la bradipessa

ALLA SCOPERTA DELLE DOLOMITI BELLUNESI


A volte la distanza nn riesce a cancellare le amicizie, nemmeno per me che (ormai è risaputo) sto diventando gravemente sociopatica. E' il caso di G, tornata in provincia di Belluno. Lei è una persona che mi piace molto: allegra, attiva, spontanea.Ci abbiamo messo un po' a incastrare gli impegni, ma il we scorso è stata l'occasione per rivedersi. Dalle sue parti. Una zona che io nn conoscevo per niente, anche perchè nn è proprio vicina a Milano. Sabato canyoning, alla scoperta di un rio che sembrava uscito da un depliand di un paese tropicale: incassato, dalle acque scure, dalle pareti rossastre, spesso strettissime, coperto da una volta di vegetazione fittissima. Il percorso nn era particolarmente impegnativo e la guida davvero disponibile e rassicurante per cui è stata come sempre una bella esperienza, anche se alla fine, nn essendoci quasi mai la possibilità di uscire dall'acqua, eravamo tutti un po' infreddoliti. Merenda con soppressa e formaggio, pennichella in riva al lago, cena a Pedavena in birreria (c'era una festa, per cui c'era davvero tantissima gente) e poi 2 passi a feltre. Sarà per la stanchezza (ero in piedi dalle 5 del mattino e alla fine quasi nn mi reggevo in piedi), ma credo di nn aver prestato la dovuta attenzione a questa parte del programma. Quello che ho notato è stato cmq l'amore di G verso quei luoghi, per cui credo che abbia davvero fatto la scelta giusta. Ed era strano vederle fermarsi a salutare un sacco di gente, cosa impensabile tra la folla di Milano.Scegliere il programma di domenica invece è stato più difficile. G aveva organizzato una camminata con annessa ferrata per i più ardimentosi. La ferrata era la Costantini, una delle più lunghe delle Alpi, ma richiedeva davvero troppo tempo e pareva che la neve nella parte alta nn consentisse di percorrerla tutta. Io avevo pensato ad un'arrampicata, ma avrebbe voluto dire fare gli asociali e vedersi col resto del gruppo forse forse giusto per pranzo. Tra l'altro avrebbe richiesto una partenza al mattino presto ed io ero abbastanza stanca. Per cui, considerato anche il fatto che lo scopo era passare il we tutti insieme, ho lasciato perdere ed escursionismo è stato. Ne è uscito cmq un bel giro, panoramico (anche se per me le montagne devono avere il ghiacciaio) e più lungo del previsto, con anche attraversamento di qualche nevaio. Mi sono anche presa una piccola rivincita. Essendo rimasta inizialmente indietro con una ragazza alla sua prima esperienza in montagna, mi sono sentita dire da CdS: "Forse se vuoi arrivare in cima è meglio che tu inizi ad andare avanti". Ultimamente tra me e lei sento un certo attrito e sinceramente ci sono rimasta male. Per cui, una volta che ci siamo separati e una parte del gruppo è andata direttamente in rifugio, ho inserito il turbo e l'ho lasciata indietro. E' stata una bambinata, lo so, ma ero davvero stanca di essere guardata dall'alto in basso. Per il resto è stato davvero un bel we, ci sarebbe voluto un giorno in più, ma torneremo perchè la voglia di provare ad arrampicare in Dolomiti mi è rimasta.Regione: Veneto, provincia di BellunoLocalità di partenza: Da Feltre dirigersi verso Belluno. A S. Giustina seguire per Agordo e risalire la valle fino a quota 1300m circa, dove si nota un bivio a destra con una strada sterrata ove si parcheggia.Meta: Mont'Alt di Framont (2181m)Dislivello: itinerario con saliscendi per in totale di 1100m circaPunti di appoggio: rifugio Carestitato (1834m): dispone di 40 posti letto ed è aperto con servizio di alberghetto da giugno a settembre; di recente aperto anche in invernodifficoltà: E periodo: l'itinerario è percorribile da giugno a ottobre; io l'ho fatto domenica 6-7-14: ancora qualche nevaio dopo la bocchettatempo di percorrenza: 4h30 per l'intero girotipo di percorso: itinerario parzialmente ad anello su sentieri ben segnatiAcqua lungo il percorso: sìcartografia: TobaccoItinerario: parcheggiata l'auto, si percorre a ritroso la sterrata e si prosegue su asfalto fino alla malga Framont (1589m; fontana). Qui si imbocca il sentiero che prosegue nella valle e si inolta nel bosco. Si ignorano un paio di bivi (fontana) e si seguono le indicazioni per il rifugio Carestiato. Al terzo bivio, si lasciano le indicazioni per il rifugio a destra e si prosegue a sinistra raggiungendo una bocchetta a quota 1980m. Si scende sul versante opposto, poi si compie un lungo traverso sotto le pareti rocciose. Si traversa poi verso destra superando un costone e risalendo tra i mughi l'ultimo pendio che conduce in vetta.Per la discesa, si torna fino all'ultimo bivio e si seguono le indicazioni per il rifugio. Il sentiero si mantiene pianeggiante, si attraversa un tratto più roccioso e con un'ultima breve salita si raggiunge il rifugio. Si scende ora nel bosco seguendo le indicazioni per Agordo. Il sentiero si tuffa ripido nel bosco (fontana) fino a sfociare in una sterrata nei pressi di alcune case e di un torrentello. Imboccandola verso destra in breve si torna alle auto.