la bradipessa

VENEZIA E' SEMPRE MAGICA


Sto invecchiando... Sto riscoprendo il piacere di tornare nei posti dove ero già stata e di guardarli ogni volta con occhi nuovi. Questa volta è toccato a venezia. La prima volta a 10 anni c'era la meraviglia di tutto. Poi le altre 2 al liceo c'era il sapore della libertà e il piacere della scoperta. Infine la consapevolezza dell'età adulta. Mi mancava però Venezia con la luna e ho deciso di scoprirla così nel we appena passato, in compagnia di Lolay e Mirko.L'organizzazione mi ha messo un po' alla prova perchè Lolay è sempre di corsa e mi sa che nn ama le mail quanto me e io avevo paura di fare un po' troppo la monopolizzatrice. Inoltre il meteo nn sembrava dei migliori, ma sabato siamo cmq partiti dopo il mio turno di lavoro.Arrivati là, ci ha investito il profumo salmastro della laguna. Nn pioveva e ogni tanto la luna faceva anche capolino dalle nuvole. Venezia è sempre magica, ma di notte lo è ancora di più. Abbiamo preso il vaporetto e siamo scesi a Rialto. L'idea era di fare un giro di ombre e cichetti (in pratica l'aperitivo veneziano), ma orientarsi a venezia è difficilissimo, anche nell'epoca di google-maps. Ci ha abbiamo messo un'ora a trovare il primo. Era piccolo, pieno di gente e Mirko è pure astemio. Ci siamo guardati, abbiamo svoltato l'angolo e ci siamo seduti a un ristorantino con ottimi prezzi: il baccalà mantecato e il fegato alla venta erano divini. Con la pancia piena, abbiamo vagato ancora un po' per calli e campi fino a S. Marco, sempre macchina fotografica alla mano. Un po' di tempo per capire come funzionavano i vaporetti (mi chiedo come avessi fatto a 19 anni a raggiungere il Lido da sola e a trovare la casa senza finire chissà dove...) e poi siamo sbarcati alla Giudecca: silenzio rotto solo dallo sciabordio del mare; dall'altra parte le luci di S. Marco. Bellissimo. L'hotel (Domina Giudecca) è in una piazzetta un po' nascosta, in una casa bassa in tipico stile del quartiere. Sembrava davvero una magia.Il giorno dopo ho deciso che nn avevo voglia di folla. così abbiamo fatto 4 passi ancora nel silenzio della Giudecca, poi a Dorsoduro per raggiungere il Museo Guggenheim. Questa era la fase che più mi preoccupava: S. aveva sentenziato che il museo faceva schifo (nn è un amante dell'arte moderna) e nn conosco abbastanza bene i gusti artistici di Lolay e Mirko. Viaggiare con loro però è bellissimo: sono sempre pronti alla battuta e al sorriso. Il museo in realtà a me è piaciuto. Ci sono esposti "L'impero delle luci" e "La voce del vento" di Magritte che sono tra i miei quadri preferiti in assoluto e ho scoperto Ernst, che dipinge opere che sembrano uscite dai fumetti. Certo, ho avuto qualche perplessità spt di fronte ad alcune opere della collezione Schulhof, ma in compagnia abbiamo riso così tanto che ad un certo momento ho avuto paura che ci sbattessero fuori. Invece il sorvegliante si è limitato a guardarci con un po' di riprovazione ma nn ci ha detto niente. A seguire Lolay aveva chiesto come desiderata di vedere S. Marco e, mentre ci avvicinavamo alla piazza, aumentava la folla e l'acqua alta. Anche questa è stata una cosa davvero particolare e carina: muniti di galosce impermeabili, abbiamo sguazzato nella piazza, in mezzo ai gabbiani. In reatlà nn era necessario, con le passerelle e un po' di pazienza si passava senza bagnarsi, ma si sa che la pazienza nn è una virtù tipica dei milanesi e così è stato senz'altro più divertente. A S. Marco ero già entrata altre volte, ma questa volta siamo saliti alla loggia dei Cavalli che ci ha permesso di avere una visuale completamente nuova  della basilica e ravvicinata dei mosaici. Un panino al volo proprio dietro alla piazza (nn avevamo tempo di cercare qualcosa di più soddisfaciente) e poi col vaporetto abbiamo raggiungo l'isola di S. Lazzaro agli armeni che abbiamo visitato con una guida. Davvero sorprendente il patrimonio di libri e altri tesori che custodisce. Bellissimo il tramonto sul pontile.Ormai il tempo a nostra disposizione era finito. Un ultimo viaggio in vaporetto, una buona cena a Sommacampagnia ed è stato il momento di salutarci.E' stato davvero un bellissimo we, diverso dal solito e in ottima compagnia. Da fare più spesso, anche perchè la mia affiudabilissima guida del 1965 (che questa volta in realtà abbiamo usato poco) dice che una visita di Venezia richiede 3 giorni, ma secondo me ce ne vogliono molto di più: ci sono ancora delle cose che vorrei vedere.