la bradipessa

IL METEO AIUTA GLI AUDACI: EMILIUS PER LA VIA FERRATA


Nella vita dell'alpinista, come in quella reale, si attraversano diverse fasi. Per me, prima di arrivare all'attuale dell'alpinismo, c'è stata quella dell'escursionismo con percorsi sempre più lunghi e impegnativi. Tra le due c'è stata una brevissima parentesi delle vie ferrate, poi soppiantata dall'arrampicata perchè trovo sia più onesto salire senza l'ausilio di gradini artificiali e cavi. Ci sono poi le cime e le vie sognate, che per qualche motivo (per lo più perchè sono passata da una fase all'altra senza aver tempo di realizzare tutti i progetti) sono rimaste sospese, tra i "prima o poi". La ferrata dell'Emilius era tra queste. Avevo già salito l'Emilius anni fa, con mio padre, dalla via normale. Così come ero già salita al bivacco Federigo rimanendo affascinata dalla sua posizione, sospeso tra il selvaggio vallone di Comboè e l'antropizzata valle Centrale. Avevo sognato di dormire in quella piccola botte di metallo per vedere l'alba sulla Becca di Nona. Anche questo era rimasto tra le incompiute.Questo we ho recuperato questi 2 progetti. In compagnia di LS e S, con le solite previsioni meteo incerte, ho affrontato questa ferrata, lunga e impegnativa, ma spt bellissima per i panorami che regala, da una parte il Cervino, dall'altra il Bianco. NN abbiamo dormito al bivacco Federigo, ma siamo riusciti a farci ospitare al bivacco Peccoz, appena sotto, più confortevole, ma ad uso esclusivo dei residenti di Charvensod. L'abbiamo visto aperto e, visto che domandare è lecito e io nn sono timida, mi hanno mandato avanti. Un grazie infinite al sig Elmo con cui abbiamo condiviso la cena mettendo in comune il cibo e ottenendo un banchetto molto migliore della pessima cena al Torino della settimana precendete. Persa come al solito la seggiovia, anche perchè ho sofferto più del solito la discesa (forse quest'anno sono davvero poco allenata), ma oggi le gambe mi fanno meno male del previsto e di questo sono soddisfatta.I GIORNO: SALITA AL BIVACCORegione: Valle d'Aosta, valle CentraleLocalità di partenza: A5 uscita Aosta Est; seguire le indicazioni per Pila dove si parcheggia nel piazzale nei pressi della seggiovia Chamolè (1765m). Prendere l'impianto fino alla stazione a monte (2309m; 9€ A/R; la seggiovia nella stagione estiva è in funzione da fine giugno a inizio settembre dalle 8.45 alle 17)Meta: Bivacco Federico Zullo al Col Carrel (2907m): classica struttura a botte, dispone di 9 posti letto con coperte; acqua nel laghetto sottostanteDislivello: itinerario son saliscendi per un totale di 1200m circa.Punti di appoggio: rifugio Arbolle (2507m): dispone di 66 posti letto in camerette e camerate ed è aperto con servizio di alberghetto da fine giugno a inizio settembre www.rifugioarbolle.itPeriodo: l'itinerario è percorribile da luglio a settembre; io l'ho fatto sabato 30-8-14 tempo di percorrenza: 3h30 solo salitacartografia KompassTipo di percorso: traversata Difficoltà: EPresenza di acqua lungo il percorso: sìItinerario: Dalla stazione a monte della seggiovia, ci si incammina verso sinistra seguendo le indicazioni per il lago Chamolè che si raggiunge in breve con percorso pianeggiante. Qui prendere a destra seguendo le indicazioni per il colle d'Arbola. Il sentiero si alza dapprima con un lungo traverso, poi a svolte. Giunti al colle (2641m), si scende nel vallone d'Arbolle. Attraversato il torrente su di un ponticello, si imbocca un sentiero a sinistra (segnavia 16) che si abbassa ripidamente nel vallone di Comboè (breve tratto attrezzato). Raggiunto il fondovalle, a quota 2170m si prende un sentiero a destra che sale nel rado bosco di larici e rimonta interamente il vallone che termina al Col Carrel dove sorge il bivacco.Note: questo è l'itinerario che ho trovato in rete e ho fatto l'errore di nn controllarlo con una cartina alla mano. NN è assolutamente il percorso più veloce e conveniente per giungere al bivacco, in quanto in discesa si perdono ben 600m di quota. La cosa più furba, una volta arrivati al lago Chamolè, è di imboccare il sentiero a sinistra (indicazioni per Comboè) che conduce al colle Fenetre e scende direttamente alle baite di Comboè; qui occorre dirigersi verso la testata del vallone a intercettare il sentiero che sale al Col Carrel II GIORNO: FERRATALocalità di partenza: Bivacco Zullo (2907m)Meta: Emilius (3559m)Dislivello: 750mPunti di appoggio: Rifugio ArbollePeriodo: l'itinerario è percorribile da luglio a settembre; io l'ho fatto domenica 31-8-14: nonostante gli avvisi presenti a Pila, materiale alpinistico (picozza e ramponi) inutilitempo di percorrenza: 4h solo la ferrata (4h30 la discesa)Difficoltà: D (ferrata molto lunga, con una sola via di fuga, che si svolge in alta quota in ambiente severo)Equipaggiamento: normale da ferrata Presenza di acqua lungo il percorso: noItinerario: - avvicinamento: rimontare la cresta dietro al bivacco; la ferrata inizia a poca distanza- la ferrata: Si procede per blocchi sino in cima al primo gendarme dove un ponte tibetano collega al picco successivo. Il tracciato procede con passi leggermente più faticosi e verticali sino al Mont Ross de Comboé a 3285 m. Valicata la sommità si continua su falso piano, su terreno più semplice, su placche leggermente esposte lungo il filo di cresta. Si raggiunge così la via di fuga, segnalata con cartello verso destra, che collega al lago gelato. Si procede salendo fino al Petit Emilius (3342 m) e si continua sulla cresta il cui filo viene aggirato sulla destra, dapprima su gradoni rossastri, poi affrontando un tratto più verticale di roccia più chiara e friabile. La ferrata termina all’ultimo contrafforte, dopo un camino attrezzato con gradini artificiali e un tratto su terreno friabile. Si continua per una decina di minuti su morena raggiungendo la vetta. - Discesa: lungo la via normale. Ci si abbassa lungo la cresta sud fino al passo dei Tre Cappuccini (3241m) su pietraia e tracce di sentiero poco evidenti. Appena giunti al colle, abbassarsi verso destra (frecce gialle) passando nei pressi di un laghetto. Rimontare alcuni metri e su sentiero più evidente raggiungere il lago Gelato. Proseguire nel vallone per poi affrontare un tratto più ripido. Il tracciato piega a destra e con pendenze più dolci raggiunge il letto del torrente che segue fino al rifugio Arbolle. Da qui alla stazione a monte della seggiovia per il percorso fatto all'andata. Se si perdesse l'ultima corsa della seggiova, una volta giunti al lago Chamolè, prendere il sentiero 19A che scende nel bosco, confluendo, nei pressi di alcune baite, sulle piste da sci che si seguono fino a Pila. In questo caso si fanno ben 2000m di dislivello in discesa!