la bradipessa

IL MARE A MODO MIO: PUGLIA IN MTB


Tornata!Come sempre il cammino ha provveduto. A farci trovare i cartoni per imballare le bici. A farci trovare dove dormire anche quando siamo incappati nei normali contrattempi del viaggio. A farci trovare acqau e menta nella calura del meriggio a Oria. Questo è stato il fatto che mi ha colpito di più: il caldo del mezzogiorno, un paese in cima a un colle, le strade deserte, una porta che si apre e una signora che ci offre acqua e menta. Un esempio di com'è la gente di lì, disponibile e ospitale. Abbiamo conosciuto un sacco di persone, a riprova del fatto che per confrontarsi e arricchirsi nn bisogna andar lontano, basta avere il giusto spirito e allontanare paure e pregiudizi. Abbiamo fatto il bagno in mari che nn hanno nulla da invidiare alle maldive. Abbiamo percorso oltre 450km.DETTAGLI DI VIAGGIOCome arrivare: Easyjet e Ryanair collegano comodamente Brindisi a MilanoQuando andare: il periodo migliore secondo me va da metà maggio a metà giugno, quando c'è ancora poca gente, il caldo nn è eccessivo ma si riesce già a fare il bagno. Io sono andata dal 2 al 10 giugno 2012Bibliografia e cartografia; tipo di itinerario: ho usato la guida verde del Touring sulla Puglia. La cartografia lì contenuta è più che sufficiente, visto che il percorso si svolge prevalentemente su asfalto lungo la litoranea (qualche breve tratto di sterrato cmq evitabile); in alcuni tratti è consigliabile avere il navigatore. Percorso per lo più pianeggiante, ideale per bici da trekking. Prestare attenzione all'asfalto che in molti tratti è parecchio sconnesso per buche, rattoppi e tombini nn a livello.I giorno: da Brindisi a LecceLunghezza: 60km pianeggianti, un po' di sterratoTempi di percorrenza: 4hItinerario: si esce dall'aeroporto di Brindisi in sella alla bici, che già è una bella soddisfazione. Si attraversa la città e si imbocca la Sp88 che si inoltra nella campagna dominata da un impianto dell'enel. Quando si sfocia sulla SP87 si va a sinistra e si prosegue sulla litoranea fino a Casabate dove si prende a destra. La strada corre tra gli ulivi a raggiungere l'abbazia di Cerrate. Qui ci siamo fatti tentare da una ciclabile sterrata che si imbocca a destra dando le spalle alla chiesa. Corre tra gli ulivi, passa nei pressi della masseria Monacelli e quando si torna su asfalto si va a destra. All'incrocio successivo proseguire dritto, poi poco oltre prendere a destra su sterrato. Lo si segue fino alla cappelletta di D'aurio dove si torna su asfalto. Proseguire dritto a raggiungere Borgo S. Nicola e poco oltre si entra in Lecce nei pressi della chiesa di S. Niccolò e Cataldo.mangiare e dormire: per pranzo abbiamo sempre preso qualcosa da mangiare al volo (pane, pomodoro, formaggio, olive...). Per cena siamo andati al Boccon Divino dove per 14€ viene offerto un menù del territorio. Quello che mi ha stupito è che basta spostarsi pochi km dal mare perchè la cucina sia di terra. La cucina salentina è una cucina semplice, fatta di ortaggio che si combinano in un'infinità di antipasti. Per dormire abbiamo scelto il B&B Corte dei Musco: nascosto in un vicolo tranquillo appena dentro le mura, offre appartamentini ben organizzati e una bella terrazza. La proprietaria ci ha fatto trovare tutto il necessario per preparare la colazione e la casa si manteneva fresca anche nelle ore più calde.II giorno, Lecce: trekking cittadinoLecce è famosa per il trionfo del barocco che dà l'impressione di essere in una scenografia di un teatro. Si paret da Piazza duomo (all'interno notare il soffitto e i fastosi altari), poi lungo v. Vitt Emanuele e passando nei pressi della chiesa di S. irene (immagine della controriforma, ancora altari barocchi nell'interno) si raggiunge piazza S. Oronzo con l'anfiteatro romano in paret sepolto sotto la chiesa, la colonna romana con la statua di S. oronzo, il Sedile con forme gotiche eretto alla fine del 1500 come sala delle udienze e le chiese di S. Maria delle grazie (classicheggiante) e di S. Marco (rinascimentale). Vicino si trova il castello da cui si raggiunge la basilica di S. croce che sembra fondersi quasi senza soluzione di continuità con il Convento dei Celestini. Vicino si trova anche Porta napoli e la chiesa di S. Giovanni Evangelista con un pregiato npavimento.Nel pomeriggio volevamo andare a vedere gli scavi di Rudiae, antica necropoli messapica. Gli scavi sono chiusi per lavori e versano in uno stato di grave abbandono, con l'erba alta che nasconde praticamente tutto.III giorno: da Lecce a OtrantoLunghezza: 60km pianeggiantiTempi di percorrenza: 4hItinerario: si esce da Lecce per via Merine e si raggiunge Acaia, poche case bianche sorvegliate da un imponenete castello. Poco oltre si raggiunge la riserva Le cesine (gestita dal wwf, è possibile visitarla solo con guida) e poi la costa nei pressi di S. Foca. A questo punto si segue la litoranea superando Torre Roca, torre dell'Orso, Frassinito dove ci si discosta un po' dalla costa costeggiando i laghi alimini oltre i quali si è a Otranto (da nn perdere il duomo con il pavimento a mosaico e la cripta con 42 colonne).mangiare e dormire: abbiamo scleto l'agricampeggio l'Uliveto che si è rivelato un po' una delusione: piazzole ampie ma su terreno duro, notte disturbata dalla pompa dell'acqua e dal latrare dei cani. Bagni puliti e buona la cena.IV giorno: da Otranto a LeucaLunghezza: 60km con saliscendiTempi di percorrenza: 4hItinerario: Si prosegue lungo la litoranea. dapprima si sale con belle vedute su capo d'Otranto, poi si scende a porto Badisco: secondo la leggenda l'approdo di Enea; bellissimi colori. Si risale a Santa Cesarea terme oltre la quale merita una visita la grotta Zinzulusa con stalattiti e stalagmiti (5€, aperta dalle 10 alle 18.30; possibilità con altre 5e di fare un giro in barca a visitare altre 2 grotte marine). Ancora saliscendi ci portano sopra Tricase, poi si scende all'insenatura del Ciolo, chiusa alle spalle da un canyon (una breve passeggiata al suo interno conduce a gagliano del capo). Si torna indietro brevemente e un'ultima salita ci porta a Gagliando del capo, dove in discesa raggiungiamo il nostro camping nn distante da leuca.mangiare e dormire: per dormire abbiamo scelto il campeggio Santa maria di leuca: arretrato rispetto al mare, offre piscina, ristorante, animazione. Bagni puliti, piazzole ombreggiate sotto i pini. Per mangiare visto che nn avevamo pedalato abbastanza siamo andati a Patù al Rua de li Travaj. E' una trattoria, si mangia con tovaglie di carta nel giardino interno. Cucina casalinga molto semplice. Abbondantissimi gli antipasti: nn siamo riusciti ad andare oltre!V giorno: da Leuca a GallipoliLunghezza: avrebbero dovuto essere 55-60km pianeggianti, ma tra errori e digressioni sono diventati 73!!!Tempi di percorrenza: 4h15Itinerario: Si scende a Leuca dove merita una sosta la chiesa don l'ampio piazzale dominato dal bianco faro, poi si riprende la litoranea, questa volta lungo la costa ionica bassa e sabbiosa. Da nn perdere la spiaggia delle Pesculuse, chiamata le Maldive del salento: una lunga striscia di sabbia dorata, mare cristallino, fondali bassi. Una breve digressione in parte su sterrato la merita la spiaggia di Torre del Pizzo da cui si ha una prima vista su Gallipoli, bianca protesa sul mare blu. Difficile l'ingresso a gallipoli: se si vuole evitare la SS101 (a carreggiate separate, 2 corsie per senso di marcia) occorrepfare un lungo tratto contro mano.mangiare e dormire: Volevamo andare al camping La Masseria ma come indirizzo avevo SS101. Abbiamo telefonato e il tizio nn ci ha detto che ce n'era un altro dello stesso gruppo appena oltre gallipoli, in località torre sabea (l'abbiamo scoperto l'indomani), ci ha detto che l'unico modo per raggiungerlo era percorrere la superstrada. Anche in vista dell'idea di andare a mangiare pesce a Gallipoli abbiamo cambiato i nostri piani e siamo finiti al B&B Piazza Candia. E' un piccolo albergo, con camere basic che offre un'abbonadnte colazione su di una terrazza. Per cena siamo andati all'Angolo bLu: ottimo l'antipasto della casa e buone le linguine ai ricci; prezzi ragionevoli.VI giorno: da Gallipoli a Porto cesareoLunghezza: 42km pianeggianti, un po' di sterratoTempi di percorrenza: 3hItinerario: da gallipoli ci si dirige verso nord, toccando i lidi di Rivabella e delle Conchiglie. Arrivati a S. caterina una salita conduce leggermente all'interno: occorre seguire le indicazioni per S. isidoro. Poco oltre si raggiunge la riserva di Porto Selvaggio. Uno sterrato conduce all'omonima baia, poi una pista taglia integralmente la riserva conducendo all'altro ingresso dove si torna su asfalto. Il tratto successivo è molto veloce, con la costa a tratti rocciosa. Si raggiunge così Porto cesareo.mangiare e dormire: per dormire abbiamo scelto l'agricampeggio le radici che è il più bello di quelli dove abbiamo pernottato: silenzioso, bagni spaziosi e puliti, piazzole ampie su un letto d'erba morbidissimo, curato nei particolari con carretti fioriti e cespugli di lavanda. Per cena siamo andati dall'Aragosta da Cò. Bellissima la location: si mangia su un tavolato di legno a pelo d'acqua, che illumnata dal basso crea un bellissimo effetto. Buonissimo il cibo: la carbonara al tonno è stata una delle cose più deliziose che abbia mai assaggiato.VII giorno: da Porto cesareo a Ceglie MessapicaLunghezza: dovevano essere km pianeggianti, ne abbiamo aggiunti 6 per erroreTempi di percorrenza: Itinerario: Si raggiunge Torre Lapillo dove si lascia la litoranea per imboccare la SP359 che porta ad Avetrana, qui seguire per manduria che si raggiunge con la SP 142 tra i vigneti. A manduria c'è un'importante area archeologica dove si trovano delle imponeneti mura messapiche e il fonte pliniano, sorgente perenne già citata da Plino. Gli orari sono ridottissimi (10-12; 15-18) e il sito versa in uno stato pietoso con cartelli divelti ed erba alta. Peccato.Si esce dall'abitato e con la SP97 si raggiunge Oria. Noi siamo arrivati proprio a metà giornata, quando è tutto chiuso. Mi è spiaciuto perchè il borgo bianco sulla cima di un colle è suggestivo, dominato dal castello federiciano e con la cattedrale che contiene le mummie dell'Arciconfraternita della Morte. Da Oria in breve si è a Francavilla Fotnana. Si imbocca via Ceglie Messapica, poi SP26. A questo punto consiglio l'uso del navigatore. La strada procede tra gli ulivi tra i quali compaiono i primi trulli. A S. Michele prendere a destra e quando si raggiunge la SS 581 imboccarla a sinistra finchè nn si trovano le indicazioni per Villa mado.mangiare e dormire: nn avendo trovato campeggi in zona, abbiamo optato per un agriturismo. Villa mado potrebbe essere molto più curata, ma il posto è grazioso e si mangia bene.VIII giorno: da Ceglie Messapica a BrindisiLunghezza: km pianeggianti, un po' di sterratoTempi di percorrenza: Itinerario: si imbocca la SS581 in direzione di S. Vito dei Normanni. Al primo incrocio prendere a sinistra. Dove finisce l'asfalto, ancora a sinistra su sterrato. Tornati su asfalto ancora a sinistra a raggiungere Ostuni. La città bianca merita una visita. La si lascia imboccando la SP21 in discesa. Raggiunta la superstrada, si procede parallali a questa sulla strada di servizio fino all'uscita di Serranova da dove si raggiunge Punta penna Grossa, facente parte della riserva naturale di Torre Guaceto. Dopo una sosta in spiaggia, una sterrata corre lungo il margine occidentale della zona umida, ritornando poi sulla strada di servizio della SS con la quale si torna nei pressi dell'aeroporto di Brindisi e della vicina chiesa di Sta Maria del casale, celebre per il processo dei templari e che conserva resti di notevoli affreschi.mangiare e dormire: abbiamo scelto il B&B Mare Nostrum, in pieno centro storico. Anche in questo caso è un appartamentino dotato di cucina; standard di pulizia ottimi, gestori gentili e disponibili, un po' povera la colazione, a base di merendine confezionate. Per cena ci hanno consigliato La Vecchia marina, onesto ristorante di pesce con un buon rapporto qualità/prezzo.IX giorno: BrindisiBrindisi è stata un po' una delusione. Sarà che la domenica era tutto chiuso, che sul lungo mare stavano facendo dei lavoro, ma nn c'è davvero nulla che resti impresso. Carine le colonne romane con la scenica scalinata che porta in Piazza Duomo. Graziosa la chiesa di S. Giovanni al sepolcro a pianta circolare e con resti di affreschi di diverse epoche. Ma poco altro. Volevamo anche vedere la cripta di S. Lucia e il chiostro della chiesa di S. benedetto ma erano chiuse.Il nostro viaggio termina qui. Mi è sembrato brevissimo, è davvero volato via!In FOTO (MIA): la bici (il camion?) di S. sulla spiaggia delle Pescoluse