la bradipessa

SULLE TRACCE DI INDIANA JONES: ALLA RICERCA DELL'ARCA


NN c'è pibblicazione sulla Valgrande che nn parli delle gole dell'Arca come di un posto irrangiungibile, di bellezza ancestrale e mitica. Chi mi conosce anche solo un po', nn faticherà a capire come una simile descrizione avesse colpito la mia fantasia per cui era parecchio che facevo il filo a questo percorso e in questo we lungo c'è stata finalmente l'occasione di realizzare questo piccolo desiderio. Il percorso è lungo e faticoso, ma il luogo è stato all'altezza delle aspettative.I giorno: da Cicogna all'Arca Regione: Piemonte, VCOLocalità di partenza: A26 uscita Baveno, quindi su SS e SP si attraverso Feriolo, S. Bernardino. A Rovegro imboccare la tortuosa e stretta SP90 che termina a Cicogna (732m)Meta: gole dell'Arca (700m)Dislivello: itinerario con saliscendi per un totale di 800m circaPunti di appoggio: bivacco Velina e bivacco Orfalecchio. Da segnalare che i bivacchi della Valgrande sono molto spartani: si dorme su tavolati di legno, no letti nè coperte: necessari materassino e sacco a pelo. Di solito c'è una stufa per scaldarsi e cucinare e delle stoviglie.All'Arca invece c'è una grotta, ubicata sulla destra orografica poco più a monte di dove si arriva col sentiero, ma noi abbiamo preferito portarci dietro la tenda, anche se in teoria nel territorio del parco il campeggio sarebbe vietato se nn in caso di necessitàperiodo: il periodo migliore per affrontare l'itinerario è l'inizio dell'estate. In primavera i guadi possono risultare complessi per la portata d'acqua e in estate/autunno la vegetazione e le foglie possono nascondere il sentiero (a tratti già nn evidentissimo). Io l'ho fatto venerdì 19-8-11: il sentiero era appena stato messo in sicurezza con catene nuovetempo di percorrenza: 6h30Tipo di percorso: traversata su sentieri nn sempre ben segnati, con tratti esposti/attrezzaticartografia Kompassdifficoltà: EEAPresenza di acqua lungo il percorso: sìMateriale supplementare: un kit da ferrata potrebbe risultare utile in alcuni passaggi; consiglio panatloni lunghi per proteggersi dagli insetti (alla fine avevo le gambe massacrate) e un repellente per zanzare: Utile anche un disinfettante per l'acqua per poter bere in sicurezza quella dei torrenti (noi usiamo il micropur, reperibile in Svizzera)Itinerario: dal parcheggio vicino al circolo Cavallotti, prendere la sterrata che passa nei pressi del cimitero e lambisce le frazioni di Merina e cascè e termina in corrispondenza di una piazzola per elicotteri. Una freccia ci guida in discesa nel bosco, passa nei pressi di una cappelletta votiva e con alcuni saliscendi ci conduce ai ruderi di Montuzzo (630m) e successivamente, in salita, a quelli di Crosane e Uccigiola (749m). Poco dopo si scende ripidamente, si affronatno 2 tratti attrezzati con catene e su un tronco si guada il rio Velina. Si riprende in salita sul versante opposto, si incontra una sorgente ed eccoci a Baserga e a Velina Sotto (660m; fontana). Attraversiamo l'alpeggio e continuiamo in discesa raggiungendo in breve ponte Velina (2h). Lo attraversiamo e proseguiamo in discesa. Dopo un centinaio di metri si nota un cartello bianco  che si raggiunge salendo per un canalino. Il cartello ci mette in guardia sulla pericolosità del percorso che stiamo per intraprendere. Il sentiero nn è difficile da seguire e i tratti più delicati sono stati attrezzati con catene. Dopo una scaletta metallica, ignorare degli ometti che salgono a sinistra ma proseguire dritto (indicazioni per Orfalecchio in rosso su un sasso). Il sentiero si abbassa a lambire il fiume e si arriva così a Orfalecchio (2h; fontana).  Il sentiero prosegue più o meno uguale nel bosco. Occorre prestare attenzione in un punto dove in corrispondenza di un passaggio attrezzato sembra perdersi, ma guardando con attenzione si nota un pezzo di plastica giallo annodato su una radice: occorre alzarsi in quella direzione. Si guada il rio Valpiana, si risale sulla sponda opposta e dopo una placchetta di roccia verticale attrezzata con catena occorre di nuovo fare attenzione: ignorare gli ometti che salgono a sinistra, ma seguire quelli in discesa. Dopo alcuni saliscendi, il sentiero sembra perdersi: mantenersi attorno alla quota 870m e proseguire dritto, in breve si ritrovano ometti e bolli rossi che in discesa ci guidano all'Arca.II giorno: dall'Arca a ScarediLocalità di partenza: gola dell'ArcaMeta: Scaredi (1842m)Dislivello: itinerario con saliscendi per un totale di 1300mPunti di appoggio: bivacco In La Piana e bivacco Scaredi. Il bivacco era affolatissimo (10 persone!) per cui abbiamo optato ancora per una notte in tenda.periodo: io l'ho fatta sabato 20-08-11: il sentiero era appena stato sistemato e segnalato con bolli rossi senza i quali credo che sarebbe stato impossibiletempo di percorrenza: 7h30Tipo di percorso: traversata su sentieri nn sempre ben segnati con tratti attrezzati/espostidifficoltà: EEAPresenza di acqua lungo il percorso: sìItinerario: si guada il fiume e si risale in un canalone pietroso seguendo gli evidenti bolli rossi. Ci si addentra quindi nella faggeta, si passano dei ruderi (760m) e si prosegue in salita. Si piega poi a sinistra e si prosegue con continui saliscendi mantenedosi alti, sopra le rocce a strapiombo sul fiume. Il sentiero è abbastanza facile da seguire grazie ai nuovi bolli rossi, anche se talvolta tende a scomparire. I tratti più delicati si incontrano in Val Negra, ma sono cmq attrezzati con catene: dopo un tratto esposto e una breve placchetta da risalire in arrampicata nei pressi di un torrentello, si scende verso il fiume che si guada poco dopo la confluenza con il rio Valgabbio. Si risale sul versante opposto e nella faggeta si raggiunge la radura di In La Piana (970m; 4h30; fontana). Si scende nuovamente verso il torrente che si attraversa su di una passerella nn molto stabile e si risale sul versante opposto con bei tornanti su comodo sentiero ben evidente nella faggeta. Si raggiunge l'alpe Portaiola e poco dopo l'alpe Boschello. Giunti ai pascoli dell'alpe La Balma, si ignorano 3 bivi: a destra per l'alpe Campo e a sinistra per Straolgio e la cappelletta di Terza, ma si continua a salire sulla destra idrografica del vallone raggiungendo infine Scaredi (3h; fontana).III giorno: da Scaredi a Cicogna per le Strette del casèLocalità di partenza: Scaredi (1842m)Meta: CicognaDislivello: itinerario con saliscendi per un totale di 700mPunti di appoggio: bivacco Bocchetta di Campoperiodo: io l'ho fatta domenica 21-08-11tempo di percorrenza: 8hTipo di percorso: traversata su sentieri nn sempre ben segnati con tratti attrezzati/espostidifficoltà: EEPresenza di acqua lungo il percorso: sìItinerario: da Scaredi si seguono le indicazioni per la Laurasca, poi ad un bivio a destra. Si raggiunge la Bocchetta di Scaredi (2095m; 1h) da cui è già visibile il bivacco (in FOTO; MIA). Sembra a portata di mano, ma è un'illusione: il percorso per raggiungerlo è ancora molto lungo. Si continua in cresta, con continui saliscendi e affrontando alcuni tratti attrezzati fino alla bocchetta di Campo (2181m) e poi fino al bivacco (1994m; 2h; pare ci sia una sorgente a 300m, verso il Pedum, ma nn abbiamo verificato). Si prosegue verso sud, fino a una bocchetta con lapide dove inizia il percorso delle Strette del Casè. Ci si cala in un canalino, si risale sul versante opposto e si prosegue con continui saliscendi lungo la cresta, in parte sul versante della Val Pogallo, in parte su quello della Val cavrì, affrontando 2 canalini, uno dei quali attrezzato con dei corrimani metallici di sicurezza. Intorno alla quota 1840m si nota un segno corcolare bianco/rosso su un sasso. Qui bisogna scendere a sinistra, nei ripidi prati della Val Pogallo. La traccia è sempre abbastanza evidente nonostante l'erba alta e segnata con rari ometti e bolli di vernice rossa. Ad un certo momento si piega a destra, si superano delle placche rocciose e si entra nella faggeta. Qui la traccia tende a perdersi. Bisogna traversare mantenendo la quota e attraversare un torrente. Sull'altra sponda il sentiero torna evidente. Siamo poco sotto l'alpe Cavrua. Occorre prendere la traccia a sinistra che in veloce discesa conduce a Pogallo Dentro (765m). Qui sinceramente nn so dove passi il sentiero vero. Noi siamo scesi dritti nel bosco sotto le case fino a reperire un vecchio sentiero che imboccato verso destra attraversa un torrentello e conduce a Pogallo (fontana). Da qui a Cicogna su mulattiera lastricata.