la bradipessa

USA 2015, I PARTE: NEW YORK, NEW YORK


E finalmente sono arrivate anche per me le vacanze. Quelle vere, anche perché più invecchio più una settimana mi sembra troppo breve. Questa volta me ne ero ritagliate 2 per un viaggio che ho fatto davvero fatica a organizzare. NN so se perché S era stressantissimo col lavoro e tutto il peso organizzativo è ricaduto sulle mie spalle, ma mi è sembrato più complesso di tutti gli altri viaggi fatti fin’ora. Cmq ne è valsa la pena.Abbiamo cominciato con 4gg a New York. La prima cosa che ti colpisce della grande mela è la multi etnicità: scesi dall’aereo, in metropolitana, eravamo gli unici bianchi. Poi quello che ricorderò saranno gli odori: dello street food, delle pattumiere da ritirare che si mescola con quello profumato che esce dai negozi. Infine i sapori. NN so se gli americani stanno cambiando abitudini alimentari (anche se in certi quartieri era impossibile trovare dei supermercati), ma nn mi è mai capitato di mangiare hamburger, bensì tantissimi piatti di impronta moderna, relativamente sani e molto curati.Come andare: diverse compagnie aeree collegano New York all’Italia anche senza scalo; tuttavia noi abbiamo aspettato troppo per comprare i biglietti e alla fine abbiamo optato per un volo Lufthansa con scalo a Francoforte. Quando andare: Credo che New York sia bellissima in tutte le stagioni: d’estate il caldo è compensato dai molti eventi all’aperto, spesso gratuiti; d’inverno il vento freddo è mitigato dal calore dell’atmosfera natalizia. Noi avevamo scelto fine settembre sperando di vederla già vestita dei colori autunnali, ma per questo era un po’ presto, credo che il periodo giusto sia intorno alla metà di ottobre; siamo stati ricompensati da giornate ancora lunghe e miti. Inoltre intorno al 20 settembre Little Italy è teatro del S. Gennaro festival (a cui però nn siamo andati, vista la mia idiosincrasia per la folla) Bibliografia: preziosissima come sempre la guida della Lonely Planet Come muoversi: sebbene i taxi gialli siano uno dei simboli di New York, noi nn li abbiamo mai presi. Abbiamo usato prevalentemente la metropolitana (2,5$ a corsa; attiva 24h, anche se di notte la frequenza delle corse cala sensibilmente) e spt il servizio di bike-sharing: con 10$ si hanno a disposizione delle bici le cui rastrelliere sono diffuse in buona parte di Brooklyn e Manatthan; è possibile utilizzarle per 30 minuti, poi è necessario riporle e aspettare 2 minuti per poterle riprendere e questo è l’handicap maggiore perché spt la domenica pomeriggio sul lungo Hudson scarseggiano; sono pesanti, sembra di guidare un dinosauro, ma sono un mezzo divertente ed efficiente per girare la città. Dove dormire: gli alberghi erano fuori dal nostro budget; abbiamo scelto di provare Homeaway, un sito che mette a disposizione delle camere. Avevamo una stanza un po’ vecchiotta ma ampia e funzionale dotata anche di microonde in un edificio brownstone di Brooklyn. I GIORNO: HARLEM, IL LUNGO HUDSON E LOWER MANATTAN La giornata è iniziata con una passeggiata per le vie di Harlem alla scoperta delle case in stile regina Anna all’altezza della 145th e di Covent Avenue e di Strivers’ Row, ossia edifici del XIX secolo abitati da afroamericani che volevano emergere socialmente. Merita un’occhiata l’Harlem YMCA (un ostello in cui trovavano alloggio molti afroamericani che si vedevano negare le stanze negli alberghi che applicavano la segregazione razziale) e la casa del poeta Langstone Hughes. Cmq il vero motivo per venire ad Harlem per me è stato assistere a una messa gospel. Abbiamo scelto Salem United Methodist Church: nessuna coda, nessun dress-code e siamo stati invitati a entrare, anche se i turisti vengono poi messi nei matronei separati dai fedeli. La funzione dura circa 2h e comprende molte parti cantate da solisti oppure da cori (di adolescenti, di bambini e uno particolarissimo con dei campanelli); è completamente diversa dalla nostra messa: nn ci sono letture, ma un sermone piuttosto lungo tenuto da un pastore che sembra quasi un divo. Per me è stata una bella esperienza, suggestiva e spt è gratuita. Ripresa la metropolitana, siamo usciti all’altezza della 72th dove abbiamo preso le bici del bike-sharing e abbiamo percorso tutta la ciclabile del lungo-Hudson fino al Battery Park City Esplanade da dove abbiamo piegato verso sinistra raggiungendo il Memorial dell’11 settembre. Al posto delle torri Gemelle, sono state create 2 fontane e il luogo nn ha niente di angosciante; per me è una bellissima risposta a chi cerca di seminare terrore. C’è anche una scultura che dovrebbe essere una colomba, simbolo di pace (ma a me ricordava di più lo scheletro di un dinosauro). Dirigendosi vero nord, si raggiunge il City Hall Park, piccola area verde con fontane e lampioni a gas davanti al municipio. A destra si trova il Woolworth Building, in stile neogotico, è stato per un breve periodo uno degli edifici più alti della città. Poco distante sorge la Paul’s Chapel, l’unica chiesa di New York precedente alla guerra di secessione e che è stata utilizzata come ricovero durante i drammatici giorni dell’11 settembre; alle sue spalle sorge un piccolo e silenzioso cimitero. Si attraversa quindi il quartiere finanziario, con wall Street  e la Federal House. Si passa poi dal più piccolo e più antico parco pubblico della città: Bowling Green, proprio davanti al National Museum of American Indian. Da qui si passeggia lungo il Battery Park e si raggiunge l’imbarci dei traghetti per Staten Island: sono gratuiti e compiono corse ogni 30 minuti collegando Lower manatthan a Staten Island regalando dei begli scorci sulla skyline della città e spt sulla Statua della Libertà. La giornata può concludersi con una passeggiata lungo il South Street Seaport con le strade lastricate e i numerosi pub dove mangiare qualcosa e poi percorrere il Ponte di Brooklyn lungo la ciclabile per tornare a casa.II GIORNO: MIDTOWN L’itinerario parte da Herald Square e ci si dirige subito ad ammirare l’Empire State Building. Percorrendo Broadway e passando da Times Square, si raggiunge Bryant Park con i suoi numerosi caffè e l’imponente biblioteca difeso dai 2 leoni Patience e Fortitude; l’interno dell’edificio è in stile Art Nouveau ed è piacevole indugiare nelle varie sale di lettura ammirando gli arredi originali e gli affreschi. A breve distanza sorge il Grand Central Terminal, ovvero la stazione, anch’essa importante edificio in stile Art Nouveau. Uno sguardo lo merita anche il Chrysler Building, elogio all’automobile e alla modernità con gli ascensori intarsiati.  Gli amanti dello shopping potranno poi perdersi tra gli scaffali di Bloomingsdale, grande magazzino dalle dimensioni davvero labirintiche oppure tra i numerosi negozi sulla 5th. Si raggiunge quindi il MoMA che custodisce opere di Picasso, Matisse, Monet (bellissime le Ninfee) oltre che mostre temporanee. Infine al tramonto dare uno sguardo alla neogotica St Patrick Cathedral e raggiungere il Rockfeller Center per salire al Top of the Rock (biglietto cumulativo con il MoMA: 45$; è più basso dell’Empire State Building, ma il panorama è cmq superbo e le code sono minori). Per cena siamo andati da Smith’s: il locale è molto rumoroso, ma il cibo è ottimo (molto buoni calamari fritti accompagnati da una salsa al pomodoro speziata e con tanto aglio; idem il tonno servito con mais al burro); prezzi medio-alti.III GIORNO: CENTRAL PARK, CHELSEA, LITTLE ITALY E CHINATOWN Mattinata passata a passeggiare per Central Park, tra laghetti su cui è possibile anche fare gite in barca, zone boschive (Rambles), castelli (Belvedere castel), fontane (Betheseda Fountain) e prati (Great Lawn). Siamo andati alla ricerca delle numerose statue che lo ornano (famosissima quella di Alice nel paese delle meraviglie, più nascosta quella del falconiere) e del famoso mosaico Imagine dedicato a John Lennon. Pranzo al Chelsea Market, mercato coperto dove si trovano tanti negozi di alimentari che forniscono anche spuntini; degno di nota quello in pescherie con panino a base di crab cake e lobster Chowder. A breve distanza si può salire sulla High Line, una ferrovia dismessa che corre a 9m di altezza tra case in brownstone da una parte e begli scorci sull’Hudson dall’altra; sfoggia binari arrugginiti e un centinaio di specie vegetali indigene creando un giardino paesaggistico di severa bellezza. Per concludere la giornata ci trasferiamo a Columbus Park, a Chinatown dove se si è fortunati si può assistere a partite di majong o ad allenamenti di tai-chi. A breve distanza si trova Mulberry Street, quel che rimane della Little Italy di un tempo oggi nn sono altro che ristoranti e qualche estintore tricolore. Per cena vi consiglio di fermarvi in uno dei ristoranti etnici della zona. Noi abbiamo scelto Joey’s Shangai dove si servono dei ravioli a vapore molto particolari e piatti davvero curiosi. IV GIORNO: BROOKLYN Nonostante NY avesse ancora molto da scoprire (il Guggenheim, la Frick collection, il Greenwich village, giusto per citarne alcuni), per l’ultimo giorno abbiamo scelto di esplorare Brooklyn che era il quartiere dove avevamo l’appartamento e che alla fine sentivo un po’ come se fosse casa; forse venendo da una città frenetica come Milano, nn ho fatto faticaa d abituarmi ai ritmi di vita newyorkesi... Abbiamo iniziato con la Brooklyn Heights Promenade che regala bellissimi scorci sulla skyline di Manatthan. Si passeggia quindi sul lungo-Hudson tra il Fulton Landing ai piedi del Brooklyn Bridge e l’Empire Fulton Ferry State Park, all’inizio di Dumbo, quartiere noto per le gallerie d’arte. Si percorre quindi il Manatthan Bridge e all’altro capo si prende la metropolitana per scendere a Grand Army Plaza. Nei pressi si trova il Brooklyn Museum che è la seconda collezione più importante dopo il Met e il giardino botanico che tra le varie attrazioni vanta una collezione di bonsai e un giardino giapponese. Si fa una passeggiata nel vicino Prospect Park, più selvaggio di Central Park e si raggiunge il Green Wood Cemetery che tra le tombe conserva anche luoghi di importanza storica come Battle Hill.Per cena siamo andati a un ristorante vicinissmo a casa (Hotspot) dove ci si segna su una lavagna e si aspetta che si liberi un tavolo; si mangiano piatti dai sapori del sud a prezzi contenuti.