silenzi assordanti

il pro...getto


mi hanno chiesto di scrivere come la storia di un incontro sia diventata la storia di un progetto. e non posso tirarmi indietro, almeno non voglio.è passato il momento delle presentazioni. i post, le foto e i commenti sono stati il modo più efficace per presentare hamo (è di lui il blog e le parole in esso contenute) e la sua storia di carcerato: una storia come un'altra, una storia fra tante.hamo ha passato 22 anni in carcere con qualche pausa nel nostro mondo, io l'ho conosciuto per caso. vicissitudini diverse e inizio-fine non uguali ma simili.hamo ha espresso il desiderio di rientrare in carcere da uomo libero e per questo motivo mi ha chiesto qualche aiuto tecnico oltre che un supporto morale. non ho perso tempo e il blog è nato: silenzi assordanti è un ossimoro che indica perfettamente come lui e tanti come lui dietro le sbarre di una prigione si sentono.ma l'apertura del blog, come anticipato, è stato il preludio di un progetto. hamo e noi tutti che lo sosteniamo ha deciso di intervenire attivamente dentro...il progetto non ha ancora un nome, quello verrà da sè. esso però ha un'anima che nasce nella condivisione della famiglia comunitaria di San Benedetto al Porto (don Andrea Gallo per intenderci). partendo dalla riflessione personale di hamo, la contaminazione di pensiero è stata un attimo.gli strumenti d'aiuto e sostegno ai carcerati dentro le carceri sono intrinsecamente inadeguati, tanto più quando si dimenticano che la condanna è per il condannato e per la famiglia del condannato: un padre, una madre, un fratello o un semplice amico.improvvisamente ci si trova immersi nel buio della solitudine e dell'indifferenza, oltre che dello sconforto per la sconosciuta via che s'apre davanti con la sua burocrazia e la sua cecità di forma e sostanza.ebbene hamo crede fermamente che le relazioni e i rapporti amicali o affettivi siano per un uomo incatenato un unguento dai forti poteri allevianti. e non solo per l'uomo dietro le sbarre ma per chi, come scrivevo prima, soffre con lui la punizione della giustizia ingiusta: la famiglia.non c'è nessun atto di fede o di politica in questo progetto, solamente l'intenzione profondamente motivata di dare un sorriso o una parola di conforto a chi la desidera: niente di più e niente di nuovo certamente. una lettera si è sempre scritta ai carcerati, che fatica sarà mai?nessuna appunto. nessuna fatica. ma l'impegno da parte nostra di aiutare hamo a rientrare in quel luogo angusto per portare un pò di spazio e un pò d'aria pulita che forse solo chi ha visssuto il dentro può riconoscere come tale.perciò amici miei si aprano le danze. martedì ci sarà la prima riunione per dare vita alla speranza.agnese