la bradipessa

CIMA GENOVA: L'ORRIDO E IL SUBLIME LUNGO LA CRESTA SIGISMONDI


Nell'ennesimo tentativo di aggirare la perturbazione che ha investito le Alpi nell'ultimo we, ci siamo ritrovati in valle Gesso, oltre Cuneo. L'idea era di salire l'Argentera per la cresta Sigismondi, classica via d'altri tempi: difficoltà contenute (max III+), ma sviluppo immenso (oltre 2500m) e zero chiodi/spit. NN siamo partiti proprio sotto i migliori auspici: appena scesi dall'auto S. ha affogato la macchina fotografica in una sorgente. Poi io nn ero particolarmente in forma: la salita al rifugio sono solo 700m ma mi hanno fatto faticare. Infine domenica mattina nn abbiamo sentito la sveglia e siamo partiti con 1h di ritardo sulla tabella di marcia. Finchè siamo andati in conserva è andato tutto bene, ma quando la cresta si è fatta più affilata abbiamo iniziato coi tiri (sono l'unica alpinista che ha paura del vuoto!) e ci siamo decisamente rallentati. Il tempo poi nn era eccezionalee: nubi scure andavano e venivano e ci siamo anche presi una scarica di grandine. Perciò giunti alla Cima Genova la vetta sembrava ancora lontanissima e abbiamo deciso di uscire dalla via. Un po' di dispiacere ma è stata decisamente la scelta giusta, altrimenti saremmo scesi come al solito col buio. Sono cmq soddisfatta: l'ambiente è grandioso, pareti di granito che incombono su valli strette povere di vegetazione ma ricchissime d'acqua. Sono felice di come sono salita in conserva sul II/III grado, senza problemi e con gli scarponi. Mi è piaciuta la solitudine: l'unico incontro è stato con una mamma-stambecco che insegnava ai piccoli a muoversi appunto sulla cresta; uno dei piccolini era incerto e la mamma sembrava incoraggiarlo. Inoltre mai come ieri ho compreso il concetto dell'orrido e sublime dei romantici: mi sentivo piccolissima, in mezzo a questa cresta infinita che mi intimoriva e al tempo stesso mi affascinava; pensavo che nn ce l'avrei mai fatta, ma quando mi voltavo indietro mi stupivo di quanta strada avessi già percorso.I GIORNO: SALITA AL RIFUGIORegione: Piemonte, provincia di Cuneo<Località di partenza: da Milano A7, poi A21 fino ad Asti; seguire per Alba e poi per Cuneo. Si risale quindi la valle Gesso fino a Pian della casa (1743m) dove la strada, a tratti sterrata, terminaMeta: rifugio Remondino (2430m): di proprietà del CAI di Cuneo, dispone di 46 posti letto ed è aperto con servizio di alberghetto nei we di fine maggio/inizio giugno e continuativamente da metà giugno a metà settembre. Doccia calda, cena buona, personale gentile, competente, disponibile, standard di pulizia discreti, buon rapporto qualità prezzoDislivello: 700mPunti di appoggio: nessunoPeriodo:l'itinerario è percorribile da metà giugno a metà ottobre; io l'ho fatto sabato 4-8-12 tempo di percorrenza: 2h solo salitacartografia IGC Tipo di percorso: traversata su sentieri ben segnatiDifficoltà: EPresenza di acqua lungo il percorso: noItinerario: parcheggiata l’auto, ci si incammina lungo il sentiero che risale il vallone di Assedras. Si passa il torrente su un ponticello, si ignora il bivio a destra per il passo di Marcatur e si continua in salita fino a raggiungere il rifugio.II GIORNO: SALITA ALLA VETTALocalità di partenza: rifugio Remondino (2430m)Meta: Cima Genova (3191m)Dislivello: 750m circaPunti di appoggio: nessunoPeriodo: l'itinerario è percorribile da luglio a settembre; io l'ho fatto domenica 5-8-12 tempo di percorrenza: Dipende molto da quanto uno è veloce e in grado di muoversi in conserva. Noi ci abbiamo messo 5h solo salita (1h di avvicinamento + 4h in via) ma in internet ho letto di gente che in 3h ha fatto la cresta integrale (secondo i miei calcoli, da dove ci siamo fermati alla vetta dell'Argentera per noi ci sarebbero volute almeno ancora 2h30)Tipo di percorso: arrampicataDifficoltà: PD+ (max III)Equipaggiamento: normale da roccia: imbrago, corda (noi avevamo una mezza da 55m), fettucce, qualche friends, cascoPresenza di acqua lungo il percorso: noItinerario: - Avvicinamento: Dal rifugio, si inizia a seguire la traccia che sale al passo dei Detriti. Si attraversa un tratto su pietraia, disagevole, poi si affronta un pendio più ripido che porta a una conca. Qui si abbandona la traccia e si taglia a sinistra. Si passa sopra delle rocce montonate raggiungendo l'evidente forcella di Freshfield (2820m).- Via: Dalla forcella Freshfield si attacca direttamente l'ampia placconata rossastra sulla destra, facile e molto appoggiata, che si risale senza percorso obbligato ricercando di volta in volta il percorso più semplice (tratti di II). Superato un tratto pianeggiante di cresta più affilata, si traversa brevemente a sinistra: qui la pendenza diventa più marcata ed anche la ricerca del passaggio migliore, comunque mai obbligato, richiede un po' di intuito in più (brevi passi di III). Più sopra, dove il terreno torna semplice, si sale piegando gradatamente verso destra raggiungendo una zona di detriti: scalando direttamente la facile cresta successiva si raggiunge la sommità di Cima Purtscheller (3040 m). Ci si abbassa leggermente sul versante nord, sfruttando una cengetta sino al sottostante intaglio (forcella Purtscheller) dove si riguadagna la cresta. Da questo punto in poi le difficoltà rimangono contenute (II), ma l'esposizione aumenta notevolmente.  Si prosegue direttamente sul filo (passi di III) raggiungendo più avanti la base della punta Genova. Ora la cresta diventa ampia e, per divertenti gradoni, si raggiunge la vetta (3191 m).- Discesa: poco sotto la vetta, a destra, è visibile una sosta attrezzata con 2 spit, alcuni cordini e un anello di calata che costituisce una via di fuga dalla via. Si effettua pertanto unaa calata in corda doppia di 25m, raggiungendo l'ancoraggio successivo (2 chiodi con cordini). Per raggiungere il terzo ancoraggio (cordino su spuntone), dopo aver fatto la doppia di 25m, occorre spostarsi verso dx (faccia a monte) di alcuni metri su una cengia. La terza calata è molto breve e nn va fatta verso valle, bensì in direzione del Passo dei Detriti fino a raggiungere una cengi- canale che si risale per alcuni metri portandosi sul versante opposto dove si raggiunge la via normale dell'Argentera da cui si scende facendo ritorno al rifugio Remondino; da qui all'auto per il percorso fatto il giorno prima.In FOTO (MIA; fatta col telefono): giochi di luce lungo la cresta