silenzi assordanti

tutti dobbiamo sapere


CARCERI, A SOLLICCIANO I DETENUTI COSTRETTI AD ACQUISTARE MERCE A PREZZO RADDOPPIATO6 settembre 2012 - Anche in carcere anche i soldi fanno la differenza. E si perchè essere detenuti ha un caro prezzo da scontare e non si quantifica solo in termini di libertà persa. Anche comprare da mangiare costa più che fuori quando invece dovrebbe essere esattamente il contrario visto che dietro le sbarre i ceti sociali ospitati sono spesso quelli deboli. E per chi, come tanti detenuti stranieri, non ha una famiglia alle spalle? Tutto davvero molto complicato. La denuncia sul costo dei prodotti acquistati nel penitenziario di Sollicciano arriva da Fabio Evangelisti, segretario dell’Idv Toscana che spiega: ”Nel carcere di Sollicciano, come più volte denunciato da Italia dei Valori che, nel corso delle nostre periodiche visite, il primo e più grave problema è legato al sovraffollamento: i detenuti ospitati, ad oggi, a fronte di una capienza regolamentare di 480, risultano essere 980, dove mille è ritenuta una soglia psicologica pericolosissima – ha dichiarato in una nota - A questa grave criticità, si aggiunge inoltre un dato fortemente discriminatorio e troppo spesso sottovalutato, che rischia di minare quei caratteri di umanità e giustizia della pena sanciti dalla nostra stessa Costituzione: abbiamo infatti appreso che i prodotti acquistati dai detenuti costano circa il doppio del loro normale valore di mercato”.Evangelisti ha depositato alla Camera dei Deputati un’interrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia, Paola Severino, per sollecitare un intervento del Governo affinché i prezzi dei prodotti venduti in carcere sia equiparabili a quelli delle merci in commercio.Ecco alcuni esempi fatti dal segretario dell’Idv: “Per fare solo alcuni esempi eclatanti, un dopobarba Denim in carcere costa 4,03 euro, al supermercato 2,99; quello della Nivea costa addirittura 7,16 euro mentre al supermercato 4,23, uno spazzolino da denti 2,58 invece che 1,80 euro; i piatti di plastica arrivano a costare 4,20 contro i 2,40 euro – spiega ancora Evangelisti - Lo scorso anno la questione era stata sollevata dall’associazione Ristretti Orizzonti attirando l’attenzione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che si attivò emanando una circolare mirata allo specifico problema: dopo un anno tutto risulta ancora fermo tanto che lo stesso capo del Dap ha poi ammesso nel corso dell’ultima relazione annuale la mancata risoluzione del problema”.Da: http://www.clandestinoweb.com/