CITOFONARE VIOLET

8 MARZO Dedico a tutte le donnine questo


post mentre tutti fanno gli auguri, tutti regalano mimose.. io voglio riderci su: A volte, le donne fanno e/o dicono cose che mi fanno imbestialire. Le > amo, le adoro, e tutte queste belle cose, ma questo non cancella la > terribile > verità: fanno cose per le quali le impalerei. > La peggiore, in assoluto: quando ordini qualcosa in un locale > (ristorante, pub, bar, ovunque), magari il dolce più buono del mondo, le > chiedi se > anche lei prende qualcosa... e la risposta è sempre, o quasi, la > solita: "No, semmai ne assaggio un po' del tuo". > Ma cristo santo! Ma perché? Voglio dire, è il dolce più buono del > mondo, ho mangiato per un'ora pensando a questo momento, immaginando il > sapore > del dolce sulla mia lingua... quei dolci buonissimi e piccoli, > minuscoli, che si perdono in grandi piatti da nouvelle cuisine. Ne hai > cinque > forchettate ben messe, o una decina, se le fai piccole per far durare più > a > lungo quel piacere. > Già non ti basta la tua porzione... E devi dargliene un po' a lei. > Io non glielo voglio negare. Ma dico: porca troia, prendine una > porzione e avanzala. Avanzala, non fa niente, butto via dei soldi ma almeno > mi > godo questo sottile piacere della vita. > Macché... Lo mangi vivendotelo male. Malissimo. Perché non sai quando > attaccherà. > E, come in tutti i dolci che si rispettano, c'è una parte buona e una > meno buona. La logica, se tu fossi tranquillo a casa tua senza rompicoglioni > appostati come avvoltoi, ti direbbe di mangiare prima la parte meno buona > (per esempio la crosta se è una crostata) e poi goderti la migliore in > poche > ma favolose forchettate, in un piacere così totale che cancella per un > minuto tutti gli orgasmi che hai avuto. > Ma qui non puoi! > Qui c'è l'incognita: lei. Bastardissima creatura senza cuore che fa finta > di > niente, ma ricorda tutto. Se la conosci da qualche tempo, se siete già > alle > scorregge mentre siete soli, allora mangi tutto in > velocità (ma il piacere è inquinato da questa fretta) e alla fine la guardi > desolato e triste dicendole: "Cazzo, scusami, l'ho mangiato tutto e me > ne > sono scordato... ne ordino > un altro...". Ti odierà. Sicuro ti odierà. Ma non dirà nulla e balbetterà > un > "Fa niente...?. ingoiando un po' di bile. Ma se la confidenza è ancora > ad > un > livello basso non puoi. Sai, loro > controllano tutte queste piccolezze. Noi uomini giudichiamo le donne per > certi aspetti più profondi e complessi (le tette, il culo...), ma loro > no; > loro osservano i dettagli e mica puoi cazzare su questo qui. E allora mangi > questo dolce preso dal panico. Non puoi mica partire dalla > crosta... Di solito, per uscire da questa situazione le ricordi il > fattaccio. > "Prendine pure un po'...", porgendole il piatto. Se ti va bene, ti prende > i due pezzi migliori, ma almeno l'agonia è finita. Mangerai quello che > ti > rimane in tranquillità. Se ti va male, ti risponderà la seconda frase > peggiore dopo "ne assaggio un po' del tuo": "No, avanzamene un po'". > Un po'?! Che è "un po'"? Quantificami "un po'". Quanto le avanzo, e che > le > avanzo? Mica le posso dare la crosta. No, porca troia, la crosta me la > mangerò io, e a lei dovrò dare la parte buona, per giunta un bel pezzetto, > mica posso fare la figura del pidocchioso. > La terza versione vede lei che all'improvviso, come un felino, fa volare > la > sua forchetta (o il cucchiaio, dipende dal dolce) nel tuo piatto, portandosi > via un bel pezzo, magari quello che avevi evitato di mangiare per gustarlo > alla fine. E continua tranquilla e beata in questa sua > tortura, afferrando ogni pochi istanti un altro dei pezzi migliori, fino > a > mangiarteli tutti. Tutti i tuoi pezzi migliori. > Mi fa incazzare. Ho sognato quel dolce. Sono venuto in questo locale proprio > per quel dolce. Io me lo sono ordinato e lo pagherò io. Tu non l'hai voluto. > Cazzo, potevi prenderlo e non l'hai voluto. E ti sei mangiata il mio, brutta > stronza. > Alcuni esempi: > - Compri un cornetto algida all'amarena. Quello che nella foto ha una pianta > di amarene infilata in una nuvola morbida di gelato cremoso e quando lo > apri > e togli il coperchietto di cartone ha un gelato di granito e una mezza > amarena affogata in un suo stesso sputo. L'hai comprato in funzione di > due > cose soltanto: l'amarena merdosa in punta e il pimpirillino finale del > cornetto, nel quale c'è quel milligrammo di cioccolato duro e squisito. > Lei > (o anche un tuo amico che però potrai - > almeno - mandare affanculo) mangerà quelle due cose. > - Apri un saccottino del mulino bianco. Nella foto sulla confezione c'è > questo saccottino aperto dal quale cola circa mezzo chilo di marmellata. > > Non è stato aperto, pensi, si è spezzato in due dalla pressione lavica > della > marmellata. Dentro c'è una fototessera di marmellata. Un c'era una volta > della marmellata. Il suo ricordo. > Devi mangiare il saccottino da tutti e quattro i suoi lati, un pezzo alla > volta, impastandoti la bocca e immaginando l'ultimo centimetro nel quale > ti > aspetta una pellicola di marmellata che ti si scioglierà tra le labbra > e > quando finalmente ci arrivi, quando hai quel dannato francobollo tra > le dita, arriva lei e se lo mangia. > - L'ultimo boccone. Vale per tutte le cose. Mangi con relativa velocità > dividendo mentalmente tutti i bocconi che sono a tua disposizione, > godendoteli con un leggero anticipo. Ogni morso di panino, ogni forchettata > di pasta, ogni pezzetto di bistecca preannuncia quello che seguirà. Ma > al > penultimo boccone lei ti mangerà l'ultimo, lasciandoti totalmente spiazzato, > come in un coito interrotto. > (.. girava diverso tempo fa in internet tramite mail, scritta sicuramente da qualche ometto.)