la bradipessa

MALEDETTA TOUR DE PONTON!


Questa volta il meteo era molto chiaro. Dopo una settimana di tempo bellissimo avremmo avuto un sabato pessimo (ma tanto io lavoravo...) e una domenica con miglioramenti a partire da Nord Ovest. Pertanto si va in VdA rispolverando un mio vecchio pallino: la Tour di Ponton. Gita poco frequentata anche perchè sciisticamente nn è un granchè e per lo sviluppo immenso, ma sempre sicura (la valanga caduta sabato sul versante svizzero del Passo del Gran S. Bernardo docet...). Partiamo cha a Milano è buio e diluvia, ma siamo ottimisti. Arriviamo alla stazione a monte della cabinovia di Laris in mezzo alle nuvole e inizio ad essere un po' meno ottimista. Sento un tizio che dice: "In cima c'è già il sole!" Sinceramente nn ci credo, ma ormai siamo lì. Prendiamo la seggiova e... sorpresa! Poco prima di arrivare a Cimetta Rossa usciamo davvero dalle nuvole: il cielo è azzurro, la neve scintillante e tutto lascia pensare che sarà una grande giornata. Superiamo le transenne che delimitano la pista sotto lo sguardo accusatore degli altri sciatori e iniziamo a scendere lungo il pendio immacolato. Nella notte sono caduti 30cm di neve farinosa che in realtà sembrano molti di più: la neve arriva fin'oltre le ginocchia e anche lungo la linea di massima pendenza nn si riesce a prendere velocità. Poco prima di Dondena mettiamo le pelli e lasciamo la traccia delle tutine che sale da dove siamo appena scesi. Ci inoltriamo nel vallone e ben presto capiamo che alla Tour de Ponton nn arriveremo mai. La neve è tutta da battere, noi siamo in 5 di cui forti 2 (tra cui S che però ha il solito problema alla caviglia). Ci proviamo. Io, O e D in 3 facciamo quello che S e l'altro fanno in uno. Io davvero nn riesco a fare più di 80 passi e il vallone appare lunghissimo. Avanziamo lentamente, fino a quel paletto, poi fino a quel traliccio. I metri di dislivello aumentano troppo lentamente. Arrivati al ponte sul torrente Miserin gettiamo la spugna. Ormai sono le 13.30. Saliamo a sinistra con la speranza che il pendio sottostante il rifugio ci regali almeno qualche curva. Al rifugio togliamo le pelli e mangiamo qualcosa prima di iniziare a scendere. Ormai la neve si è appesantita, fuori dalla traccia proprio nn si riesce a sciare. Torniamo sui nostri passi nella solitudine più assoluta. Io mi sento stremata nonostante abbiamo fatto solo 600m di dislivello, mi sembra quest'anno proprio di nn riuscire ad entrare in forma. Inoltre inizia anche a farmi male uno scarpone. Un pezzo di stradina, poi un po' di crosta e prendiamo a sbafo uno skilift che ci riporta a Laris. Gli altri scendono in pista, io prendo la cabinovia, ma stranamente nn mi sento sconfitta. Siamo andati dove nessunaltro ha osato, la compagnia era ottima, ho fatto del mio meglio e ho tanti progetti per il futuro.