la bradipessa

COURMAYEUR 2014, II PARTE: ESCURSIONISMO


Il bivacco GervasuttiTra i programmi nn c'erano solo cose complesse, ma anche escursioni più facili. Il bivacco Gervasutti era tra queste. Un po' la curiosità di andare a vedere le Gran Jorasse da vicino, visto che nn credo che saranno delle montagne su cui riuscirò mai a salire. Un po' il desiderio di andare alla scoperta di un posto per una volta vicino a casa. Un po' la voglia di vedere di persona questa struttura fantascientifica che è stata al centro di discussioni e polemiche. Le aspettative nn sono state deluse: la struttura è di forte impatto, panoramica e accogliente, posta in un angolo selvaggio della Val Ferret che pare fatto apposta per sognare ascensioni più difficili. Diciamo che è stato un andare in avanscoperta, la prossima volta sarà per fare la Lechaux. Sinceramente nn ho trovato difficile andar fin su (anche se poi le gambe mi hanno fatto male per 3 gg: quest'anno nn sono per niente allenata), la cosa più complessa è stato il guado, impossibile da farsi al ritorno se nn molto più a valle, costringendomi a scendere fuori sentiero su terreno a me nn congeniale per 300m di dislivello. La cosa più bella è stato ritrovare l'atmosfera della Patagonia così vicino a casa e anzi consiglio questa gita a chi avesse intenzione di intraprendere la Vuelta allo Hielo Sur perchè tra guadi e roccette secondo me è molto propedeutica.Regione: Valle d'Aosta, Val FerretLocalità di partenza: A5 fino a Courmayeur, poi seguire per la Val Ferret che si risale fino a La Vachey (1650m). Solitamente nei mesi estivi la Val Ferret è chiusa dalle 9 alle 17 ed è necessario prendere una navetta da La Palud; quest'anno il parcheggio è scomparso per far posto ai lavori di messa in sicurezza della frana del Mont de la Saxe ed è quindi possibile risalirla in auto.Meta: Bivacco Gervasutti (2840m)Dislivello: 1200mPunti di appoggio: Bivacco Gervasutti: 9 posti letto, materiale da cucina, piastra ad induzione che funziona solo se la pentola viene appoggiata sopra.difficoltà: in internet è classificato come F+ o PD in base alle condizioni; francamente a me questa classificazione pare eccessiva: nelle condizioni attuali secondo me è un EEAMateriale supplementare: utile imbrago e longe per assicurarsi sulle roccette finali; picozza e ramponi talvolta utili (a noi nn sono serviti)periodo: l'itinerario è percorribile da fine giugno a settembre; io l'ho fatto martedì 12-8-14: qualche nevaio da attraversaretempo di percorrenza: 2h30 solo salita (+1h30 in sosta, perse per lo più per trovare il guado)tipo di percorso: A/R per la stessa via su tracce e sentiero per lo più ben segnato; presenza di 2 tratti attrezzati con corde fisseAcqua lungo il percorso: nocartografia: KompassItinerario: parcheggiata l'auto nei pressi della pesca alla trota a La Vachey, si attraversa la Dora sul ponte che porta alle baite di Fraboudze. Poco prima delle case, imboccare il sentiero a destra. Ci si innalza dapprima nel rado bosco di larici, poi su terreno di sfasciumi lungo la vecchia morena raggiungendo il posto dove si dovrebbe guadare, segnalato da ometti e bolli gialli. Anche se partiti per tempo, il fiume era troppo grosso e nn siamo riusciti a guadare in quel punto; abbiamo dovuto salire ancora un po' e siamo riusciti a farlo intorno a quota 2000m. Spostandosi poi verso destra, siamo tornati a riprendere il sentiero che si innalza ripido su un costone erboso. Prestare attenzione a una freccia gialla: scendendo qualche metro, si guada un altro torrente, per poi portarsi nuovamente sulla sinistra orografica nei pressi di un canalino attrezzato con corde fisse. Usciti, si segue ancora per un breve tratto il sentiero che poi scompare. Ci si muove ora tra rocce montonate e nevai, guidati da bolli gialli che indicano più la direzione da seguire che la via più agevole. Si compie quindi un lungo traverso verso sinistra, poi con ampio semicerchio verso destra si pone piede sul ghiacciaio di Fraboudze. E' un tratto molto breve e nn pone particolari problemi. Si raggiungono cos' le roccette finali che si rimontano aiutati da corde fisse e si arriva al bivacco.Discesa per la via di salita. Noi purtroppo nn siamo più riusciti a guadare il fiume se nn molto più in basso e siamo quindi dovuti scendere costeggiandolo sulla sinistra orografica fin quasi a quota 1700m.Passeggiando in Val Tournenche, tra i valloni di Leviona e PessonIn teoria domenica 17 il meteo era spettacolare. Ci eravamo tenuti la giornata studiando continuativamente il meteo per fare qualcosa in quota. Il giorno prima però eravamo andati a fare il Breithorn, con sveglia alle 4.30. Il Bianco incute sempre un po' di timore e alla fine abbiamo preso come scusa la pigrizia (nn avevo voglia di svegliarmi un'altra volta alle 5, in 2gg...) per cambiare programma. Andiamo pertanto a fare una camminata in un angolo sconosciuto nn così lontano da casa. Il giro mi è piaciuto, continuavo a oscillare tra l'infinitamente piccolo (un intero prato di stelle alpine e il blu incredibile delle genzianelle) e l'infinitamente grande (la Grivola e l'emozione di vedere l'altra faccia del Gran Sertz). Sinceramente direi che è andata bene così: ho fatto fatica, nn so se sarei stata in grado di fare un'ascensione più impegnativa. In fondo le vecanze sono anche fatte per riposarsi.Regione: Valle d'Aosta, ValsavarencheLocalità di partenza: A5 uscita Aosta Ovest; SS26, poi prendere a sinistra per la Valsavarenche che si risale fino a Degioz (1550m)Dislivello: 1000m circaPunti di appoggio: nessunodifficoltà: EEperiodo: l'itinerario è percorribile da giugno a ottobre; io l'ho fatto domenica 17-8-14tempo di percorrenza: 5h per l'intero girotipo di percorso: itinerario ad anello su tracce e sentieri non ben segnati; qualche tratto espostoAcqua lungo il percorso: sìcartografia: KompassItinerario: parcheggiata l'auto subito dopo il bivio per Tignet, si segue la strada asfaltata per qualche decina di metri, fino a quando si nota sulla sinistra una traccia inerbita che sale per prati. Si incrocia una volta la strada asfaltata e si raggiungono le case di Tignet (1665m). Prendere a sinistra il segnavia 10 che attraversa il torrente su di un ponte e, tralasciata una strada che scende, sale a svolte nel bosco. Mantenersi sempre sul sentiero principale (rare frecce gialle) fino a immettersi sull'AV2 che si imbocca a sinistra. Alcuni tornanti conducono a un oratorio e alle baite di Leviona (2285m; 2h; fontana). Ci si addentra brevemente nel vallone per poi piegare a sinistra e superare il torrente su di un ponte. Il sentiero ora tende a scomparire, lo si riconosce perchè bordato di sassi. Diventa più evidente quando inizia a risalire il costone con alcune ripide svolte. Tende a perdersi nuovamente in un canalino, poi si trovano 2 tracce. Noi abbiamo percorso quella più a monte che con un lungo traverso conduce ai ruderi di un casotto reale di caccia (2573m; 45'). Il sentiero costeggia ora le bastionate rocciose delle Gorges della Grivola, con alcuni tratti esposti per poi scomparire tra un gruppo di paravalanghe. Qui occorre seguire i numerosi ometti che si abbassano fino a un casotto dove troviamo il segnavia 4A. Lo seguiamo entrando nel vallone di Pesson (sorgenti) e abbassandoci fino alle baite di Bocconere inferiore (2100m; 1h15; fontana). Imbocchiamo ora il segnavia 11 che scende velocemente tuffandosi nel bosco di larici. Un ultimo lungo traverso verso sinistra ci riconduce a Degioz. Attraversato il paese, ci ritroviamo al punto di partenza.