
 5) Totò diceva che il suo compagno di lavoro doveva essere più bravo di lui perchè gli avrebbe reso la scena molto piu' comica. Lei che ricordi ha dei suoi grandi compagni dato è stato un grandissimo caratterista, un grandissimo attore?Riordi meravogliosi. Ho cercato di imparare da tutti. Da Macario, Totò, Peppino de Filippo, superiorie ad Eduardo, Eduardo grandissimo, meno bravo di Peppino. Peppino era la grande forza di essere drammatico, invece difficile che l'attore drammatico possa essere comico. La forza di questi grandi attori non avevano paura l'uno dell'altro. Fra di loro si assecondavno. La celebre lettera di Totò e Peppino è meravigliosa. Due primissimi attori come Maradona e Pelè. Non si ostacolavano. Si assecondavano e veniva fuori un qualcosa di mervaviglioso.6) Dal 1985 fu voce di Stanlio come scoprì e come nacque l'idea di doppiarlo?Non nacque da me. Feci dei provini. I primi Stanlio e Olio furono doppiati da Alberto Sordi e da un altro attore. Il tipo di voci fu un invenzione di Sordi. Le voci vere di Stanlio e Olio erano al contrario, cioè Stanlio aveva il vocione Ollio la vocina. Sordi disse la voce di Ollio deve avere la vociona Stanlio la vocina. Riadattammo tutti i film. Giancarlo Governi fece i provini. C'erano anche Mediaset e altre reti televisi. Fra le tante persone che si presentarono ai provini vinsi io e Giorgio Ariani per Olio.Giancarlo Governi mise anche le battute di quelli che erano muti dove allora c'erano le battutte scritte con la musichetta.
7) Cosa rappresenta per lei Totò?Capisaldo del cinema comico italiano. Non si può dire solo napoletano. Lui era un attore. In teatro ha reciatto poco perche'fu subito assorbito dal cinema. Faceva 4 o 5 film l'anno che gli permettevano di vivere molto bene. E' un mito. Quando aprii la scuola di teatro, circa 35 anni fa, una delle primissime domande che mi fanno è << ma com'era Totò?Perchè non ci parla di Totò>> E' un mito e deve continuare ad essere un mito. Per noi attori deve essere uno sprone per essere bravi come lui. Molto difficile.8) Suo fratello Pietro insieme a Giovannini furono dei grandissimi capisaldi del teatro e della rivista in Italia. Autori di grandissime commedie musicali. Un ricordo della coppia?Hanno lasciato un vuoto. Non vedo dei nomi che possano avere l'ascendente, l'importanza di Pietro e di Sandro. Loro hanno inventato la vera commedia musicale italiana. Si fa tanta comfusione col musical di invenzione anglosassone. Ma si basa al ballo, canto, musica priva di storia. E' una scusa per montare uno spettacolo. La commedia musicale che hanno inventato Pietro e Sandro, da quando hanno aperto il Sistina con Billi e Riva si accorsero che le storie che avevano scritto con l'aggiunta di della musica, del ballo, del canto dei costumi e della messa in scena di Coltellacci e le musiche di Trovajoli, di Kramer e di tanti altri potevano divetare la nuova operetta.Da "Aggiungi un posto a tavola", "Rugantino" , "Alleluia brava gente", " Se il tempo fosse un gambero". Invenatarono una lingua lanciarono nuovi comici da Enrico Montesano a Gigi Proietti. Lanciarono scrittori, la Lina Wertumuller,Gigi Magni, Scanicci e Talabbusi, Vaime.