la bradipessa

PATAGONIA, PARTE I: BUENOS AIRES A PIEDI E IN BICICLETTA


Eccomi di ritorno! Viaggio di rientro a parte (i miei bagagli sono rimasti a Madrid e stamattina ho iniziato col raffreddore e con una gomma a terra), è andato tutto benissimo. Siamo stati fortunatissimi col meteo e quindi la parte sul ghiacciaio è stata più facile del previsto, anche se pur sempre molto impegnativa. Mi sono stupita di quanto sia riuscita a camminare con lo zaino pesante e il panorama sul Cerro Torre è davvero spettacolare: il nome di "Grido di pietra" gli calza a pennello. Il viaggio è iniziato con 2 gg a Buenos Aires per riprenderci dal jet-lag (cmq lo ho avvertito poco, come al solito) e per scoprire una città che nn era nel mio immaginario e che invece si è rivelata piacevole e con angoli suggestivi.I giorno, Buenos Aires a piediera domenica e il nostro tour ha preso avvio a piazza Dorrego dove viene allestito un caratteristico mercatino delle pulci che prosegue come mercatino dell'antiquariato per tutta v. Defensa fino ad arrivare a Plaza de Mayo, chiusa a est dalla casa rosada, sede delle istituzioni, e a nord dalla cattedrale. Una deviazione merita Av de Mayo, sede di uno dei caffè più antichi della città (caffè Tortoni, ottimo per una pausa) e della più antica metrò dove si trovano ancora dei vagoni originali in legno. Tornati in Piazza de Mayo, si raggiunge il vicino quartiere di Porto Madero dove si trova un ponte futurista e alcuni grattaciali contrastano piacevolmente con le antiche case in mattoni del porto. Fiancheggiando le chiuse, ci si porta fino in Piazza San Martin dove si trova la torre degli Inglesi e un piacevole parco ombreggiato. Spostandosi leggermente verso ovest si trova un complesso di case in stile vittoriano. Si percorre la trafficata avenida Libertator per raggiungere la chiesa di Ns Signora del Pilar con una stupefacente pala d'altare barocca i argento e il vicino cimitero di Recoleta dove sono sepolte in tombe monumentali diverse personalità dello stato tra cui anche Evita Peron. La piazza antistante ospita un altro mercatino dell'artigianato e il caffè La Biela è un ottimo posto dove concerdersi una pausa e osservare la gente. Attraversata la piazza, si può visitare il museo di Belle Arti (chiuso il lunedì; ingresso gratuito) che ospita, oltre a opere di artisti del nuovo mondo, anche opere di artisti europei del calibro di Rodin e Picasso. Nel parco adiacente si trova la Floralis Generica, una statua in acciaio a forma di fiore che si apre al tramonto e all'alba (in FOTO; MIA: è stata una delle cose che mi ha affascinato di più a Buenos Aires).mangiare e dormireper dormire abbiamo scelto il Petit hotel Vitraux: ben nascosto in quella che sembra una normale abitazione offre 3 stanze dai colori pastello e dai soffitti alti. Buona la colazione, proprietari molto gentili e disponibili. Bagno in condivisione. Unico neo: la nostra stanza era proprio sulla strada e quindi un po' rumorosa.Per mangiare abbiamo scelto Lo Rafael perchè vicino all'hotel: ottima cucina argentina.II giorno, Buenos Aires in biciclettaAbbiamo noleggiato un tandem alla bicicletteria naranja che offre anche tour guidati della città. L'unico neo è che il lunedì molte attrazioni sono chiuse, per cui alcune cose nn siamo riusciti a vederle. Però così abbiamo restituito le bici in tempo!Siamo partiti da pasaje giuffrà e ci siamo portati di nuovo Porto Madero dove volevamo visitare l'area faunistica che però il lunedì è chiusa. Ci siamo pertanto limitati a pedalare lungo il perimetro esterno. Peccato perchè i canneti e la vegetazione rigogliosa era molto suggestiva. Percorrendo di nuovo Av. Libertador si raggiungono i parchi del quartiere Palermo. Meritano una visita il giardino giapponese e il rosetum (purtroppo chiuso anch'esso il lunedì). Si passa nei pressi dell'ippodromo e di alcuni laghetti artificiali arrivando alla zona universitaria. Lì vicino si trova un parco di sculture futuriste e poco distante in v. Juramento c'è Barrio Chino, una piccolissima Chianatown per lo più con componenete thailandese. Seguendo quindi le ciclabili (Buenos Aires ne ha una discreta quantità), ci si inoltra nell'elegante quartiere residenziale di Palermo con ampie vie alberate. Si raggiunge così il giardino botanico popolato da molti gatti randagi. Tornando verso s. Telmo, si percorre avenida Florida dove in un centro commerciale si trova un bellissimo murales sulle pareti concave della cupola centrale. Si ritorna quindi al punto di partenza.mangiare:Abbiamo scelto il ristorante El Obrero nel quartiere popolare la Boca. La zona nn è delle più raccomandabili, tanto che nn abbiamo visitato Caminito con le allegre casette colorate perchè chi ci ha noleggiato la bici, ci ha sconsigliato di andarci. Cmq il cibo è buono e i prezzi ragionevoli e forse vale la pena di farci un giro per vedere anche l'altra faccia, quella più povera, della città.