la bradipessa

S. AMBROGIO DIVERSO DAL SOLITO


Da che ho memoria, S. Ambrogio lo si passa in montagna. Ma quest'anno in montagna nn c'è neve, le previsioni erano incerte e mia madre si è rifiutata di tenermi i gatti. E allora sabato si sta a Milano: un giro alla fiera degli Oh Bej Oh Bej che mi ha molto deluso, si monta il presepe, si cucina e si dorme un po'. E poi si va al mare, a Finale dove è risaputo che nn piove mai. In effetti ci azzecchiamo: un po' ventoso domenica e una bellissima giornata senza una nuvola lunedì. Si fa un giro in MTB con una discesa decisamente impegnativa, si dorme da amici e si arrampica su un settore nuovissimo con la roccia che taglia le dita.Domenica: alle Rocce Bianche in MTBLunghezza: 35km con 900m di dislivelloTipo di itinerario:itinerario su asfalto e sterrato (50%, carrarecce e sentieri BC)Periodo consigliato: L'itinerario è in genere percorribile tutto l'anno in assenza di neve. Io l'ho fatto domenica 7-12-14Tempi di percorrenza: 4h15 Descrizione: si parte dalla stazione di Spotorno. Si attraversa il paese (v. Francia, v. Verdi, v. Berninzoni) per poi svoltare a sx in v. Frati. La strada inizia subito a salire con ripide rampe. Si passa davanti a un agriturismo e si prende poi una strdaa cementata sulla destra. Questa continua a salire con tratti al limite della pedalabilità e ben presto si fa sterrata. La si segue ignorando le varie deviazioni fino ad un colletto (Colle stretto). Si prende a sinistra, per poi svoltare a destra e raggiungere la vetta del Bric Colombino (433m). A questo punto il più è fatto. La strada segue per un tratto la dorsale, con veloci saliscendi, fino a un quadrivio ove si imbocca la seconda a destra, cambiando versante. Al trivio successivo andare a destra fino a confluire su una sterrata da imboccare in salita. Si confluisce su un'altra sterrata da imboccare verso destra. Questa si fa asfaltata e conduce alle Rocce Bianche (monumento partigiano). Si torna indietro per circa 3km, poi si rimane sulla strada sterrata che scende velocemente Vezzi. Trovato l'asfalto, svoltiamo a sinistra fino alla provinciale dove svoltiamo a destra. Al bivio che segue non andiamo per Finale ma svoltiamo a sinistra e, dopo 100 metri, saliamo a destra (indicazioni per cimitero). Passiamo nei pressi di una chiesa e raggiungiamo una chiesetta (colla di Magnone). Qui notiamo 2 sterrate sulla destra: imbocchiamo quella più bassa (fondo sconnesso) che conduce al ponte romano dell'Acqua e la casa du Puncin. Proseguendo sempre lungo lo stesso tracciato, eccoci al ponte delle Voze. Appena prima del ponte si piega a sinistra e si prosegue su mulattiera raggiungendo Arma. (Questo tratto è davvero poco ciclabile per il fondo sconnesso e in un tratto addirittura interrotto per la caduta di molti alberi, ma è stato scelto per poter chiudere l'anello visto che l'Aurelia risultava interrotta da Finale a Varigotti). Dal paese si scende a S. Giacomo e prima del ponte si prosegue dritto sfociando sulla SP delle Manie. La si imbocca verso destra e, in corrispondenza di un tornante, si prende la strada a sinistra, cementata ripidissima, che scende a Isasco e termina sull'Aurelia all'ingresso di Varigotti. Da qui si torna a Spotorno.Lunedì: Climbing al Monte SordoLunedì partiamo in ritardo con un po' di disappunto di Maybeyouare, ma corro già tutta settimana, almeno quando sono in vacanza lasciatemi tirare un po' tardi. Mettersi d'accordo su cosa fare nn è stato semplicissimo: io nn amo la falesia e molte delle vie lunghe abbordabili le abbiamo già fatte, oppure Maybeyouare nn le reputa interessanti da ripetere. Cmq a Finale hanno davvero messo spit ovunque e alla fine riesco a convincerlo a portarci al Monte Sordo, settore placca di Mu a fare le ultime nate. In realtà sono già occupate, ma basta spostarsi pochi metri ed ecco Excalibur (5b) libera. Fatico a fare lo strapiombetto di L1, tiro qualche chiodo sul traverso di L2, ma mi piace un sacco la fessura sempre di L2 che risalgo senza grandi problemi: la Dulfer è l'unica cosa che ho imparato, mi sa... Dalla vetta il panorama è bellissimo, con il verde degli alberi, il grigio chiaro della roccia e l'azzurro del cielo e del mare: un pasaggio che sa sempre incantarmi. Scendiamo in doppia ed è ancora presto, così eccoci sulla via dei Diedri (V+), nonostante le dita un po' doloranti per la roccia eccezionalmente abrasiva. Molto bello il diedro di L3, anche se come al solito mi ci infilo troppo dentro e fatico poi a risalirlo; però questa volta nn ho tirato niente. Ormai iniziano ad arrivare le nuvole, fa freschino, così concludiamo la giornata con birretta e farinata e progetti per la prossima volta.Relazioni:- Excalibur- via dei diedri