la bradipessa

BERNINA: EMOZIONANTE, LUNGO E AFFOLLATO


Quando anni fa, ancora prima di fare il corso di alpinismo, avevo proposto a mio padre il Bernina, lui aveva scosso la testa e l'aveva classificato come troppo difficile. Sarà per questo che nel we ho pensato a lungo a lui e mi sento di dedicargli la salita, lunga e faticosa ma di grande soddisfazione.I GIORNO: SALITA AL RIFUGIORegione: Lombradia, provincia di SondrioLocalità di partenza: da Milano SS36 fino a Colico, poi SS38 fino a Sondrio dove si prende a sinistra per la Valmalenco che si risale fino a Campomoro (1990m)Meta: rifugio Marco e Rosa (3609m)Dislivello: itinerario con saliscendi per un totale di 1850m Punti di appoggio: rifugio Carate (2632m): di proprietà del CAI di Carate Brianza dispone di 32 posti letto ed è aperto con servizio di alberghetto da metà giugno a fine settembreRifugio Marinelli (2813m): di proprietà del CAI Valtellinese dispone di 210 posti letto ed è aperto con servizio di alberghetto in aprile maggio e da fine giugno a metà settembreRifugio Marco e Rosa (3609m): di proprietà del CAI di Sondrio, dispone di 60 posti letto ed è aperto con servizio di alberghetto  in aprile/maggio e da fine giugnoa a metà settembre. Cena buona, standard di pulizia discreti. 0342-515370Periodo:l'itinerario è percorribile da luglio a inizio settembre; io l'ho fatto sabato 30-7-11: condizioni invernali, la ferrata sotto il Marco e Rosa nn è agibile causa neve, occorre risalire il canaletempo di percorrenza: 6h30 solo salitacartografia Kompass Tipo di percorso: traversata di alta montagna con tratti su ghiacciaioDifficoltà: FPresenza di acqua lungo il percorso: alcune sorgenti prima di arrivare al rifugio CarateMateriale necessario: normale dotazione da ghiacciaio (picozza, ramponi, imbrago)Itinerario: parcheggiata l'auto nei pressi del rifugio Poschiavino si raggiunge con breve discesa la diga di Campomoro che si attraversa. Ancora un tratto in discesa conduce ai piedi della seconda diga nei pressi della quale si imbocca il sentiero che inizia subito a salire con tratti scavati nella roccia. Segue un tratto pianeggiante nel bosco, poi si continua per prati puntando al rifugio Carate già visibile. Si ignora un bivio e si raggiunge il rifugio (2h). Si continua a monte fino alla bocchetta delle Forbici. Si passa sull'altro versante e un lungo tratto in falsopiano conduce ai piedi della bastionata rocciosa su cui sorge il rifugio Marinelli. La si rimonta sempre su buon sentiero fino al rifugio (1h). Si prosegue a destra dello stesso raggiungendo il passo Marinelli (3022m) dove si svalica. Sul versante opposto si affronta un breve tratto su sfasciumi per poi porre piede sulla vedretta dello Scersen che si attraversa con un lungo tratto pianeggiante fino a giungere ai piedi del contrafforte roccioso su cui sorge il rifugio Marco e Rosa. Si risale il canalone (45°) tenendosi preferibilmente sulla sinistra e si giunge infine al rifugio.II GIORNO: SALITA ALLA VETTALocalità di partenza: rifugio Marco e Rosa (3609m)Meta: Bernina, vetta svizzera (4060m)Dislivello: 450m circaPunti di appoggio: nessunoPeriodo: l'itinerario è percorribile da luglio a settembre; io l'ho fatto domenica 31-7-11: condizioni molto buone, ghiacciaio chiusotempo di percorrenza: tutte le relazioni che ho trovato parlavano di 2h-2h30 solo salita. Noi ce ne abbiamo messe ben di più perchè ci sono diversi punti che fungono da imbuto dove la gente si accalca con conseguenti tempi di attesa (detesto le persone che nn hanno pazienza e pur di passarti davanti, rischiano di calpestarti e farti cadere)Tipo di percorso: ascensione su ghiacciaioDifficoltà: PD+ (max 50°, 2 salti di roccia con passaggi max III, cresta aerea con passaggi di II)Equipaggiamento: normale da ghiacciaio (imbrago, corda, ramponi, picozza)Presenza di acqua lungo il percorso: noItinerario: dal rifugio rimontare la spalla nevosa a monte dello stesso, poi affrontare un canalino nevoso piuttosto ripido che dà accesso alla cresta. Dopo un breve tratto è necessario affrontare 50m di roccia, con passaggi di III (presenza di anelli di calata, alcuni chiodi e spit). Di nuovo in cresta, si può raggiungere la vetta italiana, oppure passarci sotto con traverso che taglia un ripido pendio e conduce all'ultimo tratto di cresta (misto, passaggi di II; in FOTO; MIA).Discesa per la via di salita.