la bradipessa

SULLA TRACCIA DI NIVES


Tra i regali ricevuti per il mio compleanno c'è stato "Sulla traccia di Nives" di Erri de Luca. NN conoscevo l'autore e nn sapevo nemmeno chi fosse Nives Meroi, però fin dalle prime pagine il libro mi è piaciuto molto. E' poetico e delicato, anche se alcuni brani sulle sacre scritture per me risultano un po' pesanti.Bisogna avere la diottria infallibile di un visionario autorizzato, per riconoscere un dio sopra le cime.Ora resta il vento per barriera tra gli dei e gli uomini. Nives Meroi è un'alpinista che sta salendo i 14 8000 e, anche se con le debite proporzioni, mi ritrovo molto nelle sue parole. Mi ha fatto sorridere che anche lei dica che prima o poi farà una vacanza al caldo e poi si trova sempre ficcata in un sacco a pelo ai piedi di qualche gigante di roccia e ghiaccio. Mi è piaciuta l'idea che la discesa fa parte della salita, mentre io detesto la discesa e la soffro moltissimo; forse a vederla così mi piacerà un po' di più. Mi sono ritrovata tantissimo nelle pagine in cui parla del rapporto col marito, anche lui alpinista, di come scalare insieme faccia parte del loro rapporto e del loro amore.Siamo un laboratorio dell'amore ad alta quota.Da qualche parte hai scritto che il napoletano raddoppia le emme di amore e così gli dà più peso. Mi piace, lo adotto per il nostro caso, il nostro ammore.Lui se la sa cavare sempre, sa cavrsela per due, per e per lui. Così come ho sentito come famigliare i brani in cui parla dei suo essere donna in un mondo che è ancora quasi esclusivo appannaggio maschile. Dice che la pazienza è maschile, mentre lei...Quando arrivo in cima e quel po' di ossigeno gelido entra nel corpo, si fissa in sangue spesso e gonfia il cuore, io so di provare qualcosa che nessun maschio può. NN sono madre, nn ho partorito, la mia fertilità si perde tutti i giorni, ma ecco che lassù io sono la montagna, sono Nives la pietra, sono Nives la neve, sono madre natura che visita l'ultimo gradino sotto il cielo.  Lassù sono materia, madre terra, madreperla, madrèpora che è una specie di corallo, madreselva che è il caprifoglio, sono tutto il madre e qualcosa che ho trovato sul vocabolario. Sono la vocale a, desinenza femminile che dà vita al mondo, lassù pianto la a in fondo a tutte le parole, i passi, lassù so che il mondo è di genere femminile, è forza, luce, aria. Perciò sono l'apostrofo davanti al nome di alpinista.Ecco spiegato con parole bellissime come mi sento anch'io lassù, la gioia della vetta, e mi sento un po' meno strana e un po' meno sola.