Alla rabbia dei puri

Percezioni extrasensoriali...


La mia non è una professione solita o per meglio dire è una professione straordinaria nell'accezione estrema del termine. Sono una Restauratrice di Opere d'Arte e il solo scriverlo mi rende fiera e orgogliosa.Non è tutto oro quel che luccica, intendiamoci; è un mestiere complicato, pieno di grevi responsabilità e non parlo unicamente di quelle morali ed etiche, bensì di quelle civili e penali. E' un lavoro per il quale non basta l'abilità manuale o lo studio,  il continuo perfezionamento o la santa pazienza; queste doti sono necessarie in molte professioni non solo nella mia. Quello di cui parlo è difficilmente descrivibile poichè esula dalle virtù o dai pregi.Parlo di istinto, di "quel certo non so che", di primordiale sentore; parlo di talento nel "sentire", nell'attendere, nell'ascoltare; parlo di empatia, pulsione, estro, quasi di suggestione.Incanto. Magnetismo. Silenzio. Bellezza.Tocco "oggetti" che per il resto del mondo sono fruibili esclusivamente con gli occhi, li posso concepire come miei nel tempo che li "posseggo", posso esaminarli, studiarli, sentirli.Ascoltarli appunto...Posso rimanere a guardarli mentre loro sussurrano la propria storia, raccontano le loro avventure. Ognuna di quelle opere ha una vita da liberare, una ferita che sanguina, un dolore da ricercare, una gioia da rivelare. Io so, mentre le guardo, come diverranno. Nella mia testa e nel mio "dentro" già conosco il loro cammino. Lo vedo. Lo percepisco, ne sento il flusso.Le libero di ciò che non faceva parte di loro stesse. Le affranco da pesanti "ripensamenti" umani. Ridono loro il battito primordiale, l'origine dell'idea primitiva.Come un chirurgo intervengo sulla loro fisicità, pulendo, asportando, delimitando i danni fatti dal tempo e da mani inesperte, ma solo divenendo un  individuo degno, posso intervenire sulla loro creazione d'origine. E' una professione in cui non vi è posto per la menzogna e, forse, questo è il suo vero e sacrosanto obiettivo.