la bradipessa

FIRENZE E' UNA CITTA DA SPOSI, VENEZIA DA AMANTI


Dopo Venezia poteva forse mancare Firenze? Probabilmente sì, ma avendo domenica un corso a Pisa e nn avendo il meteo concesso altro, sabato mi sono ritrovata per il secondo we di fila in una città dove ero già stata. Se Venezia sa sempre incantarmi, Firenze mi piace molto meno. Innanzi tutto la trovo troppo monumentale, è come entrare in un'opera d'arte, come soffrire della sindrome di Stendhal. Poi le altre volte che ci ero stata, ero stata irritata dalle orde di turisti che quasi mi impedivano di camminare e dal fatto di dover pagare per ogni cosa, forse anche per l'aria che respiravo. In questo Firenze nn è cambiata (per visitare il complesso di S. Lorenzo sono necessari 3 biglietti: uno per la chiesa, uno per la biblioteca e uno per le cppelle medicee), ma sono cambiata io. NN ho più l'ansia del dover vedere tutto, mi accontento di piccole cose che sappiano meravigliarmi, possibilmente fuori dalle grandi rotte turistiche. Così la nostra visita è iniziata con il palazzo Medici Riccardi che ospita la cappella dei Magi dove sembra di fare un salto indietro nel tempo, trovandosi proprio al centro dell'affresco; e una galleria barocca con splendidi giochi di specchi, ma quello che mi è piaciuta di più è stata l'orangerie dove statue antiche e moderne convivono gomito a gomito in mezzo alle piante cariche di frutti. Poi è toccato alle cappelle medicee: io nn amo la scultura, ma Michelangelo è Michelangelo e le statue sono così ricche di particolari che uno si aspetta solo di vederle muoversi; la mia preferita è stata la Notte. Quindi ci siamo persi tra i profumi e i colori del mercato di S. Lorenzo dove abbiamo speso un sacco di soldi tra frutta secca e salumi e abbiamo gustato il panino al lampredotto, vero street food fiorentino. Abbiamo quindi attraversato il ponte vecchio tra folla e orificerie per poi camminare con calma tra le vie di S. Frediano e scoprire la cappella Brancacci dove è conservata la cacciata di Adamo e Eva del Masaccio: molto più suggestiva che su un libro di storia dell'arte, ha una carica espressiva e emotiva molto moderna. Ancora quattro passi tra fiachetterie e trippai e poi siamo tornati sull'altra sponda dell'Arno alla scoperta di cortili dove si poteva entrare senza pagare. Abbiamo così scoperto quello di Palazzo Strozzi arricchito con un'installazione carina ma fatta con niente (fili di compensato e fascette da elettricista) e quello barocco di palazo Vecchio. A questo punto imbruniva e aveva anche iniziato a piovere (ma visto quello che è successo da altre parti credo proprio di nn dovermi lamentare) e così ci siamo diretti in stazione. Devo dire che così ho un po' fatto pace con Firenze.Pisa è una città abbastanza triste e, se si esclude Piazza dei Miracoli, nn ha molto da offrire. Cmq abbiamo mangiato bene in una delle osterie segnalate Slow Food. Il corso è stato poco pregnante, ma questa è tutta un'altra storia. Quello che conta è che finalmente c'è il sole e in ontagna pare che sia arrivata la neve e quindi il prossimo we si tirano fuori gli sci.