rumore

MOONDOG... il vichingo della 6th avenue


     
                  'sto blogghe è stato valutato -non chiedetemi come- poco meno di ventimila dollari... lo regalo al primo che passando di qua conosce od anche ha solo sentito parlare del signore ritratto nel dagherrotipo barbuto!Probabilmente non ti lascia indifferente la melodia che ascolti,un qualcosa di "già sentito" ... si tratta di Bird lament reinterpretato in chiave funky da MR.Scruff.  Per questo motivo ed in via eccezionale mi vicchipiederò un tantino pur ricordandomi quanto detesti i novelli Deagostini della musica... echecazzo la musica si ascolta, si assorbe, si ama o detesta, ti appassiona o  lascia indifferente, ti cambia anche la vita ma è assurdo riassumerla in dispense alla deagostini!Louis Thomas Hardin, vero nome di Moondog  (1916-1999) è stato un grande musicista statunitense, poi trasferitosi in Germania. Era cieco, esperto di cosmologia, poeta e inventore di strumenti musicali, trai quali il più interessante è la Trimba.  Moondog scelse di diventare un barbone, o meglio, di suonare e abitare nelle strade di New York, dove ha vissuto dal 1940 al 1974. Diventò famoso soltanto in anni recenti, grazie al fatto che rifiutava di utilizzare vestiti che non fossero stati realizzati in proprio da lui stesso. Ciò va collegato alla sua passione per il dio Thor, cui i suoi abiti e l'elmo con le corna si ispiravano, tanto che era noto come "Il Vichingo della Sesta Avenue".Era nato nel Kansas, e cominciò a suonare una batteria costruita con una scatola di cartone all'età di cinque anni. Perse la vista in seguito a un incidente in campagna all'età di sedici anni. Dopo aver appreso i rudimenti della musica in diverse scuole per ragazzi non vedenti sparse per gli Stati Uniti, imparò autonomamente i principi della musicalità e della composizione. Sostanzialmente autodidatta, studiò anche con Burnet Tuthill e nella Iowa School for the Blind. Sviluppò progressivamente un particolare interesse per la musica dei nativi americani, tanto che le sue musiche vengono eseguite nei festival jazz come nelle sale destinate alla musica classica.Quando viveva nelle strade di Manhattan si manteneva vendendo copie delle sue poesie e dei suoi saggi filosofico-musicali. Dal momento che lsi piazzava vicino a un famoso club della 52° Strada, Moondog aveva molti fan, tra i musicisti jazz  Si ispirava ai suoni della strada, auto, subway, sirene delle navi. Era musica essenziale, caratterizzata dallo "snaketime", descritto come "un ritmo scivoloso" in tempi non consueti. Non ho intenzione di morire in 4/4 era il suo motto!Leonard Bernstein, Toscanini, Charlie Parker e Benny Goodman hanno subito sicuramente l'influenza delle sue melodie essenziali e l'opera di Moondog attirò l'attenzione di Arthur Rodzinski, il direttore della New York Philarmonic, negli anni '40. Vennero prodotti diversi 78 e 45 giri, e un EP, negli anni '50, e anche alcuni LP per diverse importanti etichette discografiche di musica jazz, compreso una strana raccolta di fiabe per bambini realizzata in collaborazione con l'attrice Julie Andrews.Come non pensare poi ad un personaggio del genere inserito nell'epoca della Beat generation?Moondog aveva una visione idealizzata della Germania ("La Sacra Terra dal Fiume Sacro - il Reno"), dove si trasferì nel 1974. Una giovane studentessa tedesca chiamata Ilona Goebel lo ospitò, in un primo tempo a Oer-Erkenschwick, in seguito a Münster, in Westfalia, dove l'artista trascorse il resto dei suoi anni.Ritorna negli States nel 1989, per un tributo in cui Philip Glass gli chiese di dirigere la Brooklyn Philarmonic Chamber Orchestra, al New Music America Festival a Brooklyn, contribuendo certamente a stimolare un rinnovato interesse per la sua musica. Moondog incise infatti molti altri album, e compì diverse tourné in Europa -Francia, Germania e Svezia- e negli stessi Stati Uniti.E pensare che il tutte queste inutili parole le ho scritte mentre sul piatto gira   un suo brano "All is lonliness" interpretato nell'album d'esordio della regina, Lei...JANIS JOPLIN.ma questa e 'naltra storia.