Oggo guardo fuori e la giornata è limpidissima. Ieri davano bello in pianura, addensamenti in montagna per cui ho pensato che se fossi andata sulle prime montagne al confine con la pianura forse avrei risolto il problema. Così abbiamo scelto una zona così selvaggia che sul gps mancavano nn solo i sentieri, ma anche le strade. Il tempo è stato variabilissimo: siamo partiti sotto la pioggia, poi un po' di nebbia, ogni tanto le nuvole si aprivano lasciandoci vedere i panorami circostanti, per poi chiudersi velocemente e tramutarsi in una violenta tempesta di neve. A me cmq è piaciuto, proprio per la solitudine e le condizioni meteo estreme. Quello che mi ha stupito è che GioM, che io ho sempre reputato uno forte, era invece assolutamente impreparato e forse questo dovrebbe farmi riflettere per l'ennesima volta sulle mie capacità e sulla mia preparazione. In compenso al momento di partire ho perso gli scarponi, lasciandoli fuori dall'auto. Per fortuna nn erano quelli belli!Regione: Piemonte, provincia di TorinoLocalità di partenza: A5 uscita Quincinetto. Prendere a sinistra per S. Maria/Scalaro. Raggiunta l'area pic-nic di Scalaro, ancora a sinistra fino all'alpe Fumà (1500m)Meta: Cima cavalcurt (2357m)Dislivello: itinerario con nuerosi saliscendi per un totale di 1000m circaPunti di appoggio: nessunoperiodo: giugno-ottobre; io l'ho fatto domenica 10-11-13: itinerario al limite, pochi cm di neve, presenti lungo tutto il percorso, rendevano il terreno infido e scivolosotempo di percorrenza: 5h per l'intero giroTipo di percorso: itinerario ad anello su carrarecce e sentieri in quasi totale assenza di segnaletica verticale; presenti rari bolli bianco/rossi ormai sbiaditi e qualche omettocartografia: IGCdifficoltà: EEPresenza di acqua lungo il percorso: sìItinerario: parcheggiata l'auto a bordo strada, ci si incammina lungo la stessa. Dopo un breve tratto quasi pianeggiante su asfalto, si nota a destra una sterrata con divieto di transito chiusa da una catenella. La si segue in salita, si passa nei pressi di una casa, si ingora un'altra carrabile a destra e si raggiunge un'altra abitazione (fontana) dove la strada termina. Seguendo rari ometti si individua un sentiero che, a mezza costa e superando un torrentello, confluisce sull'interpoderale che, in salita e con alcuni tornanti, conduce all'alpe Barzino. Qui, sulla destra, si imbocca un sentiero poco evidente che, a svolte, risale una vallecola conducendo al passo del Gallo (1802m) sullo spartiacque con la Valchiusella. Si piega a destra e, seguendo la facile cresta, si rimonta la cima Biolley (1981m) dalla quale si scende a un colletto a quota 1870m. Sempre per ampia cresta si tocca la Cima Bracca (1940m), si scende leggermente a incrociare la GTA (2h30) e poi si continua in salita fino alla Cima Vallone (2165m) sormontato da un ometto visibile a distanza. Si continua dapprima su ampio pendio erboso per poi abbassarsi a un colletto. Spostandosi sul versante canavesano, si rimonta uno stretto canalino erboso, poi un ripido pendio conduce in vetta (3h30). Ancora in cresta, ora un po' più affilata ed esposta, ci si abbassa fino alla bocchetta di valbona (2332m) dove si piega a destra abbassandosi velocemente su buon sentiero nel vallone. Si passa nei pressi dei ruderi dell'alpe Gugliasco e si raggiunge poco più sotto la strada asfaltata nei pressi dell'alpe Muande. La si segue in discesa, tagliando ove possibile i tornanti, fino a far ritorno all'auto. In FOTO (MIA): in cresta, a un passo dal cielo, con la prima neve a terra e le nuvole che si erano aperte.
BUFERA DI NEVE SULLA CIMA CAVALCURT
Oggo guardo fuori e la giornata è limpidissima. Ieri davano bello in pianura, addensamenti in montagna per cui ho pensato che se fossi andata sulle prime montagne al confine con la pianura forse avrei risolto il problema. Così abbiamo scelto una zona così selvaggia che sul gps mancavano nn solo i sentieri, ma anche le strade. Il tempo è stato variabilissimo: siamo partiti sotto la pioggia, poi un po' di nebbia, ogni tanto le nuvole si aprivano lasciandoci vedere i panorami circostanti, per poi chiudersi velocemente e tramutarsi in una violenta tempesta di neve. A me cmq è piaciuto, proprio per la solitudine e le condizioni meteo estreme. Quello che mi ha stupito è che GioM, che io ho sempre reputato uno forte, era invece assolutamente impreparato e forse questo dovrebbe farmi riflettere per l'ennesima volta sulle mie capacità e sulla mia preparazione. In compenso al momento di partire ho perso gli scarponi, lasciandoli fuori dall'auto. Per fortuna nn erano quelli belli!Regione: Piemonte, provincia di TorinoLocalità di partenza: A5 uscita Quincinetto. Prendere a sinistra per S. Maria/Scalaro. Raggiunta l'area pic-nic di Scalaro, ancora a sinistra fino all'alpe Fumà (1500m)Meta: Cima cavalcurt (2357m)Dislivello: itinerario con nuerosi saliscendi per un totale di 1000m circaPunti di appoggio: nessunoperiodo: giugno-ottobre; io l'ho fatto domenica 10-11-13: itinerario al limite, pochi cm di neve, presenti lungo tutto il percorso, rendevano il terreno infido e scivolosotempo di percorrenza: 5h per l'intero giroTipo di percorso: itinerario ad anello su carrarecce e sentieri in quasi totale assenza di segnaletica verticale; presenti rari bolli bianco/rossi ormai sbiaditi e qualche omettocartografia: IGCdifficoltà: EEPresenza di acqua lungo il percorso: sìItinerario: parcheggiata l'auto a bordo strada, ci si incammina lungo la stessa. Dopo un breve tratto quasi pianeggiante su asfalto, si nota a destra una sterrata con divieto di transito chiusa da una catenella. La si segue in salita, si passa nei pressi di una casa, si ingora un'altra carrabile a destra e si raggiunge un'altra abitazione (fontana) dove la strada termina. Seguendo rari ometti si individua un sentiero che, a mezza costa e superando un torrentello, confluisce sull'interpoderale che, in salita e con alcuni tornanti, conduce all'alpe Barzino. Qui, sulla destra, si imbocca un sentiero poco evidente che, a svolte, risale una vallecola conducendo al passo del Gallo (1802m) sullo spartiacque con la Valchiusella. Si piega a destra e, seguendo la facile cresta, si rimonta la cima Biolley (1981m) dalla quale si scende a un colletto a quota 1870m. Sempre per ampia cresta si tocca la Cima Bracca (1940m), si scende leggermente a incrociare la GTA (2h30) e poi si continua in salita fino alla Cima Vallone (2165m) sormontato da un ometto visibile a distanza. Si continua dapprima su ampio pendio erboso per poi abbassarsi a un colletto. Spostandosi sul versante canavesano, si rimonta uno stretto canalino erboso, poi un ripido pendio conduce in vetta (3h30). Ancora in cresta, ora un po' più affilata ed esposta, ci si abbassa fino alla bocchetta di valbona (2332m) dove si piega a destra abbassandosi velocemente su buon sentiero nel vallone. Si passa nei pressi dei ruderi dell'alpe Gugliasco e si raggiunge poco più sotto la strada asfaltata nei pressi dell'alpe Muande. La si segue in discesa, tagliando ove possibile i tornanti, fino a far ritorno all'auto. In FOTO (MIA): in cresta, a un passo dal cielo, con la prima neve a terra e le nuvole che si erano aperte.