la bradipessa

UN TERREMOTO DI PENSIERI


Il terremoto che ha squassato il Nepal mi ha profondamente colpito. NN tanto per la tragedia in sè. Voglio dire, nel mondo di tragedie ce ne sono a migliaia, vicine e lontane e di solito sono bravissima a fa finta che nn sia così. Mi ha colpito perchè io sarei dovuta partire proprio in questi giorni, tra il 25 aprile e il primo maggio. Il resto è storia nota: la zoppia di S, il nn trovare un viaggio che mi piacesse (o troppo turistico o troppo difficile da organizzare coi trasporti), la faccedna "Dopo il Nepal faccio un figlio" (archiviata), i biglietti che nn venivano comprati e infine il cambio di programma. Ora mi chiedo cosa sarebbe successo se le cose fossero andate in altro modo. Oscillo tra 2 pensieri opposti. Da una parte, torna prepotente il "Niente x caso" di Richard Bach. Dall'altra penso che la vita nn guarda in faccia nessuno; è solo un caso ed è inutile chiedersi "perchè a me?", ma ci si rimbocca le maniche per tutte le volte che è toccato ad un altro. Ora nn so se avrei buttato via i biglietti o se sarei partita comunque per dare una mano o se sarei già stata là a chiedermi se e come tornare a casa. Fatto sta che vedere morte e distuzione in un posto che è stato nel mio immaginario colpisce come un pugno allo stomaco. NN so nemmeno se farò la donazione all'ASSOCIAZIONE “FINALE FOR NEPAL” come mi è stato chiesto da Clarpi perchè ho sempre la sensazione che quei soldi finiscano chissà dove invece che dove dovrebbero (Se qualcuno volesse farlo, mi chieda gli estremi in pvt). Mi sento sgomenta e impotente e continuo ad arrovellarmi su inutili e sterili pensieri.